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1 2 N «L' - Palumbo Editore

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MODULO TEMATICO INTERDISCIPLINARE Scienza ed etica<br />

5<br />

S4<br />

M1<br />

on line<br />

«Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me»: una scienza separata dalla morale<br />

Automi, robot e replicanti<br />

L’idea dell’uomo-macchina, in cui la circolazione del sangue o la<br />

respirazione erano paragonate ai movimenti di un orologio o di<br />

un mulino, rendeva credibile nel Settecento la riproduzione meccanica<br />

della fisiologia umana. Nel XVIII secolo si scatena così una<br />

vera passione per gli automi. L’homunculus, nel Faust di Goethe<br />

ne è, all’inizio dell’Ottocento, la più celebre incarnazione letteraria,<br />

ma in Francia verso la metà del Settecento si erano tentati vari<br />

esperimenti di fabbricazione di un uomo artificiale. Jacques de<br />

Vaucanson, diventa popolare in Europa per aver creato tre automi,<br />

un suonatore di flauto, un tamburino e un’anatra che digeriva<br />

(a Vaucanson accenna Leopardi nell’operetta morale Proposta<br />

dell’accademia dei Sillografi, che è un duro atto d’accusa<br />

contro il «secolo delle macchine»). Si costruiscono anche androidi<br />

che parlano, che scrivono, che camminano, che suonano<br />

e perfino che giocano a scacchi (fig. 1). L’automa settecente-<br />

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3 4<br />

8<br />

sco, da strumento di curiosità, evolve nell’Ottocento in giocattolo<br />

di lusso fino ai giochi meccanici che rallegreranno i bambini<br />

degli anni Cinquanta del Novecento. C’è tuttavia un legame tra<br />

i tentativi fatti in Francia per creare un uomo artificiale e l’invenzione<br />

romantica del “mostro” di Frankenstein (cfr. T1, p. 11).<br />

Questa connotazione inquietante dell’automa si estende all’immaginario<br />

novecentesco. Uomini prefabbricati, indistinguibili dagli<br />

esseri umani, angosciano fino al suicidio Minnie la Candida,<br />

protagonista di un omonimo dramma di Bontempelli (1926); il<br />

terribile automa manovrato dai padroni nel film Metropolis di<br />

Fritz Lang (1926) semina il panico tra gli operai (fig. 2); una ribellione<br />

dei “replicanti” ispira il film di Ridley Scott, Blade Runner<br />

(1982) (fig. 3). I robot sono oggi anche metafora di una vita<br />

quotidiana totalmente automatizzata e spersonalizzata. In<br />

questo caso assumono una sconcertante aria familiare (fig. 4).<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese, La letteratura come dialogo [G.B. <strong>Palumbo</strong> <strong>Editore</strong>]<br />

1 La mandolinista. Parigi,<br />

Museo delle Arti e dei<br />

Mestieri; XVIII secolo.<br />

2 Metropolis, di Fritz Lang,<br />

1926.<br />

3 Blade Runner, di Ridley<br />

Scott, 1982.<br />

4 Nam June Paik, Mamma<br />

robot e papà robot, 1986.<br />

New York, Guggenheim<br />

Museum.

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