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1 2 N «L' - Palumbo Editore

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MODULO TEMATICO INTERDISCIPLINARE Scienza ed etica<br />

3<br />

Sapere<br />

è potere<br />

La scienza attiva e operativa di Bacone<br />

re invenzioni, l’arte della stampa, la polvere da<br />

sparo, la bussola, avvenute in modo casuale –<br />

T osserva Bacone – «mutarono l’assetto del mondo<br />

tutto, la prima nelle lettere, la seconda nell’arte militare,<br />

la terza nella navigazione; onde infiniti mutamenti sorsero,<br />

tanto che nessun impero, né setta, né stella sembra<br />

aver esercitato sull’umanità maggior influsso ed efficacia<br />

di queste tre invenzioni meccaniche».<br />

L’Inghilterra del Seicento in cui Bacone visse era un paese<br />

che, con i nuovi cannoni e i velieri, si apprestava alla<br />

conquista del mondo. Perciò, più di Galileo, egli intuì la<br />

straordinaria importanza che avrebbe avuto la scienza<br />

nella trasformazione della società. Per Bacone il fine della<br />

scienza è conoscere la natura per modificarla. E l’alleanza<br />

sistematica tra scienza e tecnica avrebbe dischiuso<br />

all’uomo il dominio sulla natura. Questa è l’utopia della<br />

Nuova Atlantide: una società ideale non più guidata dai<br />

M1<br />

on line<br />

4<br />

filosofi o dai sacerdoti, ma dagli scienziati, in cui la tecnologia<br />

è in grado di risolvere tutti i problemi dell’umanità.<br />

Anche se gestita e protetta dagli esperti che, significativamente,<br />

decidono quali scoperte rendere note, la<br />

scienza baconiana è per definizione eticamente indifferente.<br />

Il fine della Casa di Salomone, laboratorio ideale<br />

di scienziati e di tecnici (cfr. S2, p. 5), è «allargare i confini<br />

del potere umano verso la realizzazione di ogni possibile<br />

obiettivo», gli strumenti bellici più sofisticati potranno<br />

essere alcuni degli obiettivi possibili. Bacone rivendica<br />

esplicitamente l’autonomia della scienza nella società<br />

e la libertà illimitata della ricerca. Che la scienza possa<br />

farsi strumento di «malvagità e di lussuria» è un problema<br />

che non la riguarda. Spetta «alla sana religione»<br />

assicurarne il «buon uso». Su queste basi nasceva nel 1663<br />

la Royal Society, che si proponeva di «migliorare la conoscenza<br />

delle cose naturali e di tutte [...] le attività meccaniche,<br />

macchine e invenzioni utili mediante esperimenti<br />

(senza interferire con la teologia, la metafisica, la morale,<br />

la politica, la grammatica, la retorica<br />

o la logica)». Centri di ricerca simili,<br />

al di fuori delle università, finanziati<br />

dal mecenatismo delle corti<br />

o dei sovrani sorsero anche in Italia,<br />

in Francia, in Germania.<br />

Nel Seicento tuttavia la prospettiva di<br />

un’intima fusione tra teoria e pratica<br />

è ancora oggetto di fervida immaginazione.<br />

Fino alla seconda metà dell’Ottocento<br />

l’autonomia della scienza<br />

dalle altre istituzioni corrispose a<br />

una situazione storica effettiva, generando<br />

luminose utopie.<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese, La letteratura come dialogo [G.B. <strong>Palumbo</strong> <strong>Editore</strong>]<br />

Peter Paul Rubens, I quattro filosofi (1611-1612).<br />

Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina.

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