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1 2 N «L' - Palumbo Editore

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MODULO TEMATICO INTERDISCIPLINARE Scienza ed etica<br />

7<br />

Verso un’etica della responsabilità<br />

persisteva il clima minaccioso della guerra fredda tra<br />

USA e URSS, è ambientato in una clinica per malattie<br />

mentali e ha per protagonisti tre finti pazzi: Einstein,<br />

Newton e Möbius. I primi due, ex fisici, sono ora agenti<br />

segreti che le due superpotenze hanno messo alle costole<br />

di Möbius. Questi, fisico geniale, rendendosi conto<br />

degli effetti catastrofici che avrebbe prodotto l’applicazione<br />

delle sue teorie ha rifiutato il suo ruolo di scienziato,<br />

rifugiandosi nella pazzia.<br />

Scienza e mercato<br />

l problema del rapporto tra scienza ed etica si<br />

complica ulteriormente, quando l’esplosione<br />

I del reattore di Chernobyl (1986) mostrò i pericoli,<br />

su scala planetaria, derivati da un’applicazione<br />

pacifica dell’energia nucleare. È proprio l’uso delle tecnologie<br />

“pacifiche”, tradizionalmente considerate al servizio<br />

del progresso, a porre oggi al centro del dibattito<br />

internazionale la questione della responsabilità della<br />

scienza. La discussione è cominciata quando il genetista<br />

J.B.S. Holdane, nel 1962, usò il termine “clone” per<br />

collegare gli esperimenti di J. Gurdon sulle rane con la<br />

tecnica riproduttiva immaginata trent’anni prima dallo<br />

scrittore Aldous Huxley nel suo Mondo nuovo (cfr. T2, p.<br />

17). È poi esplosa quando le ricerche sul DNA, con il suc-<br />

M1<br />

on line<br />

16<br />

cesso del progetto genoma (che nel 2000 ha completato<br />

la mappatura dei geni umani), hanno segnato un salto<br />

di qualità nella scienza. Oggi l’uomo ha in mano la possibilità<br />

di esercitare il controllo biologico sulla propria<br />

specie e sulla propria evoluzione, di operare interventi<br />

dalle conseguenze irreversibili sulla vita umana e su quella<br />

dell’intero pianeta. Chi potrà decidere sulle scelte di<br />

biologia umana. Quali potranno essere i risvolti sociali<br />

e politici di questi interventi? È credibile un controllo<br />

puramente tecnico sulle scoperte compiute? (cfr. S5, p.<br />

19). È possibile garantire un controllo democratico su<br />

queste tecniche? E se pone questi interrogativi una biologia<br />

pacifica, come dobbiamo comportarci di fronte a<br />

una biologia di morte? Interrogativi, questi, tanto più<br />

drammatici quanto maggiore appare in questo campo<br />

la subordinazione della ricerca alle leggi del mercato e<br />

del profitto industriale.<br />

Scatenata dai teologi, la discussione ha investito l’opinione<br />

pubblica, i governi, la stessa comunità scientifica. Proprio<br />

il nostro presente, così gravido di conseguenze, ci obbliga<br />

come nessun’altra epoca passata a prefigurarci le<br />

possibilità ipotetiche che porta in grembo. La necessità di<br />

fare previsioni, e quindi delle scelte, è imposta dalla consapevolezza<br />

delle responsabilità, del tutto nuove, che la ricerca<br />

ha oggi di fronte. Il problema non è tuttavia semplice<br />

da risolvere, come mostra il dibattito in corso (cfr.<br />

S6 e S7, p. 20 e p. 21).<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese, La letteratura come dialogo [G.B. <strong>Palumbo</strong> <strong>Editore</strong>]<br />

Salvador Dalí, Idillio melanconico atomico e<br />

uranico (1945). Madrid, Museo Nazionale<br />

Centro de Arte Reina Sofia.<br />

Anche gli artisti rimasero scioccati dal lancio della bomba<br />

atomica su Hiroshima. Il pittore spagnolo Salvador Dalí<br />

rielaborò immediatamente l’evento in questo dipinto. La<br />

violenza del trauma è filtrata attraverso il ricorso a una<br />

fantasia surrealista che reimpiega immagini tipiche del repertorio<br />

pittorico di Dalí: la testa in angolo, in primo piano,<br />

che sembra assistere all’incubo notturno di un mondo<br />

in disfacimento; l’orologio molle, qui divorato dalle formiche.<br />

Al centro di questo funebre scenario, si erge un volto,<br />

con la gola forata, che ha impresso nei lineamenti la sagoma<br />

di un aereo. Tre sprazzi di azzurro rompono tuttavia<br />

l’oscurità, lo squarcio in alto, la melanconica faccia lunare,<br />

che richiama l’altra forma ovoidale, al cui interno si intravede<br />

una luminosa architettura: il simbolo, nello sfacelo,<br />

di un nuovo ordine dell’umanità? Ritornano invece nei<br />

giocatori di football e di baseball figure del periodo bellico,<br />

passato in America, allusive a violenti contrasti. In generale<br />

il dipinto segna una svolta verso il sempre maggiore<br />

interesse per le scienze naturali e le nuove scoperte<br />

della fisica che porterà Dalí ad elaborare il concetto di<br />

“pittura atomica” o “pittura nucleare”.

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