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La fortuna della novella del Cinquecento - Aula Digitale

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16<br />

Il lungo<br />

discorso<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong><br />

marchesa<br />

L’Umanesimo e il Rinascimento <strong>La</strong> <strong>fortuna</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>novella</strong> nel <strong>Cinquecento</strong> Matteo Maria Ban<strong>del</strong>lo<br />

85<br />

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46. di mala voglia: ‘contrariata’.<br />

47. era osa: ‘osava’.<br />

48. ancora che: ‘sebbene’.<br />

49. pessima contentezza: ‘condizione<br />

di grave infelicità’.<br />

50. in conto … passioni: ‘in nessun<br />

modo consolazione alle sue dolorose<br />

passioni’.<br />

51. discoprirsi: ‘rivelare il proprio desiderio’.<br />

troppo di mala voglia 46 , né era osa 47 con parole così disonesti e scelerati appetiti<br />

discoprire, e ancora che 48 alquante volte si sforzasse parlargli di questo, la vergogna<br />

le annodava di maniera la lingua che mai non seppe di ciò far parola. Viveva<br />

adunque ella in una pessima contentezza 49 e non sapeva che farsi, non ritrovando<br />

in conto alcuno conforto a le sue accerbe passioni 50 che d’ora in ora si facevano<br />

maggiori. E poi che ella più giorni in questo modo un’acerbissima vita fece,<br />

conoscendo chiaramente che la vergogna sola era quella che chiudeva la via a<br />

discoprirsi 51 e far il conte Ugo consapevole di questo amore, <strong>del</strong>iberò avendo il<br />

petto a così disoneste fiamme aperto aprir anco la bocca a dirle, e cacciata ogni<br />

vergogna trovar compenso 52 ai casi suoi, e senza fidarsi di nessuno essere quella<br />

che al conte Ugo ogni cosa manifestasse. Fatta questa <strong>del</strong>iberazione, avvenne<br />

che il marchese Niccolò chiamato dal duca Filippo Vesconte andò a Milano, ove<br />

anco deveva alcuni giorni dimorare. Essendo adunque la marchesana un giorno<br />

in camera a’ suoi disii fieramente 53 pensando, né più potendo contenersi 54 e<br />

parendole il tempo convenevole 55 a ciò che intendeva di fare, quasi che di cose<br />

importanti volesse al conte Ugo parlare, mandò a chiamarlo. Egli il cui pensiero<br />

era da quello de la marchesana molto diverso, senza alcuno indugio dinanzi a lei<br />

si presentò, e fattale la debita riverenza si pose come ella volle appo 56 di lei a sedere,<br />

attendendo quello che ella volesse dirli. Ora poi che ella alquanto sovra di<br />

sé 57 fu stata, combattendo in lei vergogna ed amore, a la fine da amore sospinta<br />

che ogni vergogna e rispetto via aveva fatto fuggire, tutta nel viso divenuta vermiglia<br />

58 e spesso sospirando, con tremante voce e interrotte parole che le cadenti<br />

lagrime e singhiozzi impedivano, in questa guisa 59 a la meglio che ella puoté<br />

a parlar cominciò: – Io non so, dolcissimo signor mio, se voi mai avete pensato<br />

sovra la poco lodata vita 60 che il marchese Niccolò vostro padre fa e i modi che<br />

egli tiene, i quali veramente sono tali che sempre mi saranno cagione d’una perpetua<br />

e mala contentezza. Egli poi che rimase, morendo la felice memoria de la<br />

signora vostra madre 61 , vedovo, si diede di sì fatta maniera dietro a le femine che<br />

in Ferrara e per il contado non ci è cantone 62 ove egli non abbia alcun figliuolo<br />

bastardo. Credeva ciascuno che dopo che mi sposò egli dovesse cangiar 63 costumi;<br />

ma perché 64 io sia sua moglie divenuta, in parte alcuna non s’è mutato da la<br />

sua perversa consuetudine; ché, come faceva, quante femine vede tante ne vuole.<br />

E credo per giudicio mio che egli prima ci lascerà la vita che mai lasci di prender<br />

piacere con questa e quell’altra femina, pur che ne trovi. Ed essendo signore,<br />

chi sarà che gli dica di no? Ma quello che peggio mi pare è che egli più stima fa<br />

di queste sue puttane e triste femine e dei figliuoli da loro avuti che non fa di me<br />

52. trovar compenso: ‘dar soddisfazione’.<br />

53. fieramente: ‘appassionatamente’.<br />

54. contenersi: ‘trattenersi’.<br />

55. tempo convenevole: ‘l’occasione<br />

opportuna’.<br />

56. appo: ‘presso’.<br />

57. sovra di sé: ‘soprappensiero’.<br />

58. vermiglia: ‘arrossita violentemente’.<br />

59. in questa guisa: ‘a questo modo’.<br />

60. pensato … vita: ‘riflettuto alle cattive<br />

abitudini’.<br />

61. morendo … madre: ‘dopo la morte<br />

di vostra madre’; formula di cortesia.<br />

62. cantone: ‘angolo’.<br />

63. dovesse cangiar: ‘avrebbe cambiato’.<br />

64. perché: ‘benché’; valore concessivo.<br />

© 2011 RCS Libri S.p.A./<strong>La</strong> Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme

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