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Download Atti-Assise-2011.pdf 5 MB - Provincia di Verona

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Ci sono le istituzioni della formazione, della scuola, studenti e docenti che hanno bisogno <strong>di</strong> educare ed<br />

educarsi attraverso la conoscenza del territorio, <strong>di</strong> offrire o ottenere conoscenze utili, gli studenti hanno<br />

bisogno <strong>di</strong> fare pratica lavorativa. Sappiate che assolvete a un’esigenza che è della comunità scolastica<br />

e formativa, che ha necessità <strong>di</strong> trovare delle organizzazioni accoglienti.<br />

Abbiamo poi le relazioni con la comunità locale ospitante e quin<strong>di</strong> con i residenti, i citta<strong>di</strong>ni, che<br />

hanno bisogno <strong>di</strong> impiegare il proprio tempo libero. Bisogna saper accogliere parenti e amici in visita,<br />

comperare souvenir, sapere dove accompagnarli e cosa vedere. I residenti possono anche aver bisogno<br />

<strong>di</strong> trovare opportunità <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> business nel turismo e nei settori collegati, accedere a programmi<br />

<strong>di</strong> orientamento e informazione, valorizzare attività impren<strong>di</strong>toriali. Ricor<strong>di</strong>amoci che chi valorizza il<br />

turismo contribuisce a sviluppare il senso turistico e che questo lavoro porta un effetto economico<br />

importante perché gli affi tti aumentano, così come i valori <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> proprietà degli immobili, ma ne<br />

benefi ciano pure gli esercizi commerciali, i ristoranti, gli alberghi e via <strong>di</strong>cendo. Si contribuisce a una<br />

creazione <strong>di</strong> ricchezza che non si vede, non è nelle statistiche dei dati turistici, ma che, alla fi ne, risulta<br />

molto importante. Ci deve essere poi un ruolo <strong>di</strong> governo e <strong>di</strong> organizzazione pubblica che <strong>di</strong>sciplini il<br />

fl usso turistico affi nché risulti sostenibile.<br />

Le fonti <strong>di</strong> informazione. Come si utilizzano, dove si trovano?<br />

Ci sono fonti nazionali, molte si trovano sul mondo del turismo in generale. Ci sono poi fonti locali<br />

perché sono sempre più frequenti le indagini e le ricerche mirate sul turismo delle località. Ci sono<br />

quin<strong>di</strong> fonti formali ed i rapporti <strong>di</strong> ricerca, le tabelle, i dati e le statistiche, ma non dovete sottovalutare<br />

l’importanza delle fonti informali, quelle <strong>di</strong> accesso alle informazioni: qualcuno che vi spiega la sua rappresentazione<br />

della realtà.<br />

Non dobbiamo pensare che la scienza sia solo nelle tabelle e nei numeri. Ai numeri si può far <strong>di</strong>re quasi<br />

tutto: si può <strong>di</strong>mostrare un fenomeno e si può <strong>di</strong>mostrare l’esatto contrario. Abbiate un po’ <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffi denza<br />

verso chi vi fa vedere solo numeri e fateveli raccontare, è in<strong>di</strong>spensabile l’interpretazione della realtà o,<br />

meglio ancora, raccontatevela tra <strong>di</strong> voi.<br />

Ed ecco quin<strong>di</strong> la ricerca <strong>di</strong> best practice. Oggi non ci si inventa più niente, anche gli altri hanno i nostri<br />

stessi problemi, magari li hanno affrontati prima perché in contesti nazionali <strong>di</strong>versi, hanno eliminato<br />

prima il fi nanziamento pubblico e quin<strong>di</strong> sono più avanti e non perché siano più bravi, ma perché si sono<br />

confrontati con un contesto <strong>di</strong>verso prima <strong>di</strong> noi.<br />

Se c’è una pratica, una prassi, una soluzione che funziona, questa va adattata alla propria realtà e<br />

bisogna avere l’umiltà <strong>di</strong> imparare da chi ha fatto le cose in modo <strong>di</strong>verso.<br />

Avete la fortuna e la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>rvi una serie <strong>di</strong> cose da tecnici, da esperti, da operatori dell’Accoglienza.<br />

Sfruttate questa opportunità!<br />

Gli esperti <strong>di</strong> questo lavoro siete voi, è un lavoro che nasce<br />

sul campo. Non ci sono teorie, non ci sono modelli manageriali<br />

eccellenti.<br />

E’ chiaro che quando si <strong>di</strong>ce “gli esperti siete voi”, il lavoro<br />

<strong>di</strong>venta “duro”. L’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>re “mettiamoci qua e confrontiamoci”<br />

è buona, però le buone idee <strong>di</strong> solito degenerano sempre<br />

in cose da fare e in duro lavoro. Per cui se uno ha delle buone<br />

idee a volte se le tiene in tasca.<br />

Francesca Simeoni<br />

Ricercatore <strong>di</strong> Economia e gestione delle imprese<br />

Professore aggregato per il corso <strong>di</strong> laurea in Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale<br />

Tutto parte da una buona organizzazione. Organizzarsi serve nel nostro lavoro,<br />

ci motiva. Ma come si fa ad organizzarsi meglio soprattutto se <strong>di</strong> mezzo ci sono<br />

delle relazioni? Nella vostra attività le relazioni non sono “<strong>di</strong> mezzo”, ma sono<br />

una parte preponderante. Quin<strong>di</strong> con chi ci relazioniamo? Come? Quali sono i<br />

problemi? L’organizzazione del tempo: per tempo si intende sia il tempo passato<br />

in front offi ce, sia il tempo de<strong>di</strong>cato in back offi ce.<br />

Il tempo è un fattore che possiamo sentire come fattore critico. Se lo subiamo, è critico. Se rincorriamo<br />

continuamente le cose da fare, le persone da vedere e da sentire, i lavori da portare a termine, <strong>di</strong>venta<br />

un fattore critico. Dovremmo riuscire a fare il passaggio da fattore critico a fattore competitivo, in modo<br />

da riuscire a dominarlo. Siamo noi che deci<strong>di</strong>amo come gestirlo, cosa devi fare, quando e per quanto<br />

tempo.<br />

Vi faccio l’esempio della pausa caffè. In molte aziende è vista come un qualcosa che dal punto <strong>di</strong> vista<br />

sindacale devo riconoscere al mio <strong>di</strong>pendente e quin<strong>di</strong> legifero in merito e co<strong>di</strong>fi co nel regolamento<br />

interno che la pausa caffè viene data ogni due ore, per otto minuti. Ci sono aziende che hanno un<br />

regolamento ben specifi co con tanto <strong>di</strong> minuti esatti in cui si può restare davanti alla macchinetta del<br />

caffè. Alcune aziende ad<strong>di</strong>rittura turnano le pause caffè, in modo tale che quella persona non si debba<br />

incontrare alla macchinetta del caffè con quell’altra perché altrimenti chiacchierano. Si crea quin<strong>di</strong> un<br />

processo <strong>di</strong> turni anche per andare alla macchinetta del caffè. La gestione del tempo è vista come fattore<br />

critico: devo dare la pausa caffè, ma gestiamola in qualche modo.<br />

Proviamo invece a vederla da un altro punto <strong>di</strong> vista, come un fattore competitivo. Ecco due esempi:<br />

Azienda <strong>di</strong> Commercio “fair trade”. Tra i vari uffi ci al centro vi è una vera e propria cucina.<br />

Vi porto un’esperienza personale all’Università <strong>di</strong> Helsinki. In ogni piano c’è una mini-cucina con lavan<strong>di</strong>no,<br />

le tazze con tanto <strong>di</strong> lavastoviglie. Chi beve il caffè, risciacqua la tazzina, la rimette nella lavastoviglie<br />

e l’ultimo la fa partire.<br />

Beh, davanti a quella lavastoviglie nascevano i vari progetti, davanti a quella lavastoviglie nascono e<br />

sono nati nuovi prodotti, nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> commercializzare.<br />

Come fa la gestione del tempo a <strong>di</strong>ventare da critica a competitiva? Di sicuro non possiamo inventarci un<br />

nuovo modo <strong>di</strong> operare da un giorno all’altro. Serve un lavoro continuativo e previsto nel lungo periodo.<br />

Dobbiamo riuscire a gestire il tempo in maniera anticipata per razionalizzare i processi nel tempo. Per<br />

fare tutto questo oltre che cambiare dei processi piuttosto che delle strutture, soprattutto dobbiamo<br />

cambiare la cultura.<br />

Proviamo ora a vedere quali potrebbero essere i principi guida per la competizione basata sul tempo.<br />

- Miglioramento continuo. Per cambiare e riuscire a gestire il tempo in maniera <strong>di</strong>versa servono dei<br />

cambiamenti continui.<br />

- Riduzione della complessità del sistema organizzativo. Prima si parlava della burocrazia vista in origine<br />

come qualcosa che doveva portare dei vantaggi, mentre oggi subiamo un eccesso <strong>di</strong> burocrazia.<br />

Bisognerebbe ridurre la complessità <strong>di</strong> molti sistemi e regolamenti per poter gestire meglio le singole<br />

attività.<br />

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