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30.05.2013 Views

Prima si parlava dell’attività di marketing che lo Iat deve fare. Sono convinto che dovremmo parlare di Destination Management Organization e non più di singolo Iat. La gestione turistica in Veneto ha creato situazioni incredibili. Prendiamo ad esempio Verona: esiste un Consorzio di promozione turistica per il lago, un Consorzio di promozione turistica per il resto della provincia, un Gal per la montagna e uno per la città, una Società per le attività congressuali, una Cooperativa per prenotazioni alberghiere in provincia, un’Associazione per prenotazioni sul lago, insomma c’è una dispersione di soggetti e di professionalità che è incredibile ed in un momento come questo in cui mancano le risorse economiche, credo che il “Dmo”(Destination Management Organization) sia l’unica soluzione percorribile. Mi rivolgo al rappresentante del Ministro che è qui con noi, purtroppo siamo in ritardo rispetto all’Europa. Se per un anno non riuscissimo a fare promozione, avremmo comunque turisti che arrivano, mentre senza accoglienza per un anno si verifi cherebbero danni gravissimi. Stefan Marchioro - Direttore Turismo Padova Terme Euganee Inizio il mio intervento con una piccola premessa: vado a illustrare una ricerca condotta da European Cities Marketing. L’altra premessa è che parliamo di Uffi ci Turistici in generale, ma poi sappiamo che dietro a questa parola ci sono modalità gestionali ed organizzative diverse tra loro. Gli aderenti a European Cities Marketing sono grandi città europee, attrattori di grandi fl ussi turistici, e questi numeri che andiamo ad analizzare, non sono sempre coerenti con la nostra attività quotidiana. La problematica dell’autofi nanziamento è il tema conduttore. Sul tema dell’autofi nanziamento è stata condotta circa un anno fa un’indagine alla quale hanno partecipato 37 Uffi ci Turistici e Convention Bureau aderenti a European Cities Marketing, pari al 41% del totale degli aderenti a questa associazione. Di questa parte, l’81% sono Uffi ci Turistici a gestione mista, pubblica e privata o partecipati da privati mentre solo la minoranza è emanazione di governi locali. Questo non signifi ca che non sia servizio pubblico, servizio pubblico lo è anche se il modello gestionale è diverso. Suddividendo l’analisi in quattro gruppi, emergono nel primo gruppo due Dmo importanti: Göteborg e Vienna. Hanno entrate superiori ai 20 milioni di euro, e il dato si rifl ette anche sul numero di dipendenti nel sistema turistico di queste Dmo. Ciò diventa un circolo virtuoso perché questo personale alimenta la capacità di autofi nanziarsi. La maggior parte degli Uffi ci Turistici aderenti a “Ecm” ha però meno di 50 dipendenti, dato in linea con la nostra situazione. Il secondo gruppo è costituito da quattro città capitale: Copenaghen, Lisbona, Bruxelles e Parigi, con entrate tra i 10 e i 19 milioni di euro. Segue un gruppo più corposo costituito da 9 città e Convention Bureau tra cui Amsterdam, Barcellona, Ginevra, Lucerna, Lussemburgo, Lione, Stoccolma e Stoccarda, con un budget che oscilla tra 5 e 10 milioni di euro. Vediamo comunque che la maggior parte degli Uffi ci Turistici facenti parte di “Ecm”, ha un budget inferiore ai 5 milioni di euro. Ci interessa sapere che dal 2003, anno della precedente indagine di “Ecm”, le entrate di fi nanziamenti pubblici sono passate dal 65% al 48%. Però c’è un 36% di risorse derivanti da sponsorizzazioni di privati, di quote di partecipazione e contribuzioni, nonché altre attività commerciali come i servizi venduti e una quota interessante che riguarda un’area specifi ca dell’Europa, la room tax, tassa di soggiorno di cui tanto si parla anche da noi in questo periodo e non sempre con facilità. Quello che segue è un dato eclatante: tra il 2003 e il 2010 si sono verifi cati due casi limite molto positivi, Bergen è passata dall’85 al 95% di entrate commerciali, Barcellona dal 75% al quasi totale livello di autofi nanziamento, ossia al 97%. Analizziamo un altro caso interessante: Ginevra è passata dal 2 al 95% di autofi nanziamento con un cambio di modello gestionale e di parziale privatizzazione. I modelli a cui io guardo con interesse particolare sono però i modelli austriaci e tedeschi che hanno adottato modelli gestionali più simili ai nostri anche dal punto di vista amministrativo. Sono Stati di matrice regionale, anzi federali come oggi è federale l’Italia, con forti autonomie regionali e forti capacità di autonomia statutaria. E’ interessante il caso di Vienna, che negli ultimi anni è passata dal 20 al 77% di autofi nanziamento. Mediamente quindi abbiamo un 57% di livello di autofi nanziamento nelle società miste a gestione pubblica-privata - cioè di risorse autogenerate - con casi limite, diffi cilmente eguagliabili, come Barcellona, che per ogni euro di trasferimento pubblico della municipalità produce 32 euro di entrate commerciali. Barcellona dalle olimpiadi in poi ha cominciato a gestire gli info-shop, la rete dei citysightseeing bus oltre all’attività degli Iat. Anche Bergen, Oslo e York hanno grandi fl ussi di autofi nanziamento anche con entrate commerciali. Per molti Iat aderenti a Ecm la partecipazione del settore privato che fa da sponsor pesa fi no al 10%, nel caso di Copenaghen addirittura il 50%. Ritorniamo a parlare della tassa sul turismo: un quarto degli Iat che hanno partecipato all’indagine benefi ciano della tassa di soggiorno. Gli Uffi ci Turistici dell’arco alpino come Austria, Slovenia e Svizzera hanno tutti applicato questa modalità di autofi nanziamento. Pensiamo a San Francisco dove gran parte del fi nanziamento avviene con la room tax e la partecipazione di soci privati al Consorzio Visitor e Convention Bureau. Per Vienna la metà degli autofi nanziamenti è costituita dall’imposta sul turismo, poi nei Länder austriaci la situazione cambia, l’imposta di soggiorno fi nanzia la promozione turistica mentre la tassa di scopo serve anche a realizzare e a mantenere le infrastrutture turistiche come gli impianti di risalita, i Kursaal, etc. A Lubiana l’imposta del turismo viene applicata oltre che negli alberghi anche nei casinò. Effettivamente in Veneto la rete degli Iat ha subito un taglio del 22% mentre per l’anno prossimo non si conosce ancora quale sarà il punto d’arrivo. Uno degli aspetti su cui si punta il dito è il personale, spesso ti senti dire “avete troppo personale”, ma sappiamo tutti che non è così. Questo tipo di lavoro si basa sulla risorsa umana - è “labour intensive” - non a caso per la maggior parte degli Uffi ci Turistici europei il costo legato al personale è pari al 52%, mentre per le attività vere e proprie si spende il 40%. Dobbiamo ricordare che in realtà la vera attività degli Iat è l’interazione umana, dunque il rapporto turista-operatore. Copenaghen e Croazia spendono grandi risorse per gli eventi, fattori di attrazione e di ritorno sul territorio molto effi caci. Un budget piccolo ma costante viene destinato alle analisi e alle ricerche, agli osservatori. Ai colleghi europei si è chiesto se c’è stata un’evoluzione nei trasferimenti: il 52% ha constatato un aumento signifi cativo, il 26% un aumento meno signifi cativo, e il 22% un livello di trasferimento simile ai 5 anni precedenti. Queste tendenze sono diverse rispetto al nostro Paese. Alla domanda “cosa prevedete per il futuro?” è stato risposto che, rispetto al budget 2011, il 39% godrà di entrate uguali, per il 17% si registreranno entrate minori, e per il 44% è previsto un aumento delle proprie entrate. Dunque i 2/3 degli intervistati prevedono un futuro stabile, anche se per una buona parte il quadro rimane incerto. Quali sono le minacce? Trasferimenti pubblici ridotti, minori entrate anche da parte dei privati, calo delle vendite del merchandising e delle prenotazioni che, per questo tipo di Uffi ci Turistici, è un elemento fondamentale. 28 29

Prima si parlava dell’attività <strong>di</strong> marketing che lo Iat deve fare. Sono convinto che dovremmo parlare <strong>di</strong><br />

Destination Management Organization e non più <strong>di</strong> singolo Iat.<br />

La gestione turistica in Veneto ha creato situazioni incre<strong>di</strong>bili. Pren<strong>di</strong>amo ad esempio <strong>Verona</strong>: esiste<br />

un Consorzio <strong>di</strong> promozione turistica per il lago, un Consorzio <strong>di</strong> promozione turistica per il resto della<br />

provincia, un Gal per la montagna e uno per la città, una Società per le attività congressuali, una Cooperativa<br />

per prenotazioni alberghiere in provincia, un’Associazione per prenotazioni sul lago, insomma c’è<br />

una <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> soggetti e <strong>di</strong> professionalità che è incre<strong>di</strong>bile ed in un momento come questo in cui<br />

mancano le risorse economiche, credo che il “Dmo”(Destination Management Organization) sia l’unica<br />

soluzione percorribile. Mi rivolgo al rappresentante del Ministro che è qui con noi, purtroppo siamo in ritardo<br />

rispetto all’Europa. Se per un anno non riuscissimo a fare promozione, avremmo comunque turisti<br />

che arrivano, mentre senza accoglienza per un anno si verifi cherebbero danni gravissimi.<br />

Stefan Marchioro - Direttore Turismo Padova Terme Euganee<br />

Inizio il mio intervento con una piccola premessa: vado a illustrare una ricerca<br />

condotta da European Cities Marketing. L’altra premessa è che parliamo <strong>di</strong> Uffi ci<br />

Turistici in generale, ma poi sappiamo che <strong>di</strong>etro a questa parola ci sono modalità<br />

gestionali ed organizzative <strong>di</strong>verse tra loro. Gli aderenti a European Cities<br />

Marketing sono gran<strong>di</strong> città europee, attrattori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> fl ussi turistici, e questi<br />

numeri che an<strong>di</strong>amo ad analizzare, non sono sempre coerenti con la nostra attività<br />

quoti<strong>di</strong>ana. La problematica dell’autofi nanziamento è il tema conduttore. Sul tema dell’autofi nanziamento<br />

è stata condotta circa un anno fa un’indagine alla quale hanno partecipato 37 Uffi ci Turistici e<br />

Convention Bureau aderenti a European Cities Marketing, pari al 41% del totale degli aderenti a questa<br />

associazione. Di questa parte, l’81% sono Uffi ci Turistici a gestione mista, pubblica e privata o partecipati<br />

da privati mentre solo la minoranza è emanazione <strong>di</strong> governi locali. Questo non signifi ca che non sia<br />

servizio pubblico, servizio pubblico lo è anche se il modello gestionale è <strong>di</strong>verso.<br />

Sud<strong>di</strong>videndo l’analisi in quattro gruppi, emergono nel primo gruppo due Dmo importanti: Göteborg e<br />

Vienna. Hanno entrate superiori ai 20 milioni <strong>di</strong> euro, e il dato si rifl ette anche sul numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti<br />

nel sistema turistico <strong>di</strong> queste Dmo. Ciò <strong>di</strong>venta un circolo virtuoso perché questo personale alimenta la<br />

capacità <strong>di</strong> autofi nanziarsi. La maggior parte degli Uffi ci Turistici aderenti a “Ecm” ha però meno <strong>di</strong> 50<br />

<strong>di</strong>pendenti, dato in linea con la nostra situazione.<br />

Il secondo gruppo è costituito da quattro città capitale: Copenaghen, Lisbona, Bruxelles e Parigi, con<br />

entrate tra i 10 e i 19 milioni <strong>di</strong> euro. Segue un gruppo più corposo costituito da 9 città e Convention<br />

Bureau tra cui Amsterdam, Barcellona, Ginevra, Lucerna, Lussemburgo, Lione, Stoccolma e Stoccarda,<br />

con un budget che oscilla tra 5 e 10 milioni <strong>di</strong> euro. Ve<strong>di</strong>amo comunque che la maggior parte degli Uffi ci<br />

Turistici facenti parte <strong>di</strong> “Ecm”, ha un budget inferiore ai 5 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

Ci interessa sapere che dal 2003, anno della precedente indagine <strong>di</strong> “Ecm”, le entrate <strong>di</strong> fi nanziamenti<br />

pubblici sono passate dal 65% al 48%. Però c’è un 36% <strong>di</strong> risorse derivanti da sponsorizzazioni <strong>di</strong> privati,<br />

<strong>di</strong> quote <strong>di</strong> partecipazione e contribuzioni, nonché altre attività commerciali come i servizi venduti e<br />

una quota interessante che riguarda un’area specifi ca dell’Europa, la room tax, tassa <strong>di</strong> soggiorno <strong>di</strong> cui<br />

tanto si parla anche da noi in questo periodo e non sempre con facilità.<br />

Quello che segue è un dato eclatante: tra il 2003 e il 2010 si sono verifi cati due casi limite molto positivi,<br />

Bergen è passata dall’85 al 95% <strong>di</strong> entrate commerciali, Barcellona dal 75% al quasi totale livello <strong>di</strong> autofi<br />

nanziamento, ossia al 97%. Analizziamo un altro caso interessante: Ginevra è passata dal 2 al 95% <strong>di</strong><br />

autofi nanziamento con un cambio <strong>di</strong> modello gestionale e <strong>di</strong> parziale privatizzazione.<br />

I modelli a cui io guardo con interesse particolare sono però i modelli austriaci e tedeschi che hanno<br />

adottato modelli gestionali più simili ai nostri anche dal punto <strong>di</strong> vista amministrativo. Sono Stati <strong>di</strong> matrice<br />

regionale, anzi federali come oggi è federale l’Italia, con forti autonomie regionali e forti capacità<br />

<strong>di</strong> autonomia statutaria. E’ interessante il caso <strong>di</strong> Vienna, che negli ultimi anni è passata dal 20 al 77% <strong>di</strong><br />

autofi nanziamento. Me<strong>di</strong>amente quin<strong>di</strong> abbiamo un 57% <strong>di</strong> livello <strong>di</strong> autofi nanziamento nelle società miste<br />

a gestione pubblica-privata - cioè <strong>di</strong> risorse autogenerate - con casi limite, <strong>di</strong>ffi cilmente eguagliabili,<br />

come Barcellona, che per ogni euro <strong>di</strong> trasferimento pubblico della municipalità produce 32 euro<br />

<strong>di</strong> entrate commerciali. Barcellona dalle olimpia<strong>di</strong> in poi ha cominciato a gestire gli info-shop, la rete<br />

dei citysightseeing bus oltre all’attività degli Iat. Anche Bergen, Oslo e York hanno gran<strong>di</strong> fl ussi <strong>di</strong> autofi<br />

nanziamento anche con entrate commerciali. Per molti Iat aderenti a Ecm la partecipazione del settore<br />

privato che fa da sponsor pesa fi no al 10%, nel caso <strong>di</strong> Copenaghen ad<strong>di</strong>rittura il 50%.<br />

Ritorniamo a parlare della tassa sul turismo: un quarto degli Iat che hanno partecipato all’indagine<br />

benefi ciano della tassa <strong>di</strong> soggiorno. Gli Uffi ci Turistici dell’arco alpino come Austria, Slovenia e Svizzera<br />

hanno tutti applicato questa modalità <strong>di</strong> autofi nanziamento. Pensiamo a San Francisco dove gran<br />

parte del fi nanziamento avviene con la room tax e la partecipazione <strong>di</strong> soci privati al Consorzio Visitor e<br />

Convention Bureau. Per Vienna la metà degli autofi nanziamenti è costituita dall’imposta sul turismo, poi<br />

nei Länder austriaci la situazione cambia, l’imposta <strong>di</strong> soggiorno fi nanzia la promozione turistica mentre<br />

la tassa <strong>di</strong> scopo serve anche a realizzare e a mantenere le infrastrutture turistiche come gli impianti <strong>di</strong><br />

risalita, i Kursaal, etc. A Lubiana l’imposta del turismo viene applicata oltre che negli alberghi anche nei<br />

casinò. Effettivamente in Veneto la rete degli Iat ha subito un taglio del 22% mentre per l’anno prossimo<br />

non si conosce ancora quale sarà il punto d’arrivo. Uno degli aspetti su cui si punta il <strong>di</strong>to è il personale,<br />

spesso ti senti <strong>di</strong>re “avete troppo personale”, ma sappiamo tutti che non è così. Questo tipo <strong>di</strong> lavoro<br />

si basa sulla risorsa umana - è “labour intensive” - non a caso per la maggior parte degli Uffi ci Turistici<br />

europei il costo legato al personale è pari al 52%, mentre per le attività vere e proprie si spende il 40%.<br />

Dobbiamo ricordare che in realtà la vera attività degli Iat è l’interazione umana, dunque il rapporto<br />

turista-operatore.<br />

Copenaghen e Croazia spendono gran<strong>di</strong> risorse per gli eventi, fattori <strong>di</strong> attrazione e <strong>di</strong> ritorno sul territorio<br />

molto effi caci. Un budget piccolo ma costante viene destinato alle analisi e alle ricerche, agli<br />

osservatori.<br />

Ai colleghi europei si è chiesto se c’è stata un’evoluzione nei trasferimenti: il 52% ha constatato un aumento<br />

signifi cativo, il 26% un aumento meno signifi cativo, e il 22% un livello <strong>di</strong> trasferimento simile ai 5<br />

anni precedenti. Queste tendenze sono <strong>di</strong>verse rispetto al nostro Paese.<br />

Alla domanda “cosa prevedete per il futuro?” è stato risposto che, rispetto al budget 2011, il 39% godrà<br />

<strong>di</strong> entrate uguali, per il 17% si registreranno entrate minori, e per il 44% è previsto un aumento delle proprie<br />

entrate. Dunque i 2/3 degli intervistati prevedono un futuro stabile, anche se per una buona parte<br />

il quadro rimane incerto. Quali sono le minacce? Trasferimenti pubblici ridotti, minori entrate anche da<br />

parte dei privati, calo delle ven<strong>di</strong>te del merchan<strong>di</strong>sing e delle prenotazioni che, per questo tipo <strong>di</strong> Uffi ci<br />

Turistici, è un elemento fondamentale.<br />

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