Download Atti-Assise-2011.pdf 5 MB - Provincia di Verona
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turistiche all’estero, anche piccole, troverete spesso uffi ci turistici che vendono al turista prodotti tipici,<br />
merchan<strong>di</strong>sing turistico, servizi, ecc., assicurandosi così anche un minimo <strong>di</strong> autofi nanziamento. Il profi lo<br />
professionale centrale in questo uffi cio molto strutturato è il Manager, che deve essere formato per<br />
potersi assumere la responsabilità della gestione della struttura.<br />
Gli Uffi ci Turistici devono dar vita ad un sistema a rete che deve assicurare una informazione globale con<br />
standard qualitativi minimi. Chi vuole stare nella rete deve essere capace <strong>di</strong> assicurare che non creerà<br />
problemi e per questo dovrà avere competenze certifi cate.<br />
Modelli che sappiano mixare pubblico-privato, anche in considerazione della scarsa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />
fon<strong>di</strong> da investire su un sistema interamente pubblico, potrebbe essere una soluzione, ma solo in<br />
presenza <strong>di</strong> una cabina <strong>di</strong> regia forte ed autorevole.<br />
In questa prima fase, è stata effettuata un’analisi dei fabbisogni professionali e <strong>di</strong> competenze su tutto<br />
il personale operante negli uffi ci Iat <strong>di</strong> area vasta. Quest’analisi è stata guidata da un antico proverbio<br />
arabo: “la <strong>di</strong>fferenza tra l’oasi e il deserto non sta nell’acqua ma nell’uomo”. L’uomo sa creare qualcosa<br />
in più con quella risorsa. Noi siamo proprio partiti dagli uomini. Il grande merito va alla visione dell’assessorato<br />
che non ha calato dall’alto le scelte, ma ha voluto partire da un’analisi reale delle esigenze <strong>di</strong><br />
chi affronta questi problemi tutti i giorni, i responsabili degli uffi ci che sono stati invitati a partecipare<br />
al “Gruppo <strong>di</strong> lavoro per la riqualifi cazione del sistema <strong>di</strong> Accoglienza turistica”, sede istituzionale <strong>di</strong><br />
confronto.<br />
Siamo, poi, andati a vedere come funzionano questi uffi ci, intervistando i responsabili e somministrando<br />
a tutti gli addetti operanti negli “Iat <strong>di</strong> area vasta” un questionario per in<strong>di</strong>viduarne i fabbisogni professionali<br />
e formativi.<br />
Eccovi alcuni fl ash tratti dai risultati <strong>di</strong> questa prima fase <strong>di</strong> rilevazioni: in primo luogo risulta alta la scolarizzazione<br />
con una buona percentuale <strong>di</strong> laureati. Relativamente elevata l’anzianità <strong>di</strong> servizio nell’attività<br />
<strong>di</strong> Informazione ed Accoglienza. Questo fattore, se rassicura in termini <strong>di</strong> esperienza e quin<strong>di</strong> nell’effi -<br />
cacia dell’azione, fa nascere la necessità <strong>di</strong> programmare politiche <strong>di</strong> gestione del personale volte ad<br />
assicurare il ricambio generazionale ed il trasferimento dell’esperienza accumulata.<br />
Si è poi voluto analizzare il livello <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione o insod<strong>di</strong>sfazione degli intervistati per il loro lavoro.<br />
Ne è scaturito che gli operatori degli Iat si ritengono molto sod<strong>di</strong>sfatti, principalmente in quanto appagati<br />
dalla relazione con il pubblico (41,7% delle in<strong>di</strong>cazioni) e questa sensazione dà loro una grande motivazione.<br />
L’insod<strong>di</strong>sfazione nasce invece dall’incertezza rispetto alla strategia <strong>di</strong> Regione e Comuni<br />
sul ruolo degli Iat: non capiscono che fi ne si vuol far fare a chi opera in questo ambito.<br />
Quin<strong>di</strong>, abbiamo da una parte una forte sod<strong>di</strong>sfazione dovuta al riconoscimento da parte dell’utenza che<br />
attiva la motivazione al ruolo professionale; dall’altro, una percezione negativa per la mancanza <strong>di</strong> una<br />
strategia generale sul ruolo degli Iat. Siamo in una situazione ambigua dalla quale però bisogna uscire<br />
fornendo delle risposte chiare.<br />
“Lo Iat è un uffi cio che deve garantire che tutto quello che è stato<br />
comunicato, sia poi eff ettivamente presente e rispettato. Noi abbiamo<br />
fatto una promessa e bisogna rispettarla. Ci vuole un professionista e<br />
delle professionalità per poterlo fare.”<br />
Oderisi Nello Fiorucci<br />
Un altro aspetto scaturito è la trasversalità nello svolgimento delle mansioni<br />
e la forte sostituibilità del personale. Dobbiamo pensare a persone<br />
alle quali non è possibile assegnare una singola competenza specialistica,<br />
ma più competenze e che, a seconda del momento, potranno essere anche<br />
chiamate a levarsi la giacca da <strong>di</strong>rigente per andare a fare accoglienza. Questo<br />
comporta che le attività formative <strong>di</strong>rette alle varie fi gure devono tenere<br />
conto della interscambiabilità dei ruoli e delle <strong>di</strong>namiche interne <strong>di</strong> collaborazione<br />
che richiedono il possesso <strong>di</strong> competenze specifi che appartenenti a più aree funzionali.<br />
Abbiamo anche approfon<strong>di</strong>to il tema centrale della padronanza delle lingue, importante quanto la conoscenza<br />
del territorio e la capacità <strong>di</strong> costruire itinerari. Il responsabile dell’Uffi cio Turistico se la cava<br />
bene ed evidenzia un gap <strong>di</strong> conoscenze relativamente alla costruzione <strong>di</strong> itinerari, <strong>di</strong> reti territoriali e<br />
al marketing.<br />
Se invece si analizza la percezione <strong>di</strong> “incompetenza” degli “Addetti specializzati con responsabilità nella<br />
conduzione <strong>di</strong> attività specifi che” e degli “Addetti senza responsabilità <strong>di</strong>rette su attività specifi che” è<br />
proprio l’area della conoscenza linguistica che concentra maggiori in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
della competenza, con rispettivamente il 56,1% ed il 66,9% delle in<strong>di</strong>cazioni.<br />
Tutti concor<strong>di</strong> poi in quanto a <strong>di</strong>sponibilità alla formazione intesa come mezzo tecnico <strong>di</strong> aumento delle<br />
conoscenze/competenze professionali e come leva motivazionale per accrescere spirito <strong>di</strong> squadra e<br />
coesione operativa. Ciò signifi ca <strong>di</strong>sponibilità al cambiamento. Una grande occasione per la Regione<br />
Umbria per operare un cambiamento <strong>di</strong> natura strutturale in una visione <strong>di</strong> lungo periodo.<br />
Silvia Vaccarezza<br />
Ho una curiosità. Prevedete la formazione solo per i <strong>di</strong>pendenti degli Uffi ci Turistici o, in maniera più<br />
allargata, come sentivamo prima per Bolzano ed il corpo municipale, anche ad altri?<br />
Oderisi Nello Fiorucci<br />
Diciamo che è <strong>di</strong>ffi cile mettere insieme il sogno con la realtà. Il sogno è quello <strong>di</strong> fare un’azione formativa<br />
sul sistema globale <strong>di</strong> accoglienza, la realtà è cercare le risorse per poter offrire, in via sistematica,<br />
un’offerta formativa che vada a concentrarsi sugli Uffi ci <strong>di</strong> Informazione, ma che non lasci fuori chi fa parte<br />
del sistema <strong>di</strong> accoglienza e, spesso, non ne è nemmeno consapevole. Su questo tema della formazione<br />
la Regione Umbria appare fermamente motivata ad investire e questo mi fa continuare a sognare.<br />
“L’insod<strong>di</strong>sfazione nasce invece dall’incertezza rispetto alla strategia<br />
<strong>di</strong> Regione e Comuni sul ruolo degli Iat: non capiscono che fi ne si vuol<br />
far fare a chi opera in questo ambito.”<br />
Oderisi Nello Fiorucci<br />
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