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Download Atti-Assise-2011.pdf 5 MB - Provincia di Verona

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Ogni momento <strong>di</strong> formazione e ritrovo era poi accompagnato<br />

da un momento <strong>di</strong> degustazione dei prodotti<br />

locali. Ogni struttura ottiene un bollino attestante la<br />

partecipazione che può applicare ad una specifi ca targa<br />

da esporre alla reception. Questo accorgimento,<br />

oltre ad aumentare la sod<strong>di</strong>sfazione dei partecipanti,<br />

offrendogli una testimonianza oggettiva alla loro partecipazione,<br />

aiuta ad aumentare il senso <strong>di</strong> appartenenza<br />

al sistema turistico.<br />

Questo è solo un piccolo esempio <strong>di</strong> come è possibile interpretare in modo nuovo il ruolo dello IAT,<br />

immaginando per esso nuovi compiti e nuovi strumenti e ponendolo al centro del <strong>di</strong>amante turistico, da<br />

cui è più facile e profi cuo gestire le relazioni e portare valore aggiunto a tutti gli attori coinvolti.<br />

Silvia Vaccarezza<br />

Dottor Mingani, innanzitutto grazie per queste lezioni <strong>di</strong> territorio, ma ci sono altri strumenti affi nché lo<br />

lat possa <strong>di</strong>ventare animatore del territorio?<br />

Roberto Ricci Mingani<br />

Gli strumenti sono infi niti ed è la fantasia delle persone che ne in<strong>di</strong>vidua sempre dei nuovi. Ad esempio<br />

uno dei prossimi obiettivi è quello <strong>di</strong> far <strong>di</strong>ventare le strutture ricettive e tutti gli operatori del territorio<br />

degli Uffi ci Informazioni satellite e quin<strong>di</strong> moltiplicatori <strong>di</strong> tutte le informazioni che è possibile<br />

ottenere negli IAT. Non dobbiamo aver paura <strong>di</strong> perdere il lavoro, ma dobbiamo lavorare perché<br />

questo venga valorizzato al massimo.<br />

Silvia Vaccarezza<br />

Bisogna dunque <strong>di</strong>ventare un po’ tutti ambasciatori della propria terra. Fondamentale per uno Iat è il<br />

rapporto con il territorio, però non <strong>di</strong>mentichiamo che chi lavora in uno Iat ha davanti un tesoro. Ci sono<br />

molti operatori che sono <strong>di</strong>sposti a pagare e non poco, per conoscere “l’identikit del turista”, e chi lavora<br />

in Uffi cio <strong>di</strong> Informazione Turistica potrebbe essere bravissimo a farlo.<br />

Parleremo ora delle esigenze e delle competenze formative dell’Accoglienza, con il professor Oderisi<br />

Nello Fiorucci, che ci racconterà dell’esperienza in Umbria: mettere a punto un sistema <strong>di</strong> qualità dell’informazione<br />

turistica.<br />

“Le strutture ricettive e tutti gli operatori del territorio devono<br />

<strong>di</strong>ventare degli Uffi ci Informazioni satellite e quin<strong>di</strong> moltiplicatori <strong>di</strong><br />

quelle che sono le informazioni che si ottengono negli Iat”.<br />

Roberto Ricci Mingani<br />

L’operatore dell’Accoglienza: competenze ed esigenze formative<br />

Oderisi Nello Fiorucci - Centro Italiano <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Superiori sul Turismo e<br />

sulla Promozione Turistica, Università <strong>di</strong> Perugia, Corso <strong>di</strong> Laurea in Economia<br />

del Turismo.<br />

Sono stato invitato a parlare <strong>di</strong> come un moderno modo <strong>di</strong> vivere l’accoglienza<br />

abbia bisogno <strong>di</strong> specifi che competenze. Alcune saranno ancora quelle tra<strong>di</strong>zionali,<br />

altre dovranno essere create ex novo, perché ancora mancano o è ridotto il<br />

numero <strong>di</strong> addetti e <strong>di</strong> organizzazioni attive nel sistema <strong>di</strong> informazione ed Accoglienza che le possiedono.<br />

Diventa, dunque, centrale creare un percorso formativo che possa rispondere alla necessità <strong>di</strong> dare<br />

vita e valorizzare le competenze necessarie. Come fare ciò? In questo mio intervento cercherò <strong>di</strong> dare alcuni<br />

spunti <strong>di</strong> rifl essione, utilizzando poca teoria e cercando <strong>di</strong> riportare l’esperienza in corso in Umbria.<br />

Infatti, la Regione Umbria, insieme al Centro Stu<strong>di</strong> sul Turismo e al professore Dall’Ara, sta cercando <strong>di</strong><br />

avviare un percorso che possa portare non solo ad in<strong>di</strong>viduare le nuove funzioni che il sistema globale<br />

<strong>di</strong> Accoglienza Regionale pensa <strong>di</strong> dover mettere a <strong>di</strong>sposizione del territorio e dei mercati turistici, ma<br />

anche, parallelamente, le competenze necessarie ad assicurarne l’effettiva gestione attraverso la strutturazione<br />

<strong>di</strong> percorsi formativi mirati. Questo con l’obiettivo <strong>di</strong> assicurare che tali funzioni, nuove o vecchie<br />

che siano, vengano svolte in modo eccellente. Siamo ancora in pieno “work in progress” ed il percorso<br />

non è ancora ultimato, ma ho portato alcuni dati e alcune analisi che penso possano contribuire a chiarire<br />

quello che si può fare in questo settore.<br />

Una premessa: oggi va superata l’idea che il marketing turistico <strong>di</strong> una destinazione sia fondamentalmente<br />

costituito dalla “promozione proiettiva”, cioè dall’insieme <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> comunicazione rivolte<br />

verso i potenziali segmenti <strong>di</strong> domanda. Oggi <strong>di</strong>venta centrale il “marketing dell’Accoglienza” termine<br />

che ricomprende l’insieme <strong>di</strong> attività realizzate localmente dai sistemi turistici locali per migliorare<br />

il gra<strong>di</strong>mento del soggiorno degli ospiti, per fornire loro un’adeguata assistenza, per favorire il loro<br />

inserimento nell’ambiente ospitante. In ultima analisi, per valorizzare i fattori <strong>di</strong> attrattiva e favorire la<br />

commercializzazione dei servizi, singoli o complessi, offerti.<br />

Perché il “marketing dell’Accoglienza” vede negli Uffi ci <strong>di</strong> Informazione ed Accoglienza Turistica (Iat)<br />

un elemento essenziale? Perché gli Iat sanno raccontare il territorio. Ad esempio, io sono <strong>di</strong> Gubbio e<br />

vi voglio raccontare due cose che non si descrivono facilmente con il web né con altri me<strong>di</strong>a. Una è un<br />

mito, “San Francesco e il lupo” e un’altra è una festa tra<strong>di</strong>zionale che nel mondo ci fa considerare un<br />

po’ “matti”, una festa che può essere solo fatta vivere o raccontata da un testimone che è cresciuto con<br />

quei valori. Tutti i territori in Italia hanno qualcosa <strong>di</strong> simile da raccontare. Dunque, l’Uffi cio <strong>di</strong> Informazioni<br />

Turistiche, specie se pubblico, è chiamato ad essere testimone appassionato del proprio territorio.<br />

Alla rete degli IAT spetta anche garantire che tutto quello che è stato comunicato e promesso<br />

nelle attività <strong>di</strong> promozione verso la domanda sia poi effettivamente presente e rispettato. Non<br />

è facile rispettare le promesse specie quando si opera nel campo dell’intangibile: ci vogliono dei<br />

professionisti e delle professionalità per poter fare questo.<br />

Chi meglio dell’Uffi cio Informazioni può, inoltre, gestire la relazione con il turista? Si parla sempre più<br />

<strong>di</strong> marketing relazionale ed i punti <strong>di</strong> informazione turistica sono uno dei pochi luoghi in cui l’istituzione<br />

che si occupa <strong>di</strong> turismo ha la possibilità, anche se per pochi minuti, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare <strong>di</strong>rettamente con il<br />

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