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Lo scenario dell’Accoglienza in Italia<br />

Giancarlo Dall’Ara - Docente e Consulente <strong>di</strong> Marketing nel Turismo<br />

Ritengo che in questi anni nel sistema turistico italiano si sia speso troppo sul<br />

versante della promozione e, troppo poco, sul tema dell’Accoglienza, commettendo<br />

così due gravi errori: il primo è che si continua ad investire in promozione,<br />

anche se è molto più effi cace fare il marketing dell’Accoglienza, cioè funziona<br />

<strong>di</strong> più la promozione che si può fare nel territorio, della promozione che si fa nei mercati. Questo<br />

naturalmente non vuol <strong>di</strong>re che non si deve fare promozione nei mercati, ma se le risorse non sono molte<br />

è preferibile, visti i risultati, investire nel territorio, nella cultura dell’ospitalità ad esempio, dei residenti,<br />

degli operatori, nelle attività <strong>di</strong> sensibilizzazione, nei progetti <strong>di</strong> accoglienza. Tutte le ricerche che si<br />

occupano <strong>di</strong> turismo, <strong>di</strong>cono chiaramente che le cose stanno così. Le persone o tornano perché gliel’ha<br />

consigliato qualcuno, oppure perché hanno letto delle recensioni, dei commenti positivi nei vari Social<br />

Network; ed ecco che il tema ci riconduce inevitabilmente all’Accoglienza.<br />

Il secondo grande errore è che se in Italia vi è un punto <strong>di</strong> forza, non è certo nella promozione, ma nella<br />

cultura dell’ospitalità. Dunque a pensarci bene sono <strong>di</strong>versi i motivi per spingere l’acceleratore sulle problematiche<br />

legate all’Accoglienza. Troppo spesso si affronta questo argomento in maniera spontanea,<br />

con i risultati che possiamo immaginare, a volte straor<strong>di</strong>nari, a volte <strong>di</strong>sastrosi, o in maniera troppo professionalizzata<br />

o meglio, solo professionalizzata, credendo che un pochino <strong>di</strong> procedure in più ci salvino.<br />

La professionalità è fondamentale, guai non averla, ma la professionalità asettica rischia <strong>di</strong> omologare<br />

l’accoglienza. Nell’ultima Borsa del turismo che si è tenuta poche settimane fa, è emerso che il 41,3%<br />

degli operatori esteri giu<strong>di</strong>ca buona la qualità dell’Accoglienza in Italia. Il 31,7% invece la ritiene appena<br />

suffi ciente, e per un Paese come il nostro, con una lunga tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Ospitalità, il dato è effettivamente<br />

preoccupante. L‘invito che è stato fatto, in occasione degli interventi che mi hanno preceduto ed in<br />

particolare dall’Assessore Bracco e da chi coor<strong>di</strong>na questo incontro, è quello <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> approfi ttare <strong>di</strong><br />

questa occasione per dare un contributo ed un pensiero che, anche se non rivoluzionerà le cose, almeno<br />

cercherà <strong>di</strong> rimetterle nel giusto binario.<br />

Io ritengo che vada promosso e valorizzato un pensiero italiano: non possiamo anche per quanto attiene<br />

il tema dell’Accoglienza copiare le esperienze internazionali! Le dobbiamo conoscere e dobbiamo<br />

capitalizzare il know - how che ne deriva, dobbiamo tradurre tutto questo in pratiche che possano funzionare<br />

nei nostri territori. Ma dobbiamo soprattutto sviluppare e attualizzare i nostro capitale storico<br />

e identitario.<br />

La risposta a questo tipo <strong>di</strong> sollecitazioni non può che essere quella <strong>di</strong> rimettere la risorsa umana<br />

al centro del sistema turistico. La risorsa umana, non il software! La risorsa umana, non i depliant!<br />

“Il turismo in Italia crescerà solo se a fi anco della promozione<br />

crescerà l’Accoglienza. Non c’è bisogno <strong>di</strong> molte risorse, ma <strong>di</strong> maggior<br />

convinzione da parte dei soggetti decisori.”<br />

Giancarlo Dall’Ara<br />

La risorsa umana, non le fi ere turistiche! Quin<strong>di</strong> le persone che si occupano quoti<strong>di</strong>anamente del tema<br />

dell’Accoglienza.<br />

Ma veniamo al tema: quale è lo Scenario dell’Accoglienza? Oggi c’è una sensibilità maggiore sul tema<br />

dell’Accoglienza da parte dei turisti; aumentano sensibilmente i punti o meglio i “luoghi” <strong>di</strong> informazione,<br />

cambia la tipologia dei visitatori degli uffi ci d’informazione, cambiano i comportamenti e cambiano<br />

anche le aspettative. Che ci sia una maggiore sensibilità sul versante della domanda ce ne siamo accorti<br />

tutti da qualche anno. E’ <strong>di</strong>ffi cile che una persona che una volta si sarebbe accontentata <strong>di</strong> un’informazione<br />

frettolosa, <strong>di</strong> un’accoglienza “alla buona”, oggi invece non reagisca a risposte frettolose o superfi -<br />

ciali, non lo faccia notare, a volte anche platealmente, con conseguenze negative in termini <strong>di</strong> ricordo e<br />

magari <strong>di</strong> commenti e recensioni sul web.<br />

Un secondo aspetto <strong>di</strong> questo Scenario: esplodono i punti d’informazione - anche se in alcune realtà<br />

del nostro Paese c’è l’idea <strong>di</strong> chiuderli - aumentano sensibilmente perché ci sono molti progetti <strong>di</strong><br />

informazione <strong>di</strong>ffusa. Maranello è uno dei casi nei quali l’informazione viene, in parte, portata avanti in<br />

accordo con i commercianti. Non è l’unico caso in Italia e testimonia un piccolo trend che mi sembra opportuno<br />

tenere in considerazione. Ma la vera esplosione dei punti d’informazione ovviamente è sul web;<br />

oggi chiunque dà informazioni su internet. Ci sono dei portali specializzati, una miriade <strong>di</strong> siti web, poi ci<br />

sono le singole persone con i loro blog, e le pagine nei Social Network, uno scenario che è in continuo<br />

cambiamento. Segnalo che in Germania, è stato avviato quest’anno un progetto triennale che tende a<br />

mo<strong>di</strong>fi care la classifi cazione alberghiera affi ancando alle stelle tra<strong>di</strong>zionali, i commenti rilevati in alcuni<br />

portali a cui si andranno ad aggiungere valutazioni degli esperti.<br />

La terza questione è relativa al cambiamento della tipologia dei visitatori. Chi lavora nell’Accoglienza<br />

turistica se ne è accorto. Sono sempre meno i visitatori in particolare giovani, almeno questo è il dato che<br />

ci risulta, ma aumentano i residenti. Ovviamente gli Uffi ci Informazioni hanno più lavoro <strong>di</strong> prima perché<br />

arrivano meno persone fi sicamente allo sportello, ma sono molte <strong>di</strong> più quelle che si rivolgono agli Uffi ci<br />

Informazioni online e sono molto più attive. In Francia, in Piccar<strong>di</strong>a, hanno presentato una ricerca dalla<br />

quale risulta che ben 4.000 itinerari sono stati creati dagli internauti. Se voi come me, ogni tanto andate a<br />

dare un’occhiata su Trip Advisor, avrete visto che se una persona collabora “postando” molti commenti,<br />

può ambire al titolo <strong>di</strong> “esperto locale”. Esperto locale è un piccolo punto <strong>di</strong> informazioni turistiche al<br />

quale viene affi dato in gestione <strong>di</strong>retta un forum e che risponde ai commenti. Quin<strong>di</strong> può fare promozione,<br />

o può alle volte intervenire in maniera <strong>di</strong>retta sulle proposte del territorio.<br />

Inoltre cambiano le aspettative delle persone che si rivolgono agli Uffi ci Informazione, e più in generale i<br />

punti <strong>di</strong> accoglienza. Si aprono punti <strong>di</strong> accoglienza nei musei, negli aeroporti. Cambiano le aspettative<br />

<strong>di</strong>cevo: ad ogni richiesta, per così <strong>di</strong>re materiale o concreta, corrisponde sempre un’aspettativa <strong>di</strong> un<br />

bene immateriale. Mentre la richiesta materiale è esplicita, ad esempio: “Vorrei l’elenco <strong>di</strong>… Cosa faccio<br />

stasera? Cosa c’è oltre il mare?”, quella immateriale è implicita. E si traduce in un desiderio <strong>di</strong> maggiore<br />

“Gli Uffi ci Iat hanno bisogno <strong>di</strong> nuove funzioni: devono fare marketing,<br />

<strong>di</strong>ventare dei luoghi relazionali e devono innovare strumenti e<br />

metodologie.”<br />

Giancarlo Dall’Ara<br />

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