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Storia del brigante Michele CARUSO - i fontanari torremaggioresi

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Copyright - 1999 - 2000 - © Fioravante BOSCO - Tutti i diritti riservati - Visualizzazione consigliata 800x600<br />

Generale Enrico Cialdini Generale Trivulzio Pallavicino Generale Ferdinando Pinelli<br />

Il Generale SOLAROLI aiutante di campo di Vittorio Emanuele II definiva i contadini "la più grande<br />

canaglia <strong>del</strong>l'ultimo ceto". I contadini dovevano essere tutti fucilati, senza far sapere niente alle<br />

autorità. Imprigionarli non era conveniente perché, una volta in galera, lo Stato doveva provvedere al<br />

loro sostentamento.<br />

Il Generale ENRICO CIALDINI dopo aver massacrato Gaeta telegrafò al governatore <strong>del</strong> Molise:<br />

"Faccia pubblicare un bando che fucilo tutti i paesani che piglio armati e do quartiere solo alla truppa.<br />

Oggi ho già cominciato".<br />

Il Generale FANTI emanò un bando che sanciva la competenza dei tribunali militari straordinari per i<br />

colpevoli di brigantaggio, saccheggio, incendi e uccisioni.<br />

Il Generale DELLA ROCCA impartì l'ordine che: "…. non si perdesse tempo a far prigionieri, dato che i<br />

governatori avevano fatto imprigionare troppi contadini". In una settimana nel Teramano furono<br />

fucilati 526 contadini e a Scurcula altrettanti, e così a Isernia e Rionero Sannitico e in mille altri paesi<br />

<strong>del</strong> Sud. Lo stesso Generale così scriveva in un suo memoriale: "erano tanti i ribelli, che numerose<br />

furono le fucilazioni; da Torino mi scrissero di moderare queste esecuzioni, riducendole ai soli capi,<br />

ma, i miei comandanti di distaccamento che avevano riconosciuto la necessità dei primi provvedimenti,<br />

in certe regioni dove non era possibile governare, se non incutendo terrore, vedendosi arrivare l'ordine<br />

di fucilare solo i capi telegrafavano con questa formula "arrestati, armi in mano, nel luogo tale,<br />

tre, quattro, cinque capi briganti" ed io rispondevo: "FUCILATE". Poco dopo il Fanti, a cui il<br />

numero dei capi sembrava esagerato mi invitò a sospendere le fucilazioni e a trattenere prigionieri tutti<br />

gli arrestati. Le prigioni e le caserme rigurgitavano".<br />

Il Colonnello PIETRO FUMEL si vantava di aver fatto fucilare "trecento briganti e non<br />

briganti" e sottoponeva a torture e sevizie inaudite i prigionieri.

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