Storia del brigante Michele CARUSO - i fontanari torremaggioresi
Storia del brigante Michele CARUSO - i fontanari torremaggioresi
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17 ottobre 1863<br />
Uccide tredici contadini nella masseria Monacelle.<br />
18 ottobre 1863<br />
Caruso sostiene presso Torremaggiore, uno scontro con il 6° squadrone dei lancieri di Aosta, ma<br />
perde sette cavalli e cinque cavalieri. Fuggi in direzione di Lucera; ma quella guardia nazionale lo<br />
spinse verso Biccari ed Alberona.<br />
19 ottobre 1863<br />
La banda, passando pel territorio di Castelnuovo, uccise a colpi di rasoio tredici contadini. Alla sera,<br />
presso Roseto, fu da quella guardia nazionale assalito restando fra le mani di quei bravi militi un<br />
morto ed un ferito. Nello stesso giorno una compagnia <strong>del</strong> 26° fanteria, nel territorio di Fojano si<br />
dava ad inseguire la banda Caruso. Nella mischia rimasero uccisi un <strong>brigante</strong> ed una <strong>brigante</strong>ssa. In<br />
tale occasione Enrico Lombardi di Lucera, che stava sequestrato, riuscì a fuggire.<br />
20 ottobre 1863<br />
Nella masseria Reggente, che trovasi in quel di Lucera, Caruso uccise una donna; però attaccato<br />
dagli Usseri perdeva 2 uomini e 4 cavalli.<br />
22 ottobre 1863<br />
Toglie al postiere di S. Bartolomeo in Galdo tutta la corrispondenza e lo sequestra.<br />
28 ottobre 1863<br />
Nel giorno 28 ottobre ritornando da Vulturino, per la volta di S. Bartolomeo in Galdo, i quattro<br />
mulattieri Lucido Bocchino fu Giovanni, Angelo Bocchino di Andrea da Terranova, Bernando e<br />
Ciriaco Colella <strong>del</strong> villaggio di Pisciaro Montefusco, s'imbatterono nella numerosa banda Caruso,<br />
che allora infestava quelle contrade, il primo venne ucciso con un colpo di arma da fuoco in<br />
tenimento di Fojano Valfortore, pel motivo che richiesto chi fosse, ebbe a rispondere essere quel tale<br />
che tempo addietro, essi briganti, avevano tolto i muli e i maccheroni. La prova specifica pose in<br />
rilievo che uno dei malfattori, in quel rincontro venne riconosciuto per Baldassarre Ianzito di S.<br />
Giorgio la Molara, il quale scaricò il primo colpo contro Lucido Bocchino, che andò a vuoto e che il<br />
Ianzito fatto segno ad un altro suo compagno sconosciuto, costui con arma simile a quella <strong>del</strong><br />
Ianzito, detta carabina, tirò un'altra scarica contro il Bocchino, che, colpito alla regione scapolare<br />
destra, rimase all'istante cadavere ed infatti il proiettile gli aveva perforato il polmone, il pecardio e<br />
l'aorta ascendente.<br />
29 ottobre 1863<br />
La banda, mentre stava riposando nella masseria di Ianni Domenico, (S.Bartolomeo in Galdo) fu<br />
messa in fuga da quella guardia nazionale.<br />
3 novembre 1863