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Storia del brigante Michele CARUSO - i fontanari torremaggioresi

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presso Carpino una comitiva di cinquanta briganti comandata da Caruso e da Angelo Maria <strong>del</strong><br />

Sambro, capo <strong>del</strong>la banda <strong>del</strong> Gargano e terrore <strong>del</strong> circondano di S. Severo. I briganti, dopo uno<br />

scontro durato quindici minuti, lasciarono sul terrena uno dei loro.<br />

15 giugno 1862<br />

La mattina <strong>del</strong> 15, nello stesso territorio, si vide Caruso seder tranquillamente sopra un poggio dal<br />

quale scorse che il comandante <strong>del</strong>l'undecima compagnia <strong>del</strong>l'8° Fanteria voleva, per una mulattiera,<br />

attaccarlo alle spalle. Caruso ordinò ai suoi di tirare contro i soldati, ed infatti ne fu ferito uno<br />

gravemente.<br />

16 giugno 1862<br />

La mattina <strong>del</strong> 16 giugno quattro briganti, approfittando <strong>del</strong>l'assenza <strong>del</strong> loro capo, andarono a<br />

costituirsi al comandante <strong>del</strong>l'8° Fanteria.<br />

24 giugno 1862<br />

Cominciano fra <strong>Michele</strong> Caruso e Angelo Maria <strong>del</strong> Sambro degli screzii. I masnadieri dei due<br />

capibanda cercano, con tutti i modi, di rappattumarli.<br />

27 giugno 1862<br />

La mattina <strong>del</strong> 27 giugno il colonnello Testa, presso S. Severo, attaccò il <strong>del</strong> Sambro. Nella<br />

mischia fece prigionieri quattro briganti, che furono fucilati il giorno appresso. Uno di questi era<br />

don Nicola Peri.. . da Foggia, domiciliato in Apricena, già medico <strong>del</strong> 3° Dragoni borbonico e<br />

decorato <strong>del</strong>la medaglia di Velletri. In tale circostanza fu presa viva la druda di Angelo Maria <strong>del</strong><br />

Sambro, una bella e muscolosa donna, la quale, in luogo <strong>del</strong> rosario e <strong>del</strong> crocifisso, portava in<br />

tasca un rasoio ed un pugnale Alla cintola, come ornamento, aveva due pistole con manico di<br />

argento cesellato.<br />

28 giugno 1862<br />

Il comandante <strong>del</strong> 49° di linea, venuto a conoscenza che il <strong>del</strong> Sambro, con alcuni dei suoi si trovava<br />

in un casolare, sito in contrada Tampicci, vi dette l'assalto, e, quando si avvide che i masnadieri non<br />

volevano arrendersi, vi fece appiccare il fuoco. I briganti, col loro capo e quattro donne, implorando<br />

pietà, deposero le armi e si arresero. Erano tutti di S. Marco la Catola. Caruso venuto a conoscenza<br />

<strong>del</strong>la cosa, mandò un parlamentare dal comandante <strong>del</strong> 49°, per indurlo a misurarsi con lui.<br />

4 luglio 1862<br />

Un distaccamento <strong>del</strong>l'8° di linea e nove guardie nazionali di S. Marco la Catola, dopo aver, per più<br />

ore, inseguita la banda di Giovambattista Varanelli, la raggiunsero presso il bosco di Pietra dove<br />

trovavasi Caruso. Si venne a battaglia, e, dopo uno sciupio di polvere e palle, a conto fatto, i soldati<br />

ebbero un morto ed un ferito ed i briganti perdettero tre dei loro, oltre sei cavalli, cinque fucili, tre<br />

pistole e una buona somma di denaro.<br />

28 luglio 1862

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