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Copione spettacolo

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Il Rinascimento a<br />

Corte<br />

Classe 2°D<br />

A.S. 2007-08<br />

1


PROGETTO<br />

"IL RINASCIMENTO DALLA A ALLA Z" - COPIONE<br />

Il Rinascimento a Corte<br />

Sul praticabile una tavola apparecchiata in "stile" rinascimentale. Musica di<br />

apertura. I ragazzi attendono fuori dall'aula. Ai lati, in basso, sono disposti<br />

due microfoni ai quali si alterneranno i lettori. Luce piena<br />

[ELISABETTA]<br />

Oggi presentiamo la sintesi di un percorso di scoperta e<br />

conoscenza del periodo rinascimentale che abbiamo condotto<br />

durante tutto il corso di questo anno scolastico nelle discipline<br />

di Lettere e Musica.<br />

Proveremo a raccontare qualche scorcio della vita di corte<br />

soprattutto del Rinascimento italiano, presentandovi letture,<br />

documenti, musiche e cercando di farvi immaginare un<br />

contesto.<br />

Siamo alla metà del<br />

1500, a Ferrara. In un<br />

trattato dell'epoca, un<br />

volume di Cristoforo da<br />

Messisburgo dal titolo<br />

Banchetti compositioni<br />

di vivande et<br />

apparecchio generale,<br />

leggiamo una cronaca di<br />

una cena alla corte di<br />

Ferrara, avvenuta il 24<br />

gennaio 1529.<br />

Buio in sala. Musica di sottofondo [Pavana]. I ragazzi entrano uno ad uno<br />

dalla porta di ingresso allo scandire dei nomi e dei convitati. Salgono sul<br />

praticabile e si siedono a tavola. Un "banditore" scandisce con un colpo di<br />

bastone a terra gli ingressi.<br />

2<br />

[ELENA B. svolgendo una sorta di pergamena]<br />

Cena di carne e pesce, che fece l'Illustrissimo Signor Don Ercole<br />

da Este, allora Duca di Chartres, all'Illustrissimo ed<br />

Eccellentissimo Signor Duca di Ferrara suo Padre, a<br />

all'Illustrissima Madama Marchesa di Mantova, e alla<br />

Illustrissima Madama Renéa sua mogliera, e al Reverendissimo<br />

Archiepiscopo di Milano e all'Illustrissimo Signor Don<br />

Francesco e ad uno Ambasciatore del Re Cristianissimo, e a due<br />

Ambasciatori del Serenissimo Senato Veniziano, e altri<br />

gentiluomini e gentildonne, così ferraresi come d'altro luoco, i<br />

quali furono tutti al numero di 104 nella prima tavola.<br />

[MOUSTAFA facendo pause nei tratti indicati al fine di far mostrare gli<br />

oggetti ai compagni]<br />

Sulla tavola rinascimentale<br />

c'erano cose preziose e di<br />

vario genere. Si faceva<br />

grande sfoggio di eleganza.<br />

Fiori, / posate d'argento, /<br />

coppe, bicchieri di vetro di<br />

Murano, / saliere d'argento,<br />

/ tovaglie di lino e altri<br />

tessuti finemente ricamati<br />

su cui erano posti oggetti<br />

preziosi, / erano la cornice<br />

per piccole e grandi<br />

occasioni.<br />

[STEFANO]<br />

I menu erano molto ben articolati e comprendevano:<br />

- un primo servizio di credenza, cioè gli attuali antipasti che<br />

arrivavano fino a 16 pietanze;


- un servizio di cucina, cioè i primi, comprendenti dalle 10<br />

alle 12 pietanze<br />

- un terzo servizio di credenza, cioè i secondi<br />

- un ultimo servizio di credenza, cioè il dolce e la frutta<br />

I banchetti venivano rallegrati da danze, musiche, letture e<br />

giochi. Tra le danze eseguite, molto in voga era la Pavana.<br />

I ragazzi scendono dal praticabile e si dispongono per eseguire la Pavana<br />

intonando a bocca chiusa la melodia principale. Il lettore si porta al<br />

microfono.<br />

[BENEDETTA]<br />

Il nome di Pavana<br />

deriva dalla città di<br />

Padova. È una danza<br />

di corte di andamento<br />

moderato ed ebbe il<br />

suo periodo di<br />

splendore nel XVI e<br />

XVII secolo.<br />

Ecco una Pavana di Thoinot Arbeau. I passi che vedrete sono<br />

quelli che lo stesso Arbeau (un compositore del tempo) riporta<br />

nel suo celebre trattato di danza rinascimentale.<br />

Esecuzione musicale e coreografica della Pavana.<br />

3<br />

[SONIA facendo pause nei tratti<br />

indicati al fine di far mostrare<br />

gli abiti ai compagni]<br />

L'abbigliamento nel<br />

Rinascimento sviluppa un<br />

proprio stile. Mantelli, /<br />

fusciacche, / tuniche, /<br />

maniche molto ampie / e<br />

cappelli per gli uomini; /<br />

vesti lunghe e voluminose, /<br />

scollature e ornamenti nelle<br />

acconciature per le donne.<br />

[ELENA G.]<br />

La figura del cortigiano e della cortigiana erano al centro della<br />

vita culturale e sociale del Rinascimento<br />

Il perfetto intellettuale di Corte doveva astenersi dal dare giudizi<br />

sulla situazione politica e doveva, al contrario, essere<br />

accondiscendente con il Principe, che lo manteneva e gli<br />

permetteva di continuare la sua attività. La figura dell'uomo di<br />

corte ideale fu teorizzata da Baldassarre Castiglione nella sua<br />

opera più famosa, il "Cortegiano".<br />

[ALBERTO]<br />

Uno dei più raffinati "giochi" di corte era il madrigale,<br />

composizione vocale polifonica su testo poetico. I cortigiani e le<br />

cortigiane si ritrovavano per eseguirli e lo consideravano quasi un<br />

gioco di società. La sua complessità vocale e di interpretazione<br />

era tale per cui era necessario conoscere le tecniche compositive e<br />

vocali per poterne apprezzare tutta la bellezza (e dunque per<br />

potersi divertire).<br />

L'esecuzione di un madrigale sarebbe per noi impossibile, ma<br />

possiamo tentare di darvi qualche suggerimento per farvelo<br />

apprezzare.


[JOLA]<br />

L'autore del madrigale che ascolterete è Giaches de Wert,<br />

compositore fiammingo che studiò alla corte ferrarese. Il testo<br />

del madrigale è di Torquato Tasso, rinomato poeta della<br />

seconda metà del '500, anch'egli in opera alla corte di Ferrara.<br />

Il testo, che racconta di una delusione amorosa, nella versione<br />

in parafrasi, dice:<br />

[ALESSANDRO S. con effetti di distorsione della voce]<br />

Forsennata gridava: "Oh, tu che porti con te una parte di me,<br />

un'altra parte lasci.<br />

O predi l'una, o rendi l'altra, oppure sia la morte.<br />

Prendile tutte e due insieme: arresta i tuoi passi.<br />

Che giungano a te le ultime mie suppliche.<br />

Non dico di avere da te baci: un'altra sarà più degna di<br />

riceverli.<br />

Di cosa hai paura, vigliacco, se resti?<br />

Potrai rifiutarmi, perché potrai fuggire."<br />

[ISABELLA]<br />

Se ascolterete ora il madrigale, vi accorgerete che con tutta<br />

probabilità non riuscirete a riconoscere nemmeno una parola.<br />

Attenzione! Provate ad ascoltare e cercate di memorizzare le<br />

parole che riuscirete a percepire. Ve le chiederemo.<br />

Ascolto di Forsennata gridava di Wert. Traccia n. 2<br />

[JESSICA]<br />

E ora una domanda. Quali parole avete riconosciuto? [Il<br />

pubblico risponde]<br />

Il testo risulta per la maggior parte incomprensibile perché le<br />

voci che lo cantano sono cinque e tutte eseguono note e ritmi<br />

differenti. Questo intreccio di voci si chiama polifonia, una<br />

delle tecniche più frequentate del tempo. Riuscire ad<br />

armonizzare tutti questi incastri è davvero una cosa complessa.<br />

4<br />

5 ragazzi si dispongono di fronte al pubblico.<br />

Ma c'è qualcosa di molto più intrigante, nel madrigale: i<br />

cosiddetti madrigalismi, che sono i punti in cui la musica cerca di<br />

esprimere in modo molto fedele il significato del testo.<br />

Riascoltiamo solo l'inizio: le cinque voci alternano il testo<br />

Forsennata gridava e lo pronunciano in successione. Sulla parola<br />

gridava sentirete che ognuna delle voci si alza verso l'acuto, con<br />

un salto molto ampio e ardito. Quasi un grido, appunto.<br />

Ascolto del frammento con madrigalismo. Traccia n. 3<br />

All'ingresso di ogni voce (sulla sillaba "da") ognuno dei 5 ragazzi solleva<br />

un braccio. Al termine tutti rimangono con la mano verso l'alto.<br />

Oppure, ancora, alla parola morte, tutte le voci convergono su<br />

questo termine, si quietano, si abbassano in altezza e in intensità.<br />

Ascolto del frammento con madrigalismo. Traccia n. 4<br />

A turno i 5 ragazzi porgono la mano verso il centro e insieme,<br />

gradualmente seguendo la musica, abbassano il braccio.<br />

Una musica di questo tipo<br />

si apprezza se si riescono a<br />

cogliere tutte queste<br />

sfumature. Ecco dove stava<br />

una delle qualità dell'uomo<br />

del rinascimento: nel<br />

trovare divertimento e<br />

piacere praticando il<br />

sapere, la tecnica, la<br />

cultura.


[STEFANO]<br />

Durante il XV secolo la danza<br />

diventò parte integrante<br />

dell’educazione dei giovani<br />

nobili; presso le corti venivano<br />

chiamati o risiedevano maestri<br />

incaricati di insegnare la<br />

disciplina e allestire coreografie<br />

in occasioni delle grandi feste, il<br />

cui sfarzo era volto a celebrare<br />

la potenza e la ricchezza dei<br />

signori.<br />

Oltre alle complesse coreografie create dai maestri, esistevano<br />

delle danze con uno schema più o meno fisso, tra cui il branle,<br />

danza di origine francese denominata brando in italiano.<br />

Esecuzione coreutica del branle. Traccia n. 5<br />

[ALESSANDRO B.]<br />

La civiltà rinascimentale ha avuto il grande merito di<br />

incentivare la produzione artistica e poetica in grande quantità.<br />

Il nostro illustre concittadino Ludovico Ariosto è l'autore del<br />

celeberrimo poema cavalleresco L'Orlando Furioso. Le ottave<br />

che narrano le gesta di Orlando, Angelica, Rinaldo,<br />

Bradamante, Astolfo, e così via, erano momento di<br />

intrattenimento a corte, magari - come lo stesso Cristoforo di<br />

Messisburgo ci racconta - recitate ad un banchetto, tra una<br />

portata e l'altra.<br />

[ALAN al centro, sul praticabile]<br />

Primieramente, era adornata la sala grande di corte con le<br />

coltrine grandi, di ricamo e d'altre sorti, magnificamente; dove<br />

innanzi cena si rappresentò una commedia di Messer Ludovico<br />

Ariosto.<br />

5<br />

Lettura nell'ordine di: due ottave dal Proemio, un'ottava dalla Fuga di<br />

Angelica, 2 ottave dalla Pazzia di Orlando, due ottave da Astolfo sulla luna<br />

(e loro parafrasi), intercalate da alcune "introduzioni". Con sottofondo<br />

musicale di musiche dell'epoca durante la lettura delle ottave. Illuminazione<br />

che si alterna da un lettore all'altro.<br />

[DAVIDE]<br />

Capolavoro indiscusso dell'epica rinascimentale, l'Orlando<br />

Furioso ebbe un immediato successo non solo presso il pubblico<br />

di dame e cavalieri della corte di Ferrara, ma anche di altre corti<br />

italiane e straniere.<br />

[ALESSANDRO G.]<br />

La vicenda raccontata è tutta immaginaria e nulla ha a che fare<br />

con la storia. Il poema è costituito da un vorticoso susseguirsi di<br />

personaggi, duelli, amori, azioni che si svolgono su tutta la terra e<br />

anche in cielo, con continui colpi di scena prodotti da<br />

incantesimi, armi, anelli e animali fatate, angeli, maghi e fate.<br />

[DAVIDE]<br />

L'amore e la guerra sono i temi principali, ma il motivo della<br />

guerra passa, sovente, in secondo piano, perché i cavalieri dei due<br />

opposti schieramenti che si oppongono, pagani e cristiani privano<br />

di reale animosità lo scontro tra le due differenti religioni.<br />

[ALESSANDRO G.]<br />

In queste avventure e nei personaggi che ne sono protagonisti è<br />

possibile cogliere aspetti della vita reale, leggere, come in uno<br />

specchio, i sogni, le illusioni, le delusioni, gli inganni, le passioni<br />

che fanno parte della esistenza dell'uomo.<br />

[ROXANA lettura spostandosi verso il centro con una candela accesa]<br />

I personaggi dell'Orlando Furioso sono sempre in movimento,<br />

sempre alla ricerca di qualcosa:


il caso li fa incontrare, li fa<br />

scontrare, li fa ritrovare proprio<br />

come nella vita quotidiana dove<br />

ciascuno di noi è sempre, giorno<br />

dopo giorno, in movimento alla<br />

ricerca di qualcosa che dovrebbe<br />

soddisfarlo pienamente. Ma anche<br />

se riusciamo a raggiungere la nostra<br />

meta, un'altra, subito dopo, se ne<br />

presenta e così via fino alla fine<br />

della nostra esistenza.<br />

Il poema comprende 46 canti, ciascuno diviso in una serie di<br />

ottave, cioè strofe o stanze di otto endecasillabi ciascuna.<br />

[ALAN - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 111)]<br />

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,<br />

le cortesie, l'audaci imprese io canto.<br />

che furo al tempo che passaro i Mori<br />

d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,<br />

seguendo l'ire e i giovenil furori<br />

d'Agramante lor re, che si diè vanto<br />

di vendicar la morte di Troiano<br />

sopra re Carlo imperator romano.<br />

Traccia brano n. 6<br />

[NICOLÒ - parafrasi]<br />

"Canto le donne, i cavalieri, l'arme, gli amori, i nobili gesti, le<br />

azioni coraggiose che avvennero quando gli Arabi, seguendo il<br />

loro re Agramante che voleva vendicare la morte di suo padre<br />

Troiano muovendo guerra all'imperatore del Sacro Romano<br />

Impero Carlo Magno, attraversarono il mare che separa<br />

l'Africa dall'Europa e causarono molti danni in Francia.<br />

6<br />

[ALESSANDRO B. - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 110)]<br />

Dirò d'Orlando in un medesmo tratto<br />

cosa non detta in prosa mai né in rima:<br />

che per amor venne in furore e matto,<br />

d'uom che sì saggio era stimato prima;<br />

se da colei che tal quasi m'ha fatto,<br />

che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima<br />

me ne sarà però tanto concesso,<br />

che mi basti a finir quanto ho promesso.<br />

Traccia brano n. 7<br />

[NICOLÒ - parafrasi]<br />

Nello stesso tempo racconterò cose mai<br />

dette prima, né in prosa, né in versi, di<br />

Orlando che per amore, da uomo saggio<br />

come era prima considerato, diventò<br />

pazzo furioso; e lo potrò fare se da colei<br />

che mi ha reso quasi pazzo come<br />

Orlando (la donna di cui sono<br />

innamorato) e che a poco a poco mi<br />

consuma l'ingegno, me ne sarà lasciato a<br />

sufficienza per terminare l'opera che ho<br />

promesso di scrivere.<br />

[OUSSAMA - introduzione lettura al centro, sul soppalco]<br />

Intorno ad Angelica in fuga dal campo di Carlo Magno è un<br />

vorticare di guerrieri che, accecati dal desiderio, dimenticano i<br />

sacri doveri cavallereschi. Prendiamo il cavaliere Ferraù: lo<br />

incontriamo mentre sta cercando di ripescare l'elmo che gli è<br />

caduto in un fiume quand'ecco che passa di lì Angelica, di cui<br />

anch'egli è innamorato, inseguita da Rinaldo; Ferraù smette di<br />

cercare l'elmo e duella con Rinaldo; nel bel mezzo del duello<br />

Rinaldo propone all'avversario di rimandare la contesa e


d'inseguire insieme la fuggitiva; Ferraù smette di duellare e si<br />

dà all'inseguimento di Angelica, d'amore e d'accordo con il<br />

rivale.<br />

[ROXANA - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 102)]<br />

Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!<br />

Eran rivali, eran di fé diversi,<br />

e si sentian degli aspri colpi iniqui<br />

per tutta persona anco dolersi;<br />

e pur per selve oscure e calli obliqui<br />

insiem van senza sospetto aversi.<br />

Da quattro sproni il destrier punto arriva<br />

ove una strada in due si dipartiva.<br />

Traccia brano n. 8<br />

[LORENZO - parafrasi]<br />

Oh, gran bontà dei cavalieri antichi! Erano rivali, erano di fede<br />

diversa e ancora sentivano sul loro corpo il dolore delle ferite,<br />

eppure se ne vanno insieme senza sospettare l'uno dell'altro per<br />

foreste sconosciute e tortuosi sentieri. Entrambi salgono sullo<br />

stesso cavallo che viene così guidato da quattro sproni e<br />

giungono dove la strada si biforca.<br />

[ERIK - introduzione al centro, sul soppalco]<br />

Angelica, dopo una serie di avventure, incontra un giovane<br />

soldato saraceno ferito, Medoro, di cui presto si innamora: lo<br />

cura, lo guarisce e con lui torna in Oriente. Orlando alla ricerca<br />

di Angelica, capita nel bosco che è stato testimone dell'idillio<br />

fra i due giovani e vede inciso, sulla corteccia degli alberi,<br />

innumerevoli volte il nome della donna amata e quello di<br />

Medoro; viene poi a sapere dal pastore presso il quale i due<br />

avevano vissuto, della loro storia d'amore. Disperato, fugge nel<br />

bosco.<br />

7<br />

[ANDREA - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 107)]<br />

Pel bosco errò tutta la notte il conte;<br />

e allo spuntar della dïurna fiamma<br />

lo tornò il suo destin sopra la fonte<br />

dove Medoro insculse l'epigramma.<br />

Veder l'ingiuria sua scritta nel monte<br />

l'accese sì, ch'in lui non restò dramma<br />

che non fosse odio, rabbia, ira e furore;<br />

né più indugiò, che trasse il brando fuore.<br />

Traccia brano n. 9<br />

[LORENZO - parafrasi]<br />

Il Conte (Orlando) vagò per tutta la notte nel bosco e, allo spuntar<br />

del sole, il suo destino lo riportò presso quella fonte dove Medoro<br />

aveva scolpito la sua scritta amorosa: vedere la sua offesa scritta<br />

così su quella roccia lo accecò a tal punto d'ira che non restò più<br />

niente in lui che non fosse, ormai, odio, rabbia e furore; e non<br />

indugiò oltre e sguainò subito la spada.<br />

[MANUEL - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 101)]<br />

Tagliò lo scritto e 'l sasso, e sin al cielo<br />

a volo alzar fe' le minute schegge.<br />

Infelice quell'antro, et ogni stelo<br />

in cui Medoro e Angelica si legge!<br />

Così restâr quel dì, ch'ombra né gielo<br />

a pastor mai non daran più, né a gregge:<br />

e quella fonte, già si chiara e pura,<br />

da cotanta ira fu poco sicura;<br />

Traccia brano n. 10


[ALAN - parafrasi]<br />

Con la spada tagliò lo scritto e il<br />

sasso e sollevò fino al cielo le<br />

piccolissime schegge di pietra; e<br />

così, ben sfortunati furono quella<br />

grotta ed ogni tronco su cui si<br />

leggeva il nome di Angelica e di<br />

Medoro e in quello stato rimasero<br />

a partire da quel giorno e, certo,<br />

non potranno più offrire né ombra<br />

né fresco a nessun pastore o<br />

gregge; e quella fonte, prima così<br />

chiara e pura, non riuscì a salvarsi<br />

da tanta furia.<br />

[ANDREA - introduzione al centro, sul soppalco]<br />

Orlando, sconvolto dall'amore e dalla gelosia, è rimasto privo<br />

del suo senno che è finito sulla luna. A salvare il nobile<br />

paladino interviene Dio stesso che permette ad Astolfo, il<br />

nobile cugino di Orlando, di raggiungere con l'ippogrifo, il<br />

cavallo alato, il Paradiso Terrestre. Qui l'apostolo San<br />

Giovanni accompagnerà Astolfo sulla luna dove sono raccolti<br />

tutti i beni che gli uomini perdono sulla terra: tra questi il loro<br />

senno racchiuso in ampolle di vetro.<br />

[ERIK - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 92)]<br />

Era come un liquor sottile e molle,<br />

atto a esalar, se non si tien ben chiuso,<br />

e si vedea raccolto in varie ampolle,<br />

qual più, qual men capace, atte a quell'uso.<br />

Quella è maggior di tutte, in che del folle<br />

signor d'Anglante era il gran senno infuso;<br />

e fu da l'altre conosciuta, quando<br />

avea scritto di fuor: "Senno d'Orlando".<br />

8<br />

Traccia brano n. 11<br />

[ALESSANDRO G. - parafrasi]<br />

Era simile a un liquido leggero e molle, che, se non si tiene<br />

chiuso, evapora con facilità ed era raccolto in numerose ampolle<br />

più o meno grandi. La più grande di tutte, nella quale era<br />

racchiuso il senno del folle signor d'Anglante (di Orlando), fu<br />

subito riconosciuta in mezzo alle altre, poiché c'era scritto fuori:<br />

senno di Orlando.<br />

[HIDER - introduzione<br />

al centro, sul soppalco]<br />

Astolfo vede una gran<br />

quantità del suo senno<br />

ma ne trova tanto<br />

anche di altri.<br />

[OUSSAMA - ottava con effetti di distorsione vocale (n. 126)]<br />

Altri in amar lo perde altri in onori,<br />

altri in cercar, scorrendo il mar, richezze;<br />

altri ne le speranze de' signori,<br />

altri dietro alle magiche sciocchezze;<br />

altri in gemme, altri in opre di pittori,<br />

et altri in altro che più d'altro aprezze.<br />

Di sofisti e d'astrologhi raccolto,<br />

e di poeti ancor ve n'era molto.<br />

Traccia brano n. 12<br />

[ALESSANDRO G. - parafrasi]<br />

Alcuni lo hanno perso in amore, altri negli onori, altri ancora nel<br />

cercare ricchezze, navigando, alcuni perché sperano di essere<br />

beneficiati dai loro signori, altri prestando inutile fede alle


Luce più diffusa.<br />

fandonie della magia, altri in<br />

gemme, altri in opere d'arte, e altri<br />

ancora inseguendo ciascuno i sogni<br />

che ama di più.<br />

Era raccolto quello di uomini dotti<br />

e di astrologi e ve ne era molto<br />

anche di quello dei poeti.<br />

[MOUSTAFA]<br />

Alla corte di Ferrara<br />

operarono con<br />

successo tre nobili<br />

dame che si esibivano<br />

cantando e suonando<br />

l'arpa, il liuto e la<br />

viola da gamba. La<br />

fama del gruppo<br />

dipese dalla loro<br />

abilità nell'abbinare la<br />

vocalità agli<br />

strumenti.<br />

Ancora oggi le loro esibizioni sono note come il Concerto<br />

delle tre dame. Ispirato a quell'idea ecco un canto<br />

rinascimentale della corte inglese, scritto dal compositore John<br />

Dowland. Il titolo è Come again.<br />

Esecuzione vocale e strumentale di Come again.<br />

[ANDREA]<br />

La grandezza del Principe doveva essere ribadita dagli artisti<br />

ad ogni occasione. Sul frontespizio dell'Orlando Furioso, sta<br />

scritto: Orlando Furioso di Messer Ludovico Ariosto. Allo<br />

Illustrissimo e Reverendissimo Donno Ippolito Da Este Suo<br />

Signore.<br />

9<br />

[ALBERTO]<br />

Anche sulla tavola del nostro<br />

banchetto dobbiamo<br />

immaginare che i piatti e le<br />

decorazioni alludessero alla<br />

potenza del Signore. Ci<br />

dicono le cronache che su<br />

quella stessa tavola dapoi si<br />

portarono figure grandi di<br />

zucchero 25, le quali<br />

significavano le forze<br />

d'Ercole, quando vinse il<br />

leone:<br />

la cui grandezza era più di due palmi e mezzo per chiascheduna,<br />

dorate e dipinte, colle carnagioni che parevano vive.<br />

[ALESSANDRO S.]<br />

Sempre ad Ercole - alla cui<br />

figura mitica si ispirava il<br />

celebre duca estense - è<br />

dedicata anche questa<br />

composizione, dal titolo Danza<br />

di Ercole. L'autore è Tielman<br />

Susato, uno dei primi<br />

compositori ad essere al tempo<br />

stesso editore delle proprie e<br />

altrui musiche.<br />

Ancora una volta sarà un ensemble di flauti dolci di tutte le taglie,<br />

strumenti assai diffusi nel Rinascimento, a proporvi una<br />

rielaborazione di questa musica. Con questo il nostro itinerario<br />

concludiamo e tosto vi salutiamo.<br />

Esecuzione strumentale di Danza di Ercole.

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