Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche
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icambio <strong>sociale</strong>, sulla realizzazione del benessere delle masse attraverso l’accumulazione resa<br />
possibile dal profitto imprenditoriale» 78 .<br />
Questa elaborazione di Schumpeter è interessante per diversi motivi. Innanzitutto perché è<br />
iniziata sotto lo stimolo diretto di una indicazione papale: Schumpeter si è sentito interpellato<br />
direttamente nella sua specifica professionalità. In secondo luogo per gli anni in cui si svolge<br />
questa vicenda: Schumpeter attribuisce a Pio XI una visione <strong>sociale</strong> che prevede una terza via<br />
come soluzione alle distorsioni del capitalismo e alle conseguenze nefaste del <strong>sociali</strong>smo; ed è<br />
proprio con la Quadragesimo Anno che la <strong>dottrina</strong> <strong>sociale</strong> conclude il cammino delle proposte<br />
«integraliste» di una società cristiana in opposizione alla società secolarizzata. Negli anni in cui<br />
Schumpeter si esprime nel senso qui riportato non è ancora completamente rotto il ponte con<br />
l’idea <strong>della</strong> società cristiana, ma si sta aprendo una fase nuova, di cui il personalismo di Maritain<br />
e di Mounier sono espressione chiara.<br />
La <strong>dottrina</strong> <strong>sociale</strong> inizia cioè a non identificarsi più con un sistema <strong>sociale</strong> predeterminato in<br />
cui i principi dell’etica cristiana vengono direttamente tradotti in termini organizzativi.<br />
Osservazione conclusiva<br />
Se oggi la <strong>dottrina</strong> <strong>sociale</strong> si può intendere, mi pare, come un ricco ed elaborato corpus<br />
strumento di evangelizzazione, se oggi si è chiamati a diffondere un senso <strong>della</strong> vita e a vivere<br />
esperienze che realizzino l’uomo in senso cristiano, se oggi lo scienziato è chiamato a partecipare<br />
a questo progetto perché anche le più alte espressioni <strong>della</strong> scienza fanno parte del vivere delle<br />
persone e <strong>della</strong> collettività, 79 allora mi pare che lo storico del pensiero possa con curiosità<br />
chiedersi come in passato e nelle diverse realtà sia stato espresso e colto questo messaggio che<br />
invita - in varie forme e con diverse accentuazioni nel tempo - a recepire l’interconnessione tra<br />
propria fede e cultura, che invita a porsi interrogativi partendo anche dalle situazioni e ad<br />
elaborare strumenti teorici per analizzare le situazioni.<br />
Al di là <strong>della</strong> possibilità di riconoscere che si sono stabilite nel passato relazioni dirette tra<br />
messaggi <strong>della</strong> <strong>dottrina</strong> <strong>sociale</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> e lavoro degli economisti, vi è a mio giudizio un tema<br />
di carattere generale riguardante il rapporto tra scienza economica e concezione dell’uomo e<br />
<strong>della</strong> società desunta dalla rivelazione: è il tema del significato del diritto inalienabile di libertà<br />
espresso storicamente dal magistero e del rapporto tra il diritto dell’uomo di vivere libero (dai<br />
bisogni e dagli idoli) e la scala di valori sottesa ai sistemi teorici degli economisti e alle proposte<br />
concretamente avanzate per la risoluzione di nodi di carattere socio-economico. Mi sembra che<br />
questo tema di ricerca rientri tra quelli fondamentali <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> scienza.<br />
78 Ibid., p. XXVI.<br />
79 Le espressioni qui utilizzate sono tratte dal testo del Progetto culturale orientato in senso cristiano.<br />
Una proposta di lavoro, a cura <strong>della</strong> Presidenza <strong>della</strong> Cei, 28-1-1997.