Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche
Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche
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Fa parte <strong>della</strong> storia del pensiero economico la storia <strong>della</strong> riflessione degli economisti sulla<br />
definizione di scienza e sul rapporto tra economia (elaborazione di teorie ma anche, per molti<br />
economisti, di regole di politica economica) e scelta delle ipotesi e valutazione dei fini.<br />
A puro titolo di esempio, basta ricordare alcune definizioni coeve di scienza economica. Alfred<br />
Marshall, nel 1890, nei suoi Principi di economia, definisce l’economia come «uno studio del<br />
genere umano negli affari ordinari <strong>della</strong> vita» e considera suo oggetto l’esame di quella parte<br />
dell’azione, individuale e <strong>sociale</strong>, che è connessa con il conseguimento e l’uso dei requisiti<br />
materiali del benessere; per Vilfredo Pareto l’economia è una scienza empirica che può<br />
verificare i propri risultati nella realtà come avviene per le scienze naturali; per Ludwig von<br />
Mises, nel 1940, la scienza economica è lo studio <strong>della</strong> struttura ideale dell’azione umana, <strong>della</strong><br />
logica delle scelte razionali e, nello stesso tempo, è una guida all’azione modificatrice <strong>della</strong><br />
politica economica 75 .<br />
Attraverso lo studio storico del pensiero economico si mette in luce l’esistenza da un lato di<br />
concezioni di scienza che richiamano problemi morali o, più precisamente, problemi di scelta e di<br />
valutazione <strong>della</strong> sua compatibilità con la visione antropologica cristiana centrata sulla persona,<br />
dall’altro di concezioni che non ammettono interferenze tra idee economiche e idee morali.<br />
Alcuni economisti hanno in passato proprio derivato dal riferimento alla <strong>dottrina</strong> <strong>sociale</strong> il<br />
proprio interesse per l’elaborazione di una <strong>dottrina</strong> che rimetta l’ «economia a servizio<br />
dell’uomo»: certamente in questa direzione si mossero in Francia François Perroux e<br />
l’associazione «Economie et Humanisme» (1941) e in Italia gli economisti dell’Istituto di<br />
economia e quelli dell’Istituto di economia aziendale dell’Università cattolica, diretti da Francesco<br />
Vito e da Pasquale Saraceno. Senza dubbio questa linea di ricerca metodologica ha trovato<br />
stimolo nel dibattito sulla definizione di scienza economica avvenuto negli anni Trenta sulla scorta<br />
dell’ Essay on the Nature and Significance of Economic Science di Lionel Robbins (1932).<br />
Per quanto riguarda il secondo livello, la ricerca storica evidenzia che nel passato alcuni<br />
economisti hanno colto direttamente l’invito contenuto nei documenti del magistero ad<br />
approfondire l’analisi di temi economici specifici o hanno dato vita ad interessanti polemiche<br />
attorno ai contenuti dei documenti stessi.<br />
Tra questi economisti che hanno direttamente fatto riferimento nel proprio lavoro scientifico al<br />
magistero, vanno sicuramente ricordati e meriterebbero di una approfondita analisi:<br />
- i teorici europei che hanno definito i caratteri non tanto del «sistema economico corporativo»<br />
quanto dell’istituzione corporazione come forma associativa, come risposta alla naturale <strong>sociali</strong>tà<br />
dell’uomo (alla stregua dei sindacati di soli operai o misti) fin dalla fine dell’Ottocento e poi, con<br />
rinnovato interesse, negli anni Quaranta: alcuni di questi, senza aderire né alla concezione<br />
medievale né a quella dei corporativisti fascisti , hanno inquadrato la propria riflessione all’interno<br />
dell’analisi delle tendenze del sistema economico capitalistico; tra questi economisti vanno<br />
ricordati i ricercatori che si sono formati in Cattolica dai primi anni Venti sotto la guida di Angelo<br />
Mauri e poi di Francesco Vito maturando l’analisi sui limiti dell’ipotesi teorica <strong>della</strong> concorrenza<br />
perfetta;<br />
- il dibattito suscitato in Nordamerica sulle critiche mosse dall’economista Henry George<br />
all’impostazione <strong>della</strong> Rerum Novarum;<br />
- i teorici che, stimolati dall’esigenza di un «principio direttivo», hanno approfondito l’analisi<br />
dello strumento programmazione, all’interno di una visione <strong>della</strong> funzione ordinatrice ma<br />
sussidiaria dello Stato;<br />
- gli economisti che, sulla base dell’affermazione che «la <strong>Chiesa</strong> non propone sistemi o<br />
programmi economici o politici...purchè la dignità dell’uomo sia debitamente rispettata o<br />
75 Interessante è anche il confronto tra la concezione paretiana e quelle italiane di inizio Novecento, di<br />
Maffeo Pantaleoni, di Luigi Luzzatti, di Ulisse Gobbi, di Luigi Einaudi.