Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche
Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche
1. Introduzione GIAMMARIA MARTINI DECISIONI INDIVIDUALI E STRATEGICHE Il presente contributo è articolato in tre parti. Nella prima vengono brevemente illustrati l’origine della teoria economica moderna ed i contributi prevalenti in termini di comportamento individuale, per evidenziare come la paternità della disciplina economica giochi un ruolo rilevante nello spiegare una certa differenza antropologica tra le teorie economiche e la tradizione cattolica e i contributi del magistero. La seconda parte del lavoro ha per oggetto un aspetto della teoria economica che recentemente ha avuto un notevole sviluppo, ed ha consentito di raggiungere risultati rilevanti in diverse discipline economiche: la teoria dei giochi [TG]. 61 In particolare questa sezione intende sottolineare come proprio lo studio dell’interazione strategica tra gli individui, così come viene formalizzata nella TG, costituisca uno dei settori dove maggiormente i contenuti della dottrina sociale (almeno sotto il profilo metodologico) potrebbero risultare particolarmente pertinenti. Infine nella terza parte del lavoro vengono enfatizzati, a scopo provocatorio, alcuni aspetti metodologici dell’attuale letteratura economica che sembrano essere paradossali: vale a dire analisi in cui il metodo proprio delle scienze economiche viene applicato a materie che andrebbero invece indagate utilizzando un metodo diverso. Vale a dire, se il metodo serio per ogni attività di ricerca viene imposto dall’oggetto di indagine, in alcuni casi esistono contributi economici che saltano questo requisito fondamentale, applicando ad un oggetto particolare di studio un metodo non pertinente. 62 2. L’anima anglosassone delle scienze economiche e la teoria del comportamento individuale Ogni corso di economia parte dai contributi degli autori cosiddetti «classici»: Adam Smith, David Ricardo, John Stuart Mill e Karl Marx. Questi autori hanno tutti un comune denominatore: la cultura protestante inglese. In essa l’accento principale nella costituzione e nella formazione della personalità è riposta nella persona intesa come individuo e non come soggetto inserito (appartenente) ad un contesto comunitario 63 . Un individuo la cui prospettiva storica e morale è tutta giocata nella risposta diretta ed individuale alla chiamata ricevuta. Nella misura in cui la prospettiva individualistica appena accennata viene progressivamente ad interessare l’ambito proprio della nascente scienza economica, la conseguenza metodologica è coerente: si studia il comportamento partendo esclusivamente dall’ipotesi che l’individuo agisca 61 La teoria dei giochi è stata inizialmente sviluppata nei contributi di Von Neumann e Morgerstern presso l’Università di Princeton (USA). 62 È opportuno sottolineare che questo scritto deluderà senza ombra di dubbio il lettore per quanto riguarda le conoscenze ed i riferimenti alle cosiddette encicliche sociali. L’approfondimento dell'autore riguardo a questi contributi è decisamente lacunoso e non possiede i caratteri di scientificità richiesti, ed inoltre è limitato alle encicliche sociali più recenti. 63 A questo proposito è sufficiente analizzare i capitoli introduttivi dei manuali moderni di microeconomia, che sono utilizzati nella maggior parte delle Università italiane. Non solo, è interessante notare come la maggioranza di questi testi, anche per quanto riguarda lo studio della macroeconomia, siano traduzioni italiane di testi inglesi o americani.
per massimizzare il proprio benessere personale. In quest’ottica i rapporti con gli altri individui sono totalmente esclusi. Questo è chiaramente, almeno in partenza, piuttosto lontano dalla concezione di solidarietà propria del magistero sociale della Chiesa, ovvero, come recita la Sollicitudo rei socialis: «la determinazione ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene comune: ossia il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutto» (n. 38). A questo proposito, anche per dovuta autocritica, occorre sottolineare che, nonostante sia ben conscio dei limiti dal punto di vista antropologico, del suddetto approccio individualista, l’autore di questo contributo lo utilizza ampiamente nell’insegnare agli studenti la microeconomia, ossia lo studio dei comportamenti dei soggetti economici secondo una prospettiva di analisi il più possibile disaggregata. Non solo, lo ritiene attualmente lo strumento di indagine più idoneo per spiegare alcuni comportamenti economici peculiari, come le decisioni di consumo dell’individuo, le decisioni di impiego dei fattori da parte dell’imprenditore e così via. In questo senso, l’approccio individualista ha dei limiti nella concezione dell’uomo ma è molto potente dal punto di vista analitico. I contributi degli economisti, che hanno come base l’interesse individuale, hanno poi bisogno di un ambito dove l’agire per il soddisfacimento dei proprio bisogni possa confrontarsi con l’effettiva possibilità di soddisfarli. In altre parole, in una società moderna, dove non è più possibile auto-soddisfare i bisogni, ma piuttosto acquistare da altri individui i beni per il soddisfacimento personale, occorre identificare un ambito in cui questo avvenga. Questo ambito è il mercato: il luogo in cui le decisioni singole degli individui si confrontano, fino a giungere ad un compromesso (lo scambio), in cui entrambe le parti ottengono un beneficio. È chiaro dunque che il mercato non rappresenta l’ambito di riferimento della teoria economica (come potrebbe essere se fosse utilizzata l’analisi per incrementare le disponibilità dei beni nel mercato, la distribuzione delle risorse tra gli individui, la maggiorazione degli scambi), ma piuttosto il metodo per risolvere i problemi individuali. In altre parole, l’analisi dell’equilibrio in un determinato mercato parte dal presupposto che le decisioni fondamentali degli individui (siano essi venditori o compratori) sono già state prese (sia come disponibilità a pagare per comprare un certo bene, che come costo di compensazione richiesto per privarsi della disponibilità del bene). Il mercato non è il luogo dove l’individuo discute, impara, cambia e precisa meglio le sue preferenze: è solo l’ambito dove verifica se le sue preferenze possono essere soddisfatte. A questo punto è necessaria una precisazione: quando si afferma che le discipline economiche hanno un’idea dell’uomo decisamente individualistica non si vuole aprioristicamente contestare gli aspetti positivi di questa concezione nella misura in cui vengono ad essere sollecitate la responsabilità e l’iniziativa personale nel tentativo di soluzione dei problemi. Piuttosto si vuole evidenziare come, accanto a questi aspetti positivi, esiste la possibilità di una antropologia diversa (ed in antitesi) da quella del magistero della Chiesa. Con ciò non si vuole affermare una «via cattolica dello studio dell’economia»; questo sarebbe pura astrazione e condurrebbe con forti probabilità ad incorrere nel rischio dell’ideologia. L’economia è senza ombra di dubbio lo studio della realtà nell’aspetto della produzione dei beni, del loro scambio, del lavoro offerto per poterli acquistare, dell’organizzazione di imprese e fattori produttivi (scarsi) per produrli e così via. L’oggetto dell’analisi non può essere cambiato. Anche il metodo per l’analisi difficilmente può, al momento attuale delle conoscenze matematiche e statistiche, essere modificato. Le relazioni tra gli agenti economici vengono infatti investigate sulla base di relazioni matematiche non per meccanizzare il comportamento degli individui, che difficilmente può rispettare la rigorosità espressa in tali relazioni, ma per evidenziare l’esistenza di alcune leggi fondamentali che regolano il comportamento nel campo economico. In questo senso, è ormai da tutti accettata la legge della domanda, per cui esiste una relazione inversa tra prezzo di un bene e quantità domandata dello stesso.
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1. Introduzione<br />
GIAMMARIA MARTINI<br />
DECISIONI INDIVIDUALI E STRATEGICHE<br />
Il presente contributo è articolato in tre parti. Nella prima vengono brevemente illustrati<br />
l’origine <strong>della</strong> teoria economica moderna ed i contributi prevalenti in termini di comportamento<br />
individuale, per evidenziare come la paternità <strong>della</strong> disciplina economica giochi un ruolo rilevante<br />
nello spiegare una certa differenza antropologica tra le teorie economiche e la tradizione cattolica<br />
e i contributi del magistero. La seconda parte del lavoro ha per oggetto un aspetto <strong>della</strong> teoria<br />
economica che recentemente ha avuto un notevole sviluppo, ed ha consentito di raggiungere<br />
risultati rilevanti in diverse discipline economiche: la teoria dei giochi [TG]. 61 In particolare questa<br />
sezione intende sottolineare come proprio lo studio dell’interazione strategica tra gli individui,<br />
così come viene formalizzata nella TG, costituisca uno dei settori dove maggiormente i contenuti<br />
<strong>della</strong> <strong>dottrina</strong> <strong>sociale</strong> (almeno sotto il profilo metodologico) potrebbero risultare particolarmente<br />
pertinenti. Infine nella terza parte del lavoro vengono enfatizzati, a scopo provocatorio, alcuni<br />
aspetti metodologici dell’attuale letteratura economica che sembrano essere paradossali: vale a<br />
dire analisi in cui il metodo proprio delle scienze economiche viene applicato a materie che<br />
andrebbero invece indagate utilizzando un metodo diverso. Vale a dire, se il metodo serio per ogni<br />
attività di ricerca viene imposto dall’oggetto di indagine, in alcuni casi esistono contributi<br />
economici che saltano questo requisito fondamentale, applicando ad un oggetto particolare di<br />
studio un metodo non pertinente. 62<br />
2. L’anima anglosassone delle scienze economiche e la teoria del comportamento<br />
individuale<br />
Ogni corso di economia parte dai contributi degli autori cosiddetti «classici»: Adam Smith,<br />
David Ricardo, John Stuart Mill e Karl Marx. Questi autori hanno tutti un comune denominatore:<br />
la cultura protestante inglese. In essa l’accento principale nella costituzione e nella formazione<br />
<strong>della</strong> personalità è riposta nella persona intesa come individuo e non come soggetto inserito<br />
(appartenente) ad un contesto comunitario 63 . Un individuo la cui prospettiva storica e morale è<br />
tutta giocata nella risposta diretta ed individuale alla chiamata ricevuta.<br />
Nella misura in cui la prospettiva individualistica appena accennata viene progressivamente ad<br />
interessare l’ambito proprio <strong>della</strong> nascente scienza economica, la conseguenza metodologica è<br />
coerente: si studia il comportamento partendo esclusivamente dall’ipotesi che l’individuo agisca<br />
61 La teoria dei giochi è stata inizialmente sviluppata nei contributi di Von Neumann e Morgerstern<br />
presso l’Università di Princeton (USA).<br />
62 È opportuno sottolineare che questo scritto deluderà senza ombra di dubbio il lettore per quanto<br />
riguarda le conoscenze ed i riferimenti alle cosiddette encicliche <strong>sociali</strong>. L’approfondimento dell'autore<br />
riguardo a questi contributi è decisamente lacunoso e non possiede i caratteri di scientificità richiesti, ed<br />
inoltre è limitato alle encicliche <strong>sociali</strong> più recenti.<br />
63 A questo proposito è sufficiente analizzare i capitoli introduttivi dei manuali moderni di<br />
microeconomia, che sono utilizzati nella maggior parte delle Università italiane. Non solo, è interessante<br />
notare come la maggioranza di questi testi, anche per quanto riguarda lo studio <strong>della</strong> macroeconomia, siano<br />
traduzioni italiane di testi inglesi o americani.