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Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche

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Un primo tema è strettamente connesso con l’evoluzione, più sopra richiamata, che produce la<br />

diffusione di situazioni di sottosviluppo anche nel contesto del mondo sviluppato: la Sollicitudo<br />

rei <strong>sociali</strong>s individua tra gli indici specifici di questo fenomeno la crisi degli alloggi e il fenomeno<br />

<strong>della</strong> disoccupazione e <strong>della</strong> sotto occupazione. Queste questioni configurano un terreno<br />

ampiamente battuto dagli scienziati <strong>sociali</strong>, ma tuttora degno di attenzione. Importa soprattutto<br />

sottolineare il dibattito in corso sulla riformulazione del modello di assistenza e di protezione<br />

<strong>sociale</strong>, nella direzione di un passaggio dal Welfare State - la forma tipicamente associata<br />

all’epoca fordista - alla Welfare Community, con tutte le implicazioni che questo passaggio<br />

comporta nei vari ambiti di tradizionale intervento dello stato <strong>sociale</strong> (politiche del lavoro, politiche<br />

alloggiative, politiche socio-sanitarie e così via).<br />

In un senso più ampio, i meccanismi di regolazione costituiscono al giorno d’oggi una<br />

componente fondamentale del funzionamento dell’economia, la cui rilevanza appare rafforzata,<br />

rispetto all’epoca fordista, in considerazione del non determinismo delle nuove tecnologie. Il<br />

quadro istituzionale, la fisionomia assunta dalle relazioni tra i diversi attori, la configurazione<br />

internazionale dei rapporti tra le nazioni, le opzioni politiche di fondo disegneranno in gran parte il<br />

futuro dell’economia e <strong>della</strong> società in forme che potranno risultare più o meno egualitarie e<br />

democratiche.<br />

È opportuno, in particolare, sottolineare la necessità che l’azione degli attori politici si qualifichi<br />

tramite l’assunzione di obiettivi di interesse generale, ciò che indubbiamente garantisce una<br />

maggiore capacità inclusiva a un determinato modello di sviluppo, svincolando questa stessa<br />

azione dalle richieste particolaristiche - situazione che, come eloquentemente dimostra<br />

l’esperienza del Mezzogiorno d’Italia, produce gravi effetti perversi. Il perseguimento di interessi<br />

collettivi appare tuttavia vieppiù difficile, data l’attuale evoluzione in direzione di una crescente<br />

diversificazione dei bisogni e delle aspettative: risulta pertanto necessario ed urgente<br />

approfondire la riflessione degli scienziati <strong>sociali</strong> in ordine ai criteri atti all’individuazione di ciò<br />

che le encicliche definiscono tradizionalmente come bene comune 139 .<br />

Un’attenzione particolare merita, da questo punto di vista, il già richiamato principio di<br />

sussidiarietà, idoneo a regolare l’attribuzione dei poteri in funzione di un contenimento degli<br />

squilibri presenti a livello locale, nazionale e internazionale. Nella sua accezione più modesta,<br />

quello di sussidiarietà è un principio tecnico, funzionale all’efficace suddivisione delle competenze<br />

tra i diversi livelli territoriali. Ma, assunto in un’accezione più profonda, la nozione di sussidiarietà<br />

possiede un’indubbia dimensione etica e politica. Anche questo principio deve però essere<br />

ripensato, in ragione di una progressiva perdita di pertinenza dei tradizionali livelli di governo, e<br />

<strong>della</strong> necessità di sostituire una suddivisione basata su territori fisici con una basata sugli spazi,<br />

eventualmente virtuali, nei quali si strutturano le reti relazionali. Se infatti si assume, secondo<br />

139 «L’attività economica (...) rischia di assorbire, se eccede, le forze e la libertà. È la ragione per cui si<br />

palesa necessario il passaggio dall’economia alla politica. È vero che sotto il termine “politica” sono<br />

possibili molte confusioni che devono essere chiarite, ma ciascuno sente che nel settore <strong>sociale</strong> ed<br />

economico, sia nazionale che internazionale, l’ultima decisione spetta al potere politico.<br />

Codesto, in quanto è il vincolo naturale e necessario per assicurare la coesione del corpo <strong>sociale</strong>, deve<br />

avere per scopo la realizzazione del bene comune. Esso agisce nel rispetto delle legittime libertà degli<br />

individui, delle famiglie e dei gruppi sussidiari, al fine di creare efficacemente e a vantaggio di tutti le<br />

condizioni richieste per raggiungere il vero e completo bene dell’uomo, ivi compreso il suo fine spirituale.<br />

Esso si muove nei limiti <strong>della</strong> sua competenza, che possono essere diversi secondo i paesi e i popoli; e<br />

interviene sempre nella sollecitudine <strong>della</strong> giustizia e <strong>della</strong> dedizione al bene comune, di cui ha<br />

responsabilità ultima. Tuttavia non elimina così il campo d’azione e le responsabilità degli individui e dei<br />

corpi intermedi, onde questi concorrono alla realizzazione del bene comune (...).<br />

Conforme alla propria vocazione, il potere politico deve sapersi disimpegnare dagli interessi particolari<br />

per considerare attentamente la propria responsabilità nei riguardi del bene di tutti, superando anche i limiti<br />

nazionali» (Octogesima adveniens, n. 46).

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