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Scienze sociali e dottrina sociale della Chiesa Carlo ... - Meic Marche

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Tutto ciò ha ulteriormente legittimato una organizzazione dei servizi <strong>sociali</strong> regolamentata dal<br />

principio di sussidiarietà, secondo cui gli enti pubblici - comuni, stati regionali (Länder) e stato<br />

federale (Bund) - intervengono con proprie iniziative in settori specifici, come gli ambiti di<br />

competenza giudiziaria, ed eventualmente in quei settori che risultano scoperti dalle<br />

Wohlfahrtspflege, limitandosi per il resto a svolgere non trascurabili funzioni di finanziamento<br />

(parziale) e di controllo nei confronti delle libere associazioni e delle loro attività assistenziali,<br />

socio-pedagogiche e di servizio <strong>sociale</strong>.<br />

Il principio di sussidiarietà viene inoltre fatto valere nei confronti di chi chiede aiuto, per<br />

invitare i cittadini innanzitutto a cercare di risolvere da sè i propri problemi, oppure con<br />

l’intervento di coloro che hanno legami <strong>sociali</strong> diretti con l’interessato. Attualmente in Germania<br />

sono sei le associazioni che coprono l’intera gamma dei servizi <strong>sociali</strong> erogati in forma<br />

organizzata. Si tratta di associazioni collegate tra di loro in forma federativa, nel senso che<br />

ciascuna è autonoma per legge, ma fa parte di una lega che le rappresenta unitariamente nei<br />

confronti dello stato e ne coordina l’azione sul territorio, aggregando alle sei associazioni<br />

principali anche altre organizzazioni minori.<br />

Queste sei associazioni attualmente sono rappresentate da una associazione di estrazione<br />

sindacale (Awo), dalla Caritas cattolica tedesca (Dcw), da un’associazione paritetica che<br />

raggruppa diversi enti, anche di natura politica e in particolare collegati al partito<br />

socialdemocratico (Dpwv), dalla Croce rossa tedesca (Drk), dalla Diaconia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong><br />

evangelica (Dw) e dalla Associazione degli Ebrei in Germania (Zwst). Tutte queste associazioni,<br />

che hanno come fine un lavoro in comune, collaborano con i servizi pubblici per creare una rete<br />

di risorse il più possibile rispondente alla varietà di bisogni esistenti, tenendo conto anche del<br />

pluralismo culturale e <strong>della</strong> varietà di convinzioni e di fedi presenti nella società tedesca.<br />

Poiché il lavoro svolto da queste associazioni rappresenta un contributo molto importante ed al<br />

quale non si potrebbe rinunciare per l’organizzazione dei servizi <strong>sociali</strong>, esse hanno diritto a<br />

ricevere sussidi dallo stato, dai comuni e dalle regioni. Per l’attuazione dei propri compiti, tuttavia,<br />

le associazioni investono anche mezzi propri, reperiti tramite quote associative, donazioni, lasciti<br />

testamentari, libere offerte dei cittadini, soprattutto in occasione di campagne pubbliche per la<br />

raccolta dei fondi (ogni associazione ha la possibilità di fare, una volta l’anno, una raccolta di<br />

fondi per un’intera settimana, organizzata in luoghi pubblici, oppure passando di casa in casa).<br />

Alcune associazioni ricevono contributi da istituzioni con le quali sono collegate, come la Caritas<br />

cattolica e la Diaconia protestante, proprio perché non si tratta solo di libere associazioni di<br />

pubblica assistenza, ma anche di organismi appartenenti alle Chiese, dalle quali ricevono parte<br />

dell’introito delle tasse per il culto. Un’altra fonte di finanziamento è l’emissione e la vendita di<br />

francobolli validi per l’affrancatura <strong>della</strong> corrispondenza 99 .<br />

Va segnalato che alcuni autori interpretano e inquadrano il caso tedesco nel modello<br />

corporatista (corporatist model), o modello neo-corporativo, in quanto lo stato delegherebbe<br />

quasi la totalità dei compiti assistenziali ad associazioni private, incorporandole però in una<br />

organizzazione che prevede rigide norme di finanziamento e di controllo, oltre che una scarsa o<br />

nulla possibilità di accessione autonoma da parte di nuove soggettività <strong>sociali</strong> 100 . In altri termini, ci<br />

si troverebbe di fronte ad una variante neo-corporativa dello stato liberal-democratico, il<br />

99 Ved. M. Reinhard, Il sistema dei servizi <strong>sociali</strong> in Germania, in «Politiche <strong>sociali</strong> e servizi», 1993, 1,<br />

pp. 203-210.<br />

100 Ved. W. Lorenz, Social Work in a Changing Europe, Routledge, London-New York 1994, pp. 24-26;<br />

ved. anche L. Boccaccin, Il terzo settore in Germania e in Italia: elementi per una comparazione, in<br />

«Studi di sociologia», XXXI (1993), 3, pp. 269-281.

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