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Scarica il programma di sala - Teatro A. Ponchielli

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della Scala, spesso paragonato per caratteristiche vocali al celebre Rubini), ut<strong>il</strong>izzarono.<br />

La versione italiana della partitura <strong>di</strong> Figlia del reggimento che oggi viene per la prima volta<br />

riproposta è l’unica curata <strong>di</strong>rettamente da Donizetti, in occasione della sua esecuzione alla<br />

Scala (1840). Mi è sembrata quin<strong>di</strong> un’occasione assai propizia per basare <strong>il</strong> mio progetto<br />

interpretativo su una serie <strong>di</strong> ricerche musicali volte al recupero, per quanto è possib<strong>il</strong>e, <strong>di</strong><br />

alcune prassi esecutive dell’epoca.<br />

A questo proposito, ho scelto <strong>di</strong> far ut<strong>il</strong>izzare in orchestra alcuni strumenti storici (cornette,<br />

cimbasso, percussioni particolari); <strong>di</strong> far accompagnare i recitativi secchi, secondo una<br />

consuetu<strong>di</strong>ne vigente fino a metà Ottocento, dal fortepiano, dal violoncello «per accor<strong>di</strong>»<br />

(ovvero che armonizza <strong>il</strong> basso) e dal contrabbasso; <strong>di</strong> adottare una <strong>di</strong>sposizione orchestrale<br />

quanto più possib<strong>il</strong>e rispondente alle intenzioni dello stesso Donizetti (che, insieme al<br />

violinista e <strong>di</strong>rettore della Scala Eugenio Cavallini, propose una sua particolare pianta<br />

d’orchestra); <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>izzare una sonorità ridotta limitata al doppio quartetto d’archi, nei<br />

recitativi accompagnati, secondo una prassi comune ricordata da <strong>di</strong>verse testimonianze.<br />

Analogamente, con i cantanti abbiamo svolto una approfon<strong>di</strong>ta ricerca sulle modalità esecutive<br />

del recitativo, mentre nei numeri chiusi abbiamo priv<strong>il</strong>egiato una forte articolazione della<br />

parola ed inserito cadenze o variazioni tutte improntate su (in alcuni casi <strong>di</strong>rettamente<br />

derivate da) precise testimonianze <strong>di</strong> interpreti dell’Ottocento.<br />

Quale vuol essere lo scopo <strong>di</strong> questa operazione interpretativa?<br />

Naturalmente quello <strong>di</strong> offrire <strong>di</strong> questo capolavoro donizettiano una lettura vivace, tesa a<br />

sottolinearne tutto <strong>il</strong> <strong>di</strong>namismo interno, la felice, multiforme fantasia; ma allo stesso tempo<br />

anche un’immagine sonora ine<strong>di</strong>ta, ‘nuova’, poiché più vicina, per quanto oggi ci è possib<strong>il</strong>e<br />

fare, a quella che essa poteva avere nell’Ottocento (e forse, chissà?, al pensiero del suo<br />

Autore).

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