LO SPIRITO SANTO NELLA VITA DELL ... - Sante Babolin

LO SPIRITO SANTO NELLA VITA DELL ... - Sante Babolin LO SPIRITO SANTO NELLA VITA DELL ... - Sante Babolin

30.05.2013 Views

BABOLIN SANTE (Collevalenza, 23 luglio 2010) sof…aj); a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza (lÒgoj gnèsewj); a uno, nello stesso Spirito, la fede (p…stij); a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni (car…smata „am£twn); a uno il potere dei miracoli (nerg»mata dun£mewn); a un altro il dono della profezia (profhte…a); a un altro il dono di discernere gli spiriti (diakr…seij pneum£twn); a un altro la varietà delle lingue (gšnh glwssîn); a un altro l’interpretazione delle lingue (˜rmhne…a glwssîn). Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli (i poteri dun£meij), quindi il dono delle guarigioni (car…smata „am£twn), di assistere (i soccorsi ¢ntil»myeij), di governare (i governi kubern»seij), di parlare varie lingue (varietà delle lingue gšnh glwssîn). Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi; e allora, vi mostro la via più sublime (zhloàte t¦ car…smata t¦ me…zona. Kaˆ œti kaq’Øperbol¾n ÐdÕn Øm‹n de…knumi) (1Cor 12, 1-11. 27-31) I doni dello Spirito sono molteplici; e quando ci lasciamo salvare da Gesù, accogliendo la remissione dei peccati e l’effusione dello Spirito, entriamo nella dimora interiore della Santissima Trinità che vive in noi: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). La nostra intimità con il Padre, per Cristo Gesù, nello Spirito Santo innanzitutto fa emergere in noi tutto quello che Dio ci ha già donato, poi successivamente fa fiorire nuovi doni, sia come manifestazioni occasionali sia come vere chiamate a servire la Chiesa: “Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà” (Gv 12, 26). Di qui un criterio di discernimento importante: i doni già ricevuti (forse infruttuosi) sono importanti perché sono certi, poiché “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11, 29), mentre i doni nuovi sono riconoscibili se sono in armonia con quelli già ricevuti (lo Spirito Santo non si contraddice!). Conseguenza pratica: se uno trascura i doni ricevuti per coltivare quelli nuovi, è certamente fuori dall’azione dello Spirito Santo. Nel nostro apprezzamento dei doni dello Spirito Santo, dobbiamo innanzitutto scoprire i doni più semplici e largamente diffusi; e sono i famosi sette doni: sapienza, intelletto, scienza, consiglio, pietà, fortezza, timor di Dio. I primi quattro perfezionano la nostra capacità di conoscere: - l’intelletto ci permette di penetrare le verità della fede, - la sapienza ci permette di contemplarle; - la scienza ci consente di avere una giusta valutazione delle realtà terrene (S. Francesco); - il consiglio, di agire con viva fede in ogni circostanza. Gli ultimi tre perfezionano la volontà e la sensibilità: - la pietà ci consente di essere misericordiosi verso gli altri; - la fortezza, di superare le nostre debolezze; - il timor di Dio, di vincere l’orgoglio e i disordini della concupiscenza. «La Sapienza si è costruita una casa» (Pro 9, 1). La potenza di Dio e Padre, per se stessa sussistente, si è preparata, come propria dimora, l’universo intero, nel quale abita con la sua forza creatrice. Questo universo, che è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, consta di natura visibile e invisibile. 6

BABOLIN SANTE (Collevalenza, 23 luglio 2010) «E vi ha intagliato le sue sette colonne» (Pro 9, 1). L’uomo fu formato dopo la creazione a somiglianza di Cristo, perché crescesse in lui e osservasse i suoi comandamenti. A lui Dio ha dato i sette carismi dello Spirito santo. Essi mediante la scienza suscitano la fortezza e, viceversa, mediante la fortezza manifestano la scienza. Questi carismi perfezionano l’uomo spirituale, lo confermano nella fede e lo portano alla completa partecipazione delle realtà celesti. Lo splendore naturale dello spirito viene esaltato dai vari doni. La fortezza dispone a ricercare con fervore e a desiderare di compiere sempre e in tutte le cose, a seconda delle loro finalità, i divini voleri, conforme ai quali tutti gli esseri sono stati creati. Il consiglio discerne i santissimi voleri increati e immortali, capaci di essere pensati, rivelati e realizzati. La prudenza fa acconsentire a prestar fede a questi voleri e non agli altri. “Ha versato il suo vino nella coppa e imbandito la sua tavola” (cf. Pro 9, 2). Nell’uomo in cui viene fusa, come in una coppa, la natura spirituale e quella corporale, Dio infonde la scienza delle cose create e di se stesso, autore di tutto. L’intelletto fa sì che l’uomo sia inebriato, come per il vino, di tutto ciò che riguarda Dio. Egli, pane celeste, nutrendo di se stesso nella fortezza le anime, e arricchendole e dilettandole con la dottrina, dispone tutte queste cose come vivande per il convito spirituale di quanti desiderano parteciparvi. Mandò i suoi servi ad invitare a gran voce e con insistenza al banchetto (cf. Mt 22, 3). Mandò gli apostoli a servire la sua divina volontà con la proclamazione evangelica. Essa deriva dallo Spirito, sta al di sopra della legge scritta e di quella naturale, e chiama tutti a Cristo. Con l’incarnazione si è realizzata in lui senza confusione l’unione ipostatica della mirabile natura divina e di quella umana. Per mezzo degli apostoli grida: Chi non ha la sapienza venga a me (cf. Pro 9, 4). Cioè chi è stolto, e pensa quindi in cuor suo che Dio non esista, abbandoni l’empietà, si rivolga a me per mezzo della fede e riconosca che io sono il creatore e il Signore di tutte le cose. A coloro che abbisognano di sapienza dice: Venite, mangiate con me il pane e bevete il vino che ho versato per voi (cf. Pro 9, 5). A coloro che sono privi delle opere della fede, anche se ricchi di dottrine elevate, dice: «Venite, mangiate il mio corpo, pane che vi nutre nella fortezza, bevete il mio sangue, vino che vi rallegra nella scienza e vi fa diventare Dio. Ho infatti unito il sangue alla divinità per la vostra salvezza» (SAN PROCOPIO DI GAZA, Commento sui Proverbi, cap. 9; PG 87, I, 1299-1303). Oltre ai doni già ricevuti e ai doni più semplici e ordinari, dobbiamo aprirci anche a tutto quello che lo Spirito Santo vorrà donarci, secondo gli imperscrutabili disegni del Padre; e questo significa restare disponibili a nuove chiamate e a lasciarci usare come a lui piace. 2.3 DONI E MINISTERI Tra i doni dello Spirito Santo si devono distinguere i carismi (car…smata) e le grazie spirituali (pneumatik¦ - spiritalia); i primi sono permanenti e sono vocazioni; i secondi sono le manifestazioni dello Spirito Santo che interviene occasionalmente secondo le necessità dei credenti. Ciascuno, secondo il dono ricevuto (kaqëj œlaben c£risma), lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia (c£ritoj) di Dio (1Pt 4, 10). Ciascuno riceve da Dio il proprio dono (‡dion c£risma), chi in un modo chi in un altro (1Cor 7, 7). Abbiamo doni (car…smata) secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede (Rm 12, 6). Non trascurare il dono spirituale (m¾ ¢mšlei toà car…smatoj) che è in te e ti è stato conferito, per indicazione dei profeti, con l’imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri (1Tm 4, 14); ricordati di ravvivare il dono spirituale (tÕ c£risma) che è in te per l’imposizione delle mie mani (2Tm 1, 6). Aspirate alla carità (t¾n ¢g£phn). Desiderate intensamente i doni dello Spirito, soprattutto la 7

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sof…aj); a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza (lÒgoj gnèsewj); a uno,<br />

nello stesso Spirito, la fede (p…stij); a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni (car…smata<br />

„am£twn); a uno il potere dei miracoli (nerg»mata dun£mewn); a un altro il dono della<br />

profezia (profhte…a); a un altro il dono di discernere gli spiriti (diakr…seij pneum£twn); a un altro<br />

la varietà delle lingue (gšnh glwssîn); a un altro l’interpretazione delle lingue (˜rmhne…a<br />

glwssîn). Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come<br />

vuole. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò<br />

Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo<br />

come maestri; poi ci sono i miracoli (i poteri dun£meij), quindi il dono delle guarigioni<br />

(car…smata „am£twn), di assistere (i soccorsi ¢ntil»myeij), di governare (i governi kubern»seij),<br />

di parlare varie lingue (varietà delle lingue gšnh glwssîn). Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti?<br />

Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue?<br />

Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi; e allora, vi mostro la via più<br />

sublime (zhloàte t¦ car…smata t¦ me…zona. Kaˆ œti kaq’Øperbol¾n ÐdÕn Øm‹n<br />

de…knumi) (1Cor 12, 1-11. 27-31)<br />

I doni dello Spirito sono molteplici; e quando ci lasciamo salvare da Gesù, accogliendo la remissione<br />

dei peccati e l’effusione dello Spirito, entriamo nella dimora interiore della Santissima Trinità<br />

che vive in noi: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui<br />

e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23).<br />

La nostra intimità con il Padre, per Cristo Gesù, nello Spirito Santo innanzitutto fa emergere in noi<br />

tutto quello che Dio ci ha già donato, poi successivamente fa fiorire nuovi doni, sia come manifestazioni<br />

occasionali sia come vere chiamate a servire la Chiesa: “Se uno mi vuol servire mi segua,<br />

e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà” (Gv 12, 26).<br />

Di qui un criterio di discernimento importante: i doni già ricevuti (forse infruttuosi) sono importanti<br />

perché sono certi, poiché “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11, 29), mentre i<br />

doni nuovi sono riconoscibili se sono in armonia con quelli già ricevuti (lo Spirito Santo non si contraddice!).<br />

Conseguenza pratica: se uno trascura i doni ricevuti per coltivare quelli nuovi, è certamente<br />

fuori dall’azione dello Spirito Santo.<br />

Nel nostro apprezzamento dei doni dello Spirito Santo, dobbiamo innanzitutto scoprire i doni più<br />

semplici e largamente diffusi; e sono i famosi sette doni: sapienza, intelletto, scienza, consiglio,<br />

pietà, fortezza, timor di Dio.<br />

I primi quattro perfezionano la nostra capacità di conoscere:<br />

- l’intelletto ci permette di penetrare le verità della fede,<br />

- la sapienza ci permette di contemplarle;<br />

- la scienza ci consente di avere una giusta valutazione delle realtà terrene (S. Francesco);<br />

- il consiglio, di agire con viva fede in ogni circostanza.<br />

Gli ultimi tre perfezionano la volontà e la sensibilità:<br />

- la pietà ci consente di essere misericordiosi verso gli altri;<br />

- la fortezza, di superare le nostre debolezze;<br />

- il timor di Dio, di vincere l’orgoglio e i disordini della concupiscenza.<br />

«La Sapienza si è costruita una casa» (Pro 9, 1). La potenza di Dio e Padre, per se stessa sussistente, si è<br />

preparata, come propria dimora, l’universo intero, nel quale abita con la sua forza creatrice. Questo universo,<br />

che è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, consta di natura visibile e invisibile.<br />

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