LO SPIRITO SANTO NELLA VITA DELL ... - Sante Babolin
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BABOLIN SANTE (Collevalenza, 23 luglio 2010)<br />
Ora la liturgia attua la congiunzione della verità rivelata (elemento soprannaturale) e della nostra<br />
adesione di fede a tale verità (elemento culturale): due elementi che difficilmente stanno insieme;<br />
per questo sovente si è tentati a risolvere questa difficile congiunzione a beneficio di un equilibrio<br />
astratto, come sarebbe l’intellettualismo teologico (ad es. una liturgia costruita tutta sulla parola,<br />
senza gesti e senza sentimenti), oppure il ritualismo rubricistico (ad es. una liturgia ossequiente alle<br />
rubriche, come in una esibizione di ginnastica artistica).<br />
2.1 EPICLESI CUORE <strong>DELL</strong>A LITURGIA<br />
L’epiclesi è l’invocazione dello Spirito Santo, liturgicamente espressa mediante l’imposizione delle<br />
mani (gesto marcatamente presente nel rito dell’esorcismo), è il cuore di ogni azione sacramentale<br />
della Chiesa, di cui l’Eucaristia è il momento intensivo più qualificante.<br />
Ora nel momento centrale dell’azione eucaristica le mani del sacerdote eseguono le parole che escono<br />
dalla sua bocca: l’invocazione dello Spirito Santo sulle offerte è significata e attuata dalle sue<br />
mani distese sopra di esse, come per comunicare l’energia celeste che provocherà la transustanziazione.<br />
Il sacerdote prende poi solennemente in mano il pane e il calice, in sincronia perfetta con il<br />
racconto dell’ultima cena, ripetendo così lo stesso gesto del Signore; gesto di intenso simbolismo,<br />
che coniuga in drammatica tensione la parola che consacra, e il gesto che sigilla, affinché il dono<br />
che viene fatto dal Signore sia un dono irreversibile.<br />
È quanto mai necessaria per la vita spirituale dei fedeli una coscienza più chiara della ricchezza<br />
dell’anafora: insieme alle parole pronunciate da Cristo nell’Ultima Cena, essa contiene l’epiclesi, quale<br />
invocazione al Padre perché faccia discendere il dono dello Spirito affinché il pane e il vino diventino<br />
il corpo ed il sangue di Gesù Cristo e perché la comunità tutta intera diventi sempre più corpo di<br />
Cristo. Lo Spirito, invocato dal celebrante sui doni del pane e del vino posti sull’altare, è il medesimo<br />
che riunisce i fedeli in un solo corpo, rendendoli un’offerta spirituale gradita al Padre (BENEDETTO<br />
XVI, Esortazione apostolica Sacramentum caritatis, 2007, n. 13).<br />
In tutte le culture, per se stessa la mano dell’uomo è estremamente carica di significato ed è simbolo<br />
di potere e strumento di linguaggio. Per quanto riguarda la simbolica religiosa della mano, mi limito<br />
a sottolineare tre significati fondamentali: la potestà, la differenza e l’unione.<br />
Circa la potestà: i testi, l’iconografia e i riti fanno della mano una specie d’intermediario tra l’uomo<br />
e Dio. Leggiamo in Isaia: “Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi; - queste cose ha<br />
fatto la mia mano ed esse sono mie” (66, 1-2). Perciò la creazione è la prima manifestazione (da<br />
manu-fateor = manifesto) della grandezza di Dio, la sua prima scrittura. Così nelle cerimonie religiose<br />
la mano spesso assume la funzione di uno strumento, per il quale Dio trasmette un potere e<br />
una salvezza che soltanto lui possiede e può donare. Qui sta il significato profondo dell’imposizione<br />
delle mani nei gesti di benedizione; e su questo percorso si determina pure il significato della imposizione<br />
delle mani nell’azione sacramentale della Chiesa.<br />
Circa la differenza: la mano può essere destra o sinistra e può esibire la parte palmare o dorsale; di<br />
qui la simbolica della differenza: tra bene e male, tra prendere (tenere) e ricevere (contenere): “Il<br />
cuore del sapiente va alla sua destra, il cuore dello stolto alla sua sinistra” (Qo 10, 2). La destra benedice,<br />
la sinistra maledice; la destra è misericordia, la sinistra è giustizia.<br />
Circa l’unione: la mano nella mano significa condivisione e unione di vita; per questo nel rito del<br />
Matrimonio gli sposi manifestano il loro consenso donandosi la mano destra. Talvolta questo gesto<br />
(mani nelle mani) significa anche sottomissione (a colui che prende le mani) e protezione (di colui<br />
che offre le mani giunte): “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà”<br />
(Sap 3, 1); e Gesù sulla croce: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23, 46).<br />
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