Untitled - The Vampire Inside

Si limitò a fissarlo.
«Io sono der vampire. Non come nei libri e nei film. Sono simile a
un essere umano senza esserlo. Ho bisogno di sangue per
sopravvivere, e posso muovermi soltanto nell'oscurità».
«Tu... hai bevuto il mio sangue. Diventerò come te?»
«No, a meno che tu non beva il mio. Da te ne ho preso soltanto
una quantità minima. Non ho bevuto per sostentarmi, semmai per
esaltare e prolungare il piacere del nostro fare l'amore».
Lei si sedette intontita. Il gruppo tornò a suonare un'altra serie di
canzoni, e loro ascoltarono la musica, ma Karl sapeva che Gerlinde
era preoccupata come lui.
Quando la band ebbe terminato, Gerlinde sembrava sconvolta.
Voleva tornare a casa. Da sola. E lui la lasciò andare.
Le settimane seguenti furono un inferno. Tornarono insieme e si
lasciarono tante volte. Sapere che cosa era Karl e tollerarlo erano
due cose differenti, e per lei era stato molto difficile accettare che il
suo amato fosse immortale.
Due settimane dopo erano di nuovo entrambi al Klub Hole. Lei
aveva chiuso la loro relazione due notti prima, e stavolta a lui
sembrava quella definitiva. Karl era sul punto di accettare il fatto che
lei non sarebbe mai stata sua, che presto avrebbe dovuto
abbandonare Berlino. Non riusciva a sopportare l'idea di vederla,
sapendo che avrebbe potuto essere sua ma non lo sarebbe stata. Il
suo stile di vita non era mai stato quello di chi sperimenta. Era
monogamo per natura, e aveva bisogno della stabilità di una
relazione per trovare un equilibrio. Ora che aveva trovato una
donna con la quale voleva stare, sapeva che senza di lei sarebbe
stato un inferno, e restare in quel posto avrebbe peggiorato le cose.
Si intravidero in mezzo a quella folla. Lei andò da lui. «Parliamo».
Si sedettero in una piccola nicchia, buia e tranquilla per quanto
possibile.
«D'accordo», disse lei.
«D'accordo cosa?»
«Fallo. Voglio stare con te».