Untitled - The Vampire Inside

sangue aveva un sapore sempre, sempre, sempre superbo.
Soltanto il retrogusto tradiva il suo essere stantio, lasciandogli la
bocca piena di qualcosa che si avvicinava a un sapore sgradevole.
Ciononostante era un nutrimento, e questo superava tutto il resto, o
normalmente l'avrebbe fatto. Perché André aveva ragione. C'era
qualcos'altro in quel sangue. Qualcosa che non era proprio del
sangue né di nessuno dei suoi derivati. E non aveva profumo. O
sapore. Piuttosto aveva una consistenza, o un peso.
Karl, come tutti gli altri, si era imbattuto nell'alcool di coloro dai
quali aveva bevuto, e in droghe varie, tanto di strada quanto
mediche. Questo dava più la sensazione di essere una droga, ma non
era nulla di familiare. E, benché non avesse un vero e proprio
sapore, lo colpì come fosse qualcosa di ripugnante.
Alzò poi lo sguardo verso André, che disse: «Si tratta del sangue
del Columbarium». Porse a Karl l'altra boccettina: quella col sangue
dal corpo di Chloe.
Karl annusò il contenuto: nessun odore tranne quello del sangue.
Ma c'era qualcosa... tracce di qualcosa... Sollevò la fiala e ancora una
volta si limitò a bagnare le labbra. Il sapore ricco, di una pienezza
meravigliosa, poi il sollievo, come quello di un uomo assetato che
beve dell'acqua. Il sangue gli parve simile a quello della prima
boccetta, fino al retrogusto. E poi quell'elemento estraneo.
«È un additivo particolare», disse André. «Come fosse
farmaceutico, ma non lo è. O così mi sembra», disse André, sollevato
e insieme incerto: la scienza non era il suo forte.
Karl vedeva che André aveva dubitato di se stesso. L'essenza di
Chloe per lui avrebbe coperto tutto il resto, e lui avrebbe potuto
benissimo confondersi per quanto riguardava ciò che giaceva
nascosto tra i corpuscoli.
«Ho effettuato alcuni test al microscopio sulle cellule, e al
laboratorio di medicina legale sul plasma, isolando gli elementi»,
disse Karl.
André annuì.
«Sto pensando che l'assassino deve aver bevuto un po' da lei, dai
punti dove abbiamo trovato i segni dei denti, da dove hai raccolto i