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Untitled - The Vampire Inside

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conto che non solo era sfinito e svuotato, ma che era anche<br />

affamato. Adesso comprendeva perché lo stomaco gli aveva dato<br />

fastidio nella Eisenbergerstrasse: l'ultimo pasto di cibo solido che<br />

aveva consumato risaliva al 1845. Stava morendo di fame! Aveva<br />

dimenticato che anche i corpi mortali avevano bisogno di<br />

carburante, regolarmente.<br />

Si sedette e divorò la colazione americana. Donata voleva<br />

soltanto caffè ma lui insistette affinché mangiasse parte di un<br />

croissant da quella continentale mentre Karl spazzolò via l'altra e le<br />

due paste danesi. Lei bevve una tazza di caffè, lui tutto il resto.<br />

Gli odori e i sapori erano travolgenti per lui. Ogni cosa era ben<br />

distinta. Deliziosa. Squisita! Alcune di quelle cose le stava mangiando<br />

per la prima volta. Il caffè ebbe un effetto ristoratore immediato, e<br />

sentì un'esplosione di energia.<br />

Donata, sopraffatta, si distese sul letto e si rannicchiò in posizione<br />

fetale. «Spero che Michel stia bene. Come possiamo scoprirlo?»<br />

«Mi aspetto di vedere qualcosa al telegiornale». Accese la<br />

televisione sul canale del notiziario tedesco e usò il telecomando per<br />

abbassare il volume.<br />

La ragazza era malata e afflitta in ugual misura. Riusciva a<br />

vederlo. Non sapeva che cosa fare per lei o cosa dirle. Non sapeva<br />

nulla. Controllò l'ora sulla radiosveglia di fianco al letto: le undici di<br />

mattina.<br />

Un vampiro maniaco dormiva nella vasca da bagno, e un altro - il<br />

suo vecchio amore - era rannicchiato sul pavimento dell'armadio.<br />

Entrambi avrebbero ripreso vita al tramonto. E lui non aveva un<br />

piano.<br />

«Perché restiamo qui?», disse Donata con un filo di voce.<br />

«Dobbiamo andare. Prima che si sveglino».<br />

Karl non riusciva nemmeno a guardarla. Aprì le braccia e lei vi si<br />

nascose come una ragazzina - la ragazzina che era - cercando<br />

disperatamente conforto.<br />

«Ci ho riflettuto. Tu devi andare. Devi stare in un luogo sicuro, e<br />

non è questo. Dormiremo per un paio d'ore - metterò la sveglia -<br />

poi ti voglio fuori di qui».

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