Untitled - The Vampire Inside

sapevano che il sole era sopra l'orizzonte. Qualunque beneficio
avesse portato il sangue di Michel - direttamente dal ragazzo o
indirettamente da Karl - probabilmente l'effetto non sarebbe stato
istantaneo su di loro, non più di quanto lo fosse stato per Karl il bere
direttamente il sangue di Michel.
Karl perse coscienza del proprio corpo. Tutte le sensazioni appena
scoperte derivanti dall'essere umano svanirono. Parve ascendere,
sopra e oltre il proprio corpo, per ragioni di sicurezza, e si vide
fluttuare vicino al soffitto sotto forma di luce bianca, e adesso che
era divenuto quella forma, guardava in basso se stesso tra le braccia
di Gerlinde, Antoine sopra Michel nel letto e Donata che cercava di
rimettersi in piedi. Tutto sembrava calmo e placido. Giusto. Stava
quasi per svenire, lo sapeva. Bruscamente, la scena si fece più
luminosa. La luce del giorno inondò i dettagli, riversandosi su di lui,
su ogni cosa. Così intensa, penetrò nella sua pelle e lui cominciò a
riprendere sensibilità alle braccia, alle gambe, al viso...
Gerlinde strillò. Antoine ruggì come un demone. Karl divenne
improvvisamente cosciente e concentrato. La luce, non più nella sua
mente ma all'esterno, stava illuminando la stanza.
Donata giaceva sul pavimento, con le tende ammassate su di sé;
la mano ancora stretta intorno al tessuto. La luce del sole si riversava
nella stanza attraverso la lunga sagoma della finestra.
Antoine sfrecciò verso il bagno. Karl notò delle porzioni di pelle
annerita, laddove i raggi del sole l'avevano scorticato. Il suo volto
era corrugato in un terrore furioso. Una volta giunto al sicuro, Karl
vide la porta che si chiudeva sbattendo e sentì che veniva bloccata
dall'interno.
Gerlinde aveva avuto la stessa idea, ma quando giunse alla porta,
picchiando e urlando, Antoine non le aprì.
Gridò istericamente, aggrappandosi e scorticando il legno. Dalla
sua pelle si sollevò del fumo. «Da questa parte», disse Karl.
«Non la aiutare!», gridò Donata. «Lasciala morire!».
Karl afferrò Gerlinde per la vita e la trascinò all'indietro di alcuni
passi verso la porta dell'armadio. Per tutto il tempo lei lo graffiò,
strappandogli la pelle dal viso. «Qui dentro», disse lui. «Sarai al