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Untitled - The Vampire Inside

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cercò di mescolarsi a loro. Ciononostante, la gente si fermava a<br />

parlare con lui e Karl disse che era nuovo di quel lavoro, che un<br />

supervisore gli aveva detto di dare un'occhiata alla planimetria<br />

dell'edificio e di vedere le cose più rilevanti. Tutti quanti indicarono i<br />

punti importanti, la sala mensa, i gabinetti, l'orologio - e lo<br />

indirizzarono indietro verso l'ufficio, dove lui promise di andare.<br />

La sua nuova consapevolezza delle cose lo sorprese: non vedeva<br />

questi mortali nello stesso modo in cui li aveva visti prima della<br />

notte precedente. Non si trattava più di vibranti fonti di cibo. E nei<br />

loro occhi riusciva a capire come lo vedevano, ed era abbastanza<br />

diverso. Era un giovane, nuovo per loro. Erano socievoli e sospettosi<br />

allo stesso tempo. Nessuno sembrava trovarlo eccessivamente<br />

attraente. Né avevano paura di lui. Era soltanto un altro estraneo<br />

che poteva diventare o meno un amico.<br />

Si tolse la tuta, lasciò l'edificio e si diresse dall'altra parte della<br />

strada verso una struttura a un solo piano, piccola rispetto alle altre,<br />

un complesso di uffici piuttosto che una fabbrica. Non sembrava<br />

essere ancora in attività, benché Karl fosse pronto a imbattersi nei<br />

lavoratori mattinieri.<br />

Appena oltrepassata la porta, trovò un piccolo banco per la<br />

reception e la segreteria. Subito svoltato un angolo trovò un bagno<br />

che era anche uno spogliatoio. Karl aprì uno degli armadietti. Nulla<br />

di utile. Nulla tranne lo specchio a figura intera nel quale si osservò.<br />

E vide un uomo dall'aspetto abbastanza piacente di non più di<br />

venticinque anni, dai tratti ordinari, di costituzione slanciata in un<br />

normale completo con cravatta. Questo era quello che vedevano i<br />

mortali: un altro mortale. Non solo non possedeva il magnetismo<br />

del suo stato precedente, o i sensi acuti, ma non aveva nemmeno la<br />

straordinaria forza fisica di prima. Aveva semplicemente la normale<br />

forza di uno della sua taglia ed età, forse un po' più debole a causa<br />

della trasfusione e del dissanguamento. Un po' inorridito, Karl si rese<br />

conto di dover fare affidamento unicamente sulla sua intelligenza,<br />

poiché il sovrannaturale al quale si era così abituato e cui si affidava<br />

era scomparso.<br />

Non ebbe problemi a farsi strada per l'edificio, che non era più<br />

grande di cinquanta metri quadrati. Camminò in fretta per il piano

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