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Untitled - The Vampire Inside

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Lei chiese quello che Karl stava al momento cercando di<br />

dimenticare. Non sapeva di Michel. Forse, una volta finito tutto,<br />

avrebbe potuto riflettere sulla condizione di Michel, qualunque essa<br />

fosse. Non adesso. Il fine poteva giustificare i mezzi, oppure no. Ma<br />

adesso non poteva fare nulla! E si stava facendo tardi.<br />

«Stai con lui», disse a Donata, perché sapeva che lei doveva fare<br />

qualcosa. «Probabilmente non si sveglierà durante il giorno. È troppo<br />

svuotato. Mantieni la stanza più buia che puoi. Parlagli. Toccalo. Ma<br />

prima che sorga il sole, di tanto in tanto, bagnagli le labbra con un<br />

po' di sangue». Non ebbe bisogno di dirlo apertamente: il sangue<br />

sarebbe stato quello nelle sue vene. E se Michel fosse rivissuto, Karl<br />

sapeva che c'erano ottime possibilità che la aggredisse. Ma non<br />

avrebbe potuto occuparsi anche di quello. Proprio no.<br />

Se ne andò che il cielo era ancora scuro. Mentre cominciava ad<br />

albeggiare, mentre usciva dalla città diretto verso la periferia, si rese<br />

perfettamente conto di non sentire la pressione che avvertiva<br />

normalmente man mano che sorgeva il sole e svaniva l'oscurità.<br />

Stranamente, qualcosa dentro di lui accolse di buon grado il sole.<br />

Non era abituato a quella sensazione.<br />

Per quando raggiunse la strada dove lui e Michel avevano<br />

tracciato Gerlinde, il sole era pronto a varcare l'orizzonte. Si trattava<br />

di una zona fortemente industrializzata, enormi edifici di metallo e<br />

capannoni con i loghi delle compagnie per ogni genere di attività,<br />

nonché ciminiere fumanti che vomitavano nell'aria quantità più o<br />

meno grandi di miasmi contaminati. Una delle fabbriche era una<br />

compagnia che produceva ventiquattr'ore al giorno: vide degli<br />

operai seduti su cornicioni che mangiavano sandwich con salsiccia e<br />

bevevano caffè dai thermos.<br />

Karl si fermò in mezzo alla Eisenbergerstrasse, tra gli edifici. La<br />

strada correva da est a ovest e lui era rivolto verso est. Se doveva<br />

incenerirsi ormai se ne sarebbe accorto. Poteva non funzionare. Ma<br />

si sentiva diverso.<br />

E poi il sole, il sole glorioso, il primo che vedesse dal 1845, sorse<br />

come una maestà regale, brillante nella sua solennità rosso dorata.<br />

Quella palla di fuoco, che s'innalzava sempre di più man mano che<br />

la terra girava per consentire il suo sorgere, era una divinità. Riusciva

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