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Untitled - The Vampire Inside

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«Be', potresti trasformarmi prima tu», disse lei a Karl. «Hai detto<br />

che il tuo corpo espellerà in fretta la parte malata del sangue».<br />

«In fretta sì, ma non all'istante. Serviranno ore. E noi non<br />

abbiamo ore a disposizione perché questo accada e altre ore per<br />

effettuare la trasfusione. Dovrai attendere fino a quando non<br />

avremo fatto la trasfusione». Non voleva dirle altro. Non stava a lui.<br />

«Be', correrò i miei rischi», disse lei sorridendo a Michel. Ma Karl<br />

riusciva a capire quello che stava pensando: non c'era nulla che non<br />

andava nei suoi poteri ESP. Sapeva che la sua trasformazione non<br />

sarebbe stata né facile né probabile.<br />

Lui e Michel si stesero, il ragazzo sul letto doppio, Karl sul<br />

pavimento di fianco a lui, ciascuno con un ago infilato nella vena<br />

all'interno del gomito. Una piccola pompa per il sangue lo estraeva<br />

ritmicamente da Michel, come un metronomo regolato sul suo<br />

battito cardiaco. Un anticoagulante lo manteneva in forma liquida<br />

facendolo scendere giù lungo il tubo di alimentazione verso un<br />

morsetto triangolare che si apriva e chiudeva a ritmo stabile. Poi il<br />

sangue procedeva oltre lungo il tubo, in basso, ed entrava<br />

direttamente nella vena di Karl.<br />

Riusciva a sentire il ragazzo che penetrava dentro di lui. Lo<br />

sentiva muoversi nelle sue vene ed espandersi, sentiva il sangue fluire<br />

verso il suo cuore, lavargli il cuore, poi nelle arterie, riempire i<br />

piccoli capillari, muoversi nel suo corpo, pompando come nessun<br />

sangue mortale poteva fare. Michel era puro. La sua essenza<br />

semplice, naturale.<br />

Karl sentì anche il suo sangue abbandonarlo attraverso un altro<br />

tubo inserito in una vena all'interno dell'altro gomito, la vena era<br />

tenuta aperta con dei piccoli morsetti chirurgici. Il sangue di Michel<br />

rimpiazzava il suo, ma c'era un fastidioso vuoto nei punti dove non<br />

c'era sangue. Questo gli causava dolore, una sorta di perdita fisica.<br />

Pensò di essere in grado di avvertire i cambiamenti nel suo corpo<br />

a livello cellulare. Avveniva nello stesso modo in cui aveva sentito<br />

alcuni mortali parlare del sole, e di come la deplezione di ozono<br />

facesse loro sentire i raggi che penetravano al di sotto dello strato<br />

superficiale dell'epidermide fin nella pelle, per attraversare anche<br />

questa fino al muscolo. Sentì qualcosa di simile. Era come se le cellule

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