Untitled - The Vampire Inside

«Porta anche loro».
L'ultima cosa che voleva fare era portare Karl e Gerlinde a un
appuntamento, se di quello si trattava, e non lo era. «Uh, credo che
debbano tornare a casa. Sono vecchi...».
«Ok. Non sappiamo ancora dove andare: ti aspettiamo qui».
«Ok», aveva detto lui, indietreggiando in fretta. «Torno subito».
Aveva visto le sue amiche circondarla per farle domande. Lui si
era infilato nuovamente dentro il cinema.
«Non si può entrare di qui», aveva detto un usciere.
«Ero già dentro. Ho appena visto il film. Devo arrivare all'ingresso
principale per incontrare dei miei amici...».
«Fai il giro», aveva detto l'usciere, un ragazzo brufoloso con aria
supponente.
Michel detestava farlo, ma si era servito delle sue capacità
ipnotiche per instillare un seme di condiscendenza nella mente
dell'usciere, e pochi secondi dopo si stava precipitando nel cinema
vuoto, superava gli altri addetti intenti a pulire le buste vuote di
pop-corn, i bicchieri di carta delle bibite e le cartacce delle caramelle.
Karl e Gerlinde erano abbracciati, e si stavano baciando in
pubblico. Questo non lo infastidiva, ma non erano giovani, anche se
sembravano avere vent'anni. Ed erano stati insieme per così tanto
tempo: non riusciva a capire perché non potessero risparmiarsi certe
cose per la camera da letto. Non appena lo aveva pensato, si era
rimproverato di quel pensiero. La maggior parte delle volte pensava
fosse una bella cosa. Dolce. Sperava che, se avesse trovato qualcuno
da amare, sarebbero rimasti così affezionati e innamorati per tutto
quel tempo. Però c'erano così tante persone attraenti: gli riusciva
difficile pensare di restare con la stessa per decenni...
«Ciao ragazzi», aveva detto, interrompendo il loro tête-à-tête.
«Ehi! Dov'è la ragazza?», gli aveva chiesto Gerlinde arrivando
come al solito dritta al punto.
«È dall'altra parte. Vuole andare a prendere un caffè».
«Grandioso! Non sarebbe male avvicinare nuove prede», aveva