Untitled - The Vampire Inside

del sangue e delle ossa.
«Ti senti bene?», chiese Donata.
«Ha bisogno di dormire», disse Michel. «Usa il bagno. Noi
resteremo fuori».
Karl voleva ribattere, almeno la sua mente voleva farlo, ma il suo
corpo era incapace di sostenerlo e non fu più in grado di articolare i
pensieri.
Si voltò verso la porta aperta del bagno e la lunga vasca che
sarebbe stata il suo giaciglio per la notte. «Metti il cartellino di "Non
Disturbare" sulla porta», disse, biascicando per lo sfinimento. «E
Michel, ho bisogno della tua parola che sarai qui quando mi
sveglierò».
Il ragazzo esitò. «Ti do la mia parola se tu mi dai la tua... di non
chiamare i miei genitori. Non ancora».
Karl si sentì all'angolo. Non c'era altro da fare che annuire. Una
volta chiusa a chiave la porta del bagno, mise degli asciugamani
davanti alla fessura sotto la porta per impedire che filtrasse la luce. Il
suo volto nello specchio era uno spettacolo orribile. Era sconvolto,
con i capelli arruffati, la pelle biancastra, le occhiaie pronunciate, le
iridi di un colore spento. In altre parole, sembrava un uomo
depresso dopo un'ubriacatura durata una settimana.
Spense la luce, si sistemò nella vasca da bagno e tirò intorno a sé
la tendina della doccia, come ulteriore protezione.
Il sonno fu come una botola spalancata sotto di lui. Quasi nello
stesso istante in cui il suo corpo disteso toccava la superficie smaltata
della vasca, tramite quella porta finì nell'oblio.