Untitled - The Vampire Inside

Lui si era sentito stupido e aveva annuito, sempre sorridendo,
chiedendosi perché fosse così sorpreso. Gerlinde si era girata in quel
momento, aveva aperto la bocca per dire qualcosa, poi l'aveva
richiusa e si era voltata, e di questo lui le era stato grato. Gerlinde
era molto divertente, ma quello non era il momento per una delle
sue intelligenti osservazioni.
«Io... ho visto il primo», aveva detto Michel.
«Anche io».
E adesso? «Le giacche in pelle erano grandiose».
«Oh, sì! De la belle confection. C'etait». Parlava franco-inglese,
come molti a Montréal, una combinazione di inglese e francese.
«J'ai marias en avoir un».
«Mot aussi!».
Be', ad entrambi sarebbe piaciuto avere una delle giacche del film.
Avevano qualcosa in comune. Ma poi la fila aveva preso a scorrere e
lei si era girata di nuovo verso le sue amiche, mentre lui era
avanzato insieme a Karl e a Gerlinde. Si erano seduti quasi a metà,
una scelta di Karl, e la ragazza si era sistemata con le sue amiche più
avanti. A un certo punto, si era girata sulla sua poltrona
ispezionando la folla come in cerca di volti familiari. I loro occhi si
erano incontrati e lei aveva sorriso di nuovo mentre gli faceva un
cenno. Michel si era limitato a sollevare una mano per ricambiare
mentre lei si girava.
Una volta iniziato il film, aveva trascorso gran parte del tempo a
guardarle la nuca. Lei aveva riso molto insieme alle sue amiche.
Mangiato del pop-corn. Bevuto Coca-Cola da una cannuccia. Si era
grattata il naso. A Michel piaceva il modo in cui si sporgeva per
sussurrare all'orecchio della sua amica, e come le extension si
scuotevano simili a code di serpente. A dire il vero aveva trovato
tutti quei gesti, così semplici e ordinari, irresistibili. E quando il film
era terminato - e lui se n'era perso buona parte distratto dalle
elucubrazioni mentali su cosa fare o non fare - aveva giurato che
sarebbe andato a chiederle il numero di telefono.
Si era separato da Gerlinde e Karl dicendo che li avrebbe raggiunti
all'ingresso, e aveva inseguito le quattro ragazze che se ne stavano