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Untitled - The Vampire Inside

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venivano imbalsamati. Fortunatamente aveva piovuto e, anche se<br />

non è facile scavare nel fango, allora fu più semplice che se il terreno<br />

fosse stato asciutto e compatto. Mi ci vollero quasi due notti e poi,<br />

quando ero vicina alla superficie, mezza impazzita, morta di fame,<br />

senza sapere ancora cosa fossi, dovetti seppellirmi nuovamente<br />

quando la luce del sole m'investì, e attendere un velo di oscurità<br />

prima di poter emergere».<br />

«E continui ad amare i cimiteri!», disse Michel a cuor leggero. Non<br />

riusciva a capire perché.<br />

«Suppongo che una persona sia sempre attratta dal luogo dove si<br />

è verificato un avvenimento traumatico. Come disse Carl Jung: "La<br />

nostra più grande ferita è la nostra più grande benedizione, e il<br />

luogo dove può esservi guarigione".<br />

Vieni», disse lei e, con grande costernazione di Michel, si diressero<br />

giù per la collina. «Quando sono emersa, ovviamente sono tornata a<br />

casa. Dove va uno quando torna dalla morte? Molti dei miei figli<br />

erano adulti e sposati, e mi accolsero, naturalmente rallegrandosi del<br />

fatto che fosse stato commesso un errore. Ad ogni modo erano<br />

visibilmente turbati. Le ferite profonde inflittemi da Antoine<br />

avevano cominciato a guarire in fretta: si pensava fossi stata assalita<br />

da un lupo, dato che all'epoca i lupi erano ancora diffusi in Europa.<br />

Quei lupi, non come quelli che vediamo oggi, erano grossi e feroci.<br />

Sono alla base delle leggende sui lupi mannari.<br />

La mia figlia più grande e suo marito mi diedero una stanza.<br />

Pensavano fossi stremata e mi lasciarono dormire per diversi giorni.<br />

Di nascosto, mi alzavo la notte e mi facevo strada per la casa,<br />

osservando loro e i loro figli - i miei nipoti - mentre dormivano. Ero<br />

affetta da una brama che non ero in grado di identificare ma<br />

istintivamente sapevo di essere una minaccia per la mia famiglia.<br />

Sai come vediamo i mortali. Come percepiamo il sangue, come<br />

riusciamo a sentirlo pulsare nelle vene, odorare la sua rossastra<br />

fragranza ancor prima di trapassare la pelle. Tutto questo e altro<br />

ancora avevo percepito con grande intensità; non mi ero ancora<br />

nutrita. Ero debole, ma la fame divenne ossessiva, e servì tutta la mia<br />

forza per non cedere. Alla fine, dopo che fu trascorsa una settimana,<br />

dovetti fuggire. Non c'era altro modo. Non sapevo che cosa ero, ma

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