Untitled - The Vampire Inside

specie di altare in cima ai gradini, servendosi di un tavolo basso, le
candele, l'incenso e le pietre che Karl li aveva visti spacchettare,
probabilmente per decorare l'altare. Qualunque fosse il loro rituale,
Karl non voleva farne parte. E sospettava che se gli altri avessero
scoperto che era un vampiro, avrebbero potuto cercare di
costringerlo a rimanere, pensando che la sua presenza, magari anche
il suo sangue, avrebbero reso tutto più formidabile. Avrebbero
persino potuto decidere che volevano unirsi a lui!
Aveva già le sue preoccupazioni, e riguardavano il nutrimento per
affrontare la giornata. Poi la notte seguente avrebbe cercato di
trovare un modo per distruggersi, perché adesso comprendeva che
tutto quel vagare riguardava questo. Era ciò che l'aveva condotto là.
Non poteva morire facilmente in Germania: qualunque sacrificio
avesse fatto per il potere di Antoine, non poteva farlo nella sua terra
natia. Alcune cose erano troppo umilianti. Ma Parigi... Gli era
sempre piaciuta Parigi. E anche a Gerlinde.
Cominciò ad allontanarsi dal gruppetto, verso il tunnel, quando le
parole di Donata lo fecero fermare: «Karl, se avrai mai bisogno di
me, e credo che ne avrai, mi troverai. Alla fine. A meno che non sia
morta».
Qualcosa in quelle parole lo fece rabbrividire. Non riusciva a
immaginare di aver bisogno di quella ragazza per qualcosa, ma
comunque una parte di lui ripose quell'informazione come se fosse
vitale alla sopravvivenza dell'universo. E quella stessa parte pensò:
"Spero che tu non muoia troppo presto".