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Untitled - The Vampire Inside

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la collina tra le cripte e le tombe fino a quando non raggiunse un<br />

posto tranquillo dove affacciarsi per vedere la vallata di morti<br />

sottostante.<br />

Era veramente una visuale degna di nota. Quelle piccole strutture,<br />

delle cabine telefoniche gotiche, con dentro degli altari costruiti<br />

sopra i feretri. Delle croci di metallo identificavano i morti, oppure i<br />

loro nomi erano stati incisi sugli ingressi. Molte delle cripte erano<br />

aperte; o le porte non erano state chiuse, o nel corso dei decenni i<br />

lucchetti erano stati rotti. Molti altari erano spogli, il contenuto<br />

rimosso da tempo e venduto al mercato delle pulci, ma alcuni<br />

avevano candele e crocifissi, e ogni tanto una fotografia del defunto.<br />

In una aveva visto un paio di scarpe col tacco. In un'altra, un<br />

giornale e un registratore, col cavo che penzolava abbandonato in<br />

basso. Si chiese se chiunque l'avesse messo là si aspettava che il morto<br />

registrasse un messaggio, o se era stato lasciato dalla persona in lutto.<br />

Invece di una sensazione strana, il silenzio del cimitero gli dava<br />

pace, la prima pace che provava da... quando aveva trovato i resti<br />

di Chloe. Da quella notte terribile quando il suo mondo aveva<br />

iniziato a sgretolarsi fino a quel momento, quando quello che ne<br />

restava si era mutato in una nuova, squallida realtà che sembrava<br />

eterna.<br />

La veduta sottostante era quella di una terra fatta di un grigio<br />

freddo e un nero soffice, una città tappezzata di foglie marcescenti e<br />

ossa in decomposizione. Le strutture erano mezzo nascoste dalle<br />

querce e dagli aceri, come se anche i morti volessero la loro privacy.<br />

Dovunque nell'oscurità vide il contorno di croci, di decorazioni ad<br />

archi acuti, di angeli, cherubini, e intorno ai bordi di una cripta a<br />

cupola, dei gufi. Il profumo dell'autunno riempiva l'aria, quello della<br />

vita che declina, muore, si prepara a una lunga sepoltura sotto la<br />

terra ghiacciata. Un lieve fruscio di foglie mentre gli alberi si<br />

muovevano nel vento. E poi... nulla.<br />

Il suo mondo, il mondo che aveva conosciuto, l'esistenza che<br />

aveva vissuto, erano finiti. Se continuare aveva un senso, lui non era<br />

in grado di vedere quale fosse. Era stato in diversi posti, aveva fatto<br />

delle cose. Aveva investigato tutte le realtà che potesse immaginare.<br />

La ripetizione era divenuta la realtà, e l'esistenza si era trasformata in

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