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Untitled - The Vampire Inside

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sistema. Gli interessavano solo i morti, ogni giorno di più.<br />

Il cimitero si estendeva per quarantaquattro ettari. Più di un<br />

milione di persone era sepolto là, e c'erano almeno 100.000<br />

monumenti. La città dei morti era organizzata come molte altre città:<br />

ampie strade costeggiate da alberi, e vialetti minori. Invece di<br />

prendere i sentieri principali, si spostò su quelli più piccoli, sufficienti<br />

appena per una persona, che si sviluppavano di fronte e dietro le<br />

cripte. I sentieri erano sporchi, senza erba, e le foglie morte<br />

crepitavano sotto i piedi. Sarebbe stato abbastanza semplice<br />

nascondersi tra le cripte e assalire una persona ignara intenta a<br />

passeggiare. Ma, di notte, non ci sarebbe stato nessuno. Solo lui,<br />

insieme ai morti.<br />

Oltrepassò così tante belle strutture. Alcune delle cripte erano<br />

come delle cattedrali in miniatura, con guglie gotiche o<br />

rinascimentali ed elementi architettonici a forma di foglie lungo i<br />

tetti a due spioventi. Le porte da sole erano opere d'arte, le grate di<br />

metallo con disegni a spirale culminavano in croci, o rosette, o<br />

disegni romantici, e le finestre possedevano dipinti su vetro colorato<br />

della Vergine o di altre figure religiose. Alcuni di questi vetri colorati<br />

col tempo erano andati in frantumi, ma la gran parte era ancora<br />

intatta. Basse staccionate munite di cancelletto qua e là delimitavano<br />

minuscoli giardini, separavano i sepolcri, o le sculture, o i molteplici<br />

rettangoli di pietra che imitavano le bare. Un angelo color bronzo,<br />

col volto in parte velato e annerito dal tempo, restava sospeso sopra<br />

la sagoma di un corpo trapassato da poco, entrambi di marmo. Un<br />

angelo di compagnia. "Almeno non sei da solo", disse Karl all'effigie,<br />

e un dolore improvviso lo colse, un dolore al quale non era pronto.<br />

Il dolore si era diffuso come un cancro, destinato ad avere la<br />

meglio su di lui, prima o poi. Non poteva nascondere a se stesso che<br />

era così. Qualsiasi scopo avesse trovato precedentemente nella vita,<br />

adesso sembrava essere svanito. Riusciva a vedere tutto come fosse<br />

la via più ovvia: Gerlinde era stata il suo supporto, il suo<br />

fondamento. Se non c'era più lei, precipitava nell'universo, senza che<br />

nulla lo fermasse. Non poteva credere che lei l'avesse abbandonato,<br />

e non poteva credere di averlo accettato così prontamente. Ma in<br />

cuor suo sapeva che, sia che Antoine la stesse controllando. sia che<br />

fosse una sua decisione, Antoine era responsabile solo in parte. Lui

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