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Untitled - The Vampire Inside

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lista con i nomi dei parroci di San Martino. Alla fine trovò Padre<br />

Ballard sulla lista, alla metà del diciannovesimo secolo. Questo fece<br />

apparire un baluginio nei suoi occhi.<br />

«Padre Ballard sentiva che io possedevo una mente eccezionale, e<br />

spronò i miei genitori affinché frequentassi l'università. Era una cosa<br />

inusuale, a dir poco, ma non del tutto nuova: un ragazzo di un<br />

piccolo villaggio lungo il Reno, mandato in una grande città,<br />

destinato al sacerdozio.<br />

Ho studiato all'Università di Colonia. Mi creda, padre, dopo<br />

sedici anni in questo villaggio, vivere a Colonia è stata un'esperienza<br />

illuminante. Prima di partire per Colonia, non ero mai stato più<br />

lontano da questo villaggio che a Bonn. Già soltanto la libertà mi<br />

dava alla testa. La vista, i suoni e la vita di una metropoli, il poter<br />

accedere e immergermi negli scritti del mondo, già dal primo anno<br />

sapevo che non sarei mai potuto tornare a vivere a Oberwesel, e che<br />

non avrei potuto continuare col sacerdozio. Avevo trovato qualcosa<br />

che mi attraeva più della religione. Le scienze naturali, così prossime<br />

alla modernizzazione, a quel tempo».<br />

«Dev'essere stata una decisione difficile per lei», disse il prete, e<br />

versò altri due bicchieri di vino.<br />

«Spezzò il cuore dei miei genitori. Me lo fece capire la mia ultima<br />

visita a casa. Sugli occhi di mia madre vidi veli di tristezza. Mio<br />

padre mi evitò; si fece semplicemente trovare impegnato. Avevano<br />

sperato che io fossi quello puro, l'asceta, quello che avrebbe<br />

garantito il loro ingresso in paradiso. Se c'è un paradiso, padre, se c'è<br />

un Dio, allora immagino che il mio destino abbia chiuso i Cancelli<br />

per loro».<br />

«Vuoi confessare qualcosa?», chiese all'improvviso il prete,<br />

gentilmente.<br />

«Io... non lo so».<br />

«Sembri esageratamente triste. Il passato ti ha intrappolato, come<br />

fa con noi tutti. Ma quello soltanto non basta a spiegare quello che<br />

percepisco».<br />

«Lei è percettivo», riconobbe Karl. Fece un profondo sospiro.<br />

«Padre, io sono quello che lei chiamerebbe die vampir».

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