Untitled - The Vampire Inside

sempre un rispetto fondamentale per la teologia. E come non
avrebbe potuto? Teologia e filosofia erano gemelle.
«Vedo un futuro triste davanti a me», disse all'improvviso,
sentendosi abbastanza cosciente del fatto di aver parlato con molta
franchezza a un estraneo, per giunta mortale.
Il prete rispose limitandosi a un cenno del capo.
«E la mia storia potrebbe sembrare inventata», lo avvertì Karl, «ma
non saprei come raccontarla altrimenti, se non attenendomi alla
verità».
«La dica nel modo che le è più congeniale», disse il sacerdote.
«Quello che non posso leggere con lo sguardo, posso sentirlo con le
orecchie».
Questa suonava come una rivelazione formale, e Karl si chiese se i
tempi fossero cambiati a tal punto che i preti non avevano più
bisogno di confessionali.
«Ho bisogno della sua parola che quello che sto per dire non sarà
riferito ad altri».
«Stia tranquillo della riservatezza di tutto quello che sta per dire.
Per quanto possa essere scioccante la sua storia o scellerate le sue
azioni».
«Non sono un assassino».
«Non intendevo quello. E questa non è una confessione, no?
Semplicemente una conversazione».
Rimasero in silenzio di nuovo. Karl cercò di figurarsi nella mente
la differenza tra una confessione e una conversazione, dato che
soltanto una delle due riguardava il mettere a nudo la sua anima.
Quando non giunse nessun altro invito da parte del prete a
proseguire, Karl continuò. Anche mentre parlava, sentì che stava
esaminando nella sua testa le informazioni, mentre vedeva le
istantanee del suo passato mortale. L'aria stessa all'interno di quella
chiesa sembrava incoraggiare la riflessione.
«Sono nato qui, nel villaggio di Oberwesel. Molto tempo fa.
Molto prima della sua nascita».