Vertenze Rivalutazione pensioni Rivalutazione pensioni - Aspenscrt.it

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29.05.2013 Views

4 Giorgio Viotto La sentinella del (nostro) Fondo Aggiornamento sul tema rivalutazione delle pensioni per il biennio 2012-2013 Nell’articolo da me predisposto per il numero di settembre della rivista, preparato in estate con le informazioni allora disponibili ed in attesa delle corrette interpretazioni della Legge di conversione, ho fornito una indicazione non del tutto esatta, che vado a precisare con il presente articolo. Come noto la rivalutazione dei trattamenti di pensione, la così detta “perequazione” è una percentuale di incremento stabilita con Decreto legge e calcolata sulla base dei prezzi al consumo dei beni inseriti in un paniere Istat. Il blocco, anche solo parziale, della perequazione è un ottimo strumento su cui i Governi possono intervenire per ridurre l’impatto del costo complessivo dei trattamenti pensionistici e quindi contenere la spesa pubblica. Negli anni diversi interventi sulla materia hanno limitato la perequazione a favore dei pensionati dovuta all’aumento del costo della vita, causando quindi una diminuzione del potere d’acquisto degli stessi, con un impatto che non è solo temporaneo limitato alla durata del provvedimento ma che si trascina per tutta la vita del pensionato ed anche sulla pensione del coniuge superstite. Ebbene la Legge n. 111/2011, tra gli altri interventi di contenimento della spesa pubblica, ha previsto una perequazione limitata per tutte le pensioni lorde superiori a 3 volte la pensione minima con una differenziazione in relazione al livello di pensione lorda percepita che vado a sintetizzare nel riquadro che segue. I dati riportati sono stimati ipotizzando per il prossimo bi- ennio che l’indice ISTAT rimanga lo stesso di quello tendenziale attuale del 2,30% e che il livello di pensione minima INPS sia pari a quello attuale pari ad g 468,35; nella realtà i dati potranno essere un po’ differenti, ma lo scopo è quello di dare una indicazione di un ordine di grandezza stimata. Come si può vedere dalla tabella in calce, le pensioni ricomprese nella seconda fascia vedono limitata la parte eccedente i 1.406 g ed avranno come massimo un incremento di g 51,70 mentre è la terza fascia quella più penalizzata ed in sostanza, escluse le poche posizioni pensionistiche comprese nella fascia da g 2.341 ad g 2.374, per le quali una così detta clausola di salvaguardia riserva un incremento superiore a quanto indicato nel prospetto, l’incremento delle pensioni della terza fascia per il biennio 2012 – 2013 sarà limitato ad g 22,62 (sempre ipotizzando l’indice Istat tendenziale ed il livello di pensione minima Inps sopra indicati). Come al solito questo tipo di provvedimenti prevede qualche deroga ben illustrata da un articolo di Franco Panzolini sulla rivista “Esperienza” ove scrive: “Il meccanismo dei tagli è stato ideato solo per esigenze di cassa; ma non riguarda i pingui vitalizi dei nostri 2.200 parlamentari, che vanno da un minimo di 2.300 g ad un massimo di 7.000 g mensili netti, ...con decorrenza dalla data di uscita dal Parlamento e non dai 65 anni come i comuni mortali: per costoro un’alta autorità istituzionale (si omette il nome per carità di Patria) ha detto che non si possono toccare perchè sono diritti acquisiti; per i pensionati invece, che hanno lavorato una vita, i diritti non sono mai acquisiti!” PEREQUAZIONE AUTOMATICA DA APPLICARE NEL BIENNIO 2012 - 2013 Decorrenza 1° gennaio 2012 Fasce di importo lordo Pensione mensile Percentuali dell’indice da applicare Importo perequazione Fino a g 1.405 (pari a 3 volte il minimo) 100% 2,30% g 32,32 Da g 1.406 a g 2.341 (pari a 5 volte il minimo) 100% sull’importo della 1ª fascia 90% sull’importo ricadente nella 2ª fascia 2,30% 2,07% g 51,70 (32,32 + 19,38) Oltre g 2.341 (oltre 5 volte il minimo) 70% sull’importo ricadente nella 1ª fascia 0% sull’importo eccedente la 1ª fascia 1,61% 0% g 22,62

Giusto Seminara Alcuni giorni fa è apparso su uno dei quotidiani più diffusi in Italia un articolo, credo di un giornalista, che ritiene sia necessario intervenire sui trattamenti di quiescenza pregressi, e non solo sui futuri, per sanare l’evidente e oneroso gravame che gli stessi determinano sul bilancio pubblico. Chi ha scritto l’articolo sostiene, in breve, che non esiste l’intangibilità dei diritti acquisiti ma che “ogni patto sociale” deve essere commisurato alle dimensioni della torta di cui si dispone ed all’andamento dell’economia e della demografia. È proprio sulle dimensioni della “torta” che si è fermata la mia attenzione, quella che con i nostri contributi avevamo formato e che avrebbe dovuto lievitare, con i giusti investimenti, assicurando in tal modo il trattamento dovuto. La contribuzione versata da dipendenti e non, il cui importo era stato ed è calcolato in funzione della riserva matematica necessaria a formare la “torta”, in effetti è stata utilizzata per sopperire ad altre necessità “sociali”, gratuite, poche volte giuste e spesso politiche. Giordana Sasso e Gianpiero Gola Le dimensioni della torta Perché associarsi? 5 Insomma non sono bastate le entrate provenienti dalle varie imposizioni a coprire gli oneri che gravano sul bilancio pubblico e si è fatto ricorso alla “torta”! Vero è che la durata della vita è fortunatamente cresciuta e ritengo che proprio in conseguenza di ciò il legislatore si sia preoccupato di modificare i termini per la concessione del trattamento previdenziale, prolungando il periodo di attività lavorativa, modificando la metodologia del calcolo del trattamento previdenziale e ciò gradualmente. Non ritengo che attuando una ulteriore “espropriazione” si riesca a sanare il bilancio pubblico, ma modificando le fonti da cui attingere risorse destinate alla cassa integrazione ed assistenza, dovuta ma solo là dove necessaria, combattendo l’evasione, e se necessario chiedendo un contributo a tutti i cittadini proporzionalmente ai redditi di ciascuno, nel rispetto delle norme costituzionali. Il ricorso ad una modifica dei cosiddetti “diritti acquisiti” (in altri termini espropriazione!) determinerebbe reazioni certamente incontrollabili. Come si può leggere sfogliando le pagine di questo numero della rivista molti sono gli argomenti di interesse generale che l’Associazione segue e cerca di rendere comprensibili a tutti, pur nella complessità ad esempio della materia previdenziale, che è materia sì di specialisti ma sicuramente di interesse di ognuno. Diventa sempre più importante capire cosa può cambiare per chi in pensione c’è già e soprattutto per chi ci dovrà , prima o poi, andare. Tutti i colleghi ex Banca CRT che erano in servizio già nel 1990 risultano iscritti al Fondo Pensioni integrativo Banca CRT che, come dice la parola, integra la pensione principale che è quella dell’INPS, per un importo non trascurabile che può rappresentare circa il 15% della pensione; è quindi importante essere aggiornati su cosa succede al Fondo Pensione. I soci possono trovare ogni giorno lavorativo della settimana qualche collega del direttivo dell’Associazione nei locali della segreteria di Via Nizza (nel corridoio che porta al CRAL) disponibili a fornire consulenza o farsi carico di approfondire con strutture della Banca e del Fondo Pensione problematiche dei singoli soci. La rivista “Nuovi incontri” viene solo a fine anno inviata a tutti gli iscritti al Fondo Pensione (circa 6.000) ma viene pubblicata ed inviata ai soli associati alla Associazione con cadenza trimestrale: molti quindi perdono notizie utili od interessanti. Noi che vi scriviamo, e che siamo i rappresentanti nella Associazione dei colleghi ancora in servizio, riteniamo che proprio questi colleghi dovrebbero avere a cuore le sorti del nostro Fondo Pensioni, per cui invitiamo i non associati a valutare l’utilità di associarsi ed a tutti confermiamo la nostra disponibilità per portare all’attenzione della Associazione eventuali problematiche o fornire informazioni di cui necessitino. I motivi non mancano sia per i pensionati che per i colleghi in servizio non iscritti per decidere di associarsi; ci potete trovare ai seguenti numeri telefonici: Sasso Giordana 348.5865635 e Gola Gianpiero 348.0117102. Per quanto riguarda l’iscrizione come soci vi segnaliamo la presenza del modello di adesione sul sito dell’Associazione all’indirizzo: www.aspenscrt.it alla voce modulistica, oppure richiederlo alla segreteria dell’Associazione al n. telefonico 011.6624668 o direttamente agli scriventi, trasmettendolo poi compilato alla segreteria della Associazione stessa; vi ricordiamo che per i soci in servizio il costo annuo è veramente piccola cosa, essendo ancora contenuto in g 20.

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Giorgio Viotto<br />

La sentinella del (nostro) Fondo<br />

Aggiornamento sul tema rivalutazione delle <strong>pensioni</strong><br />

per il biennio 2012-2013<br />

Nell’articolo da me predisposto per il numero di settembre<br />

della rivista, preparato in estate con le informazioni allora<br />

disponibili ed in attesa delle corrette interpretazioni della<br />

Legge di conversione, ho forn<strong>it</strong>o una indicazione non del<br />

tutto esatta, che vado a precisare con il presente articolo.<br />

Come noto la rivalutazione dei trattamenti di pensione, la<br />

così detta “perequazione” è una percentuale di incremento<br />

stabil<strong>it</strong>a con Decreto legge e calcolata sulla base dei prezzi<br />

al consumo dei beni inser<strong>it</strong>i in un paniere Istat.<br />

Il blocco, anche solo parziale, della perequazione è un ottimo<br />

strumento su cui i Governi possono intervenire per ridurre<br />

l’impatto del costo complessivo dei trattamenti <strong>pensioni</strong>stici<br />

e quindi contenere la spesa pubblica.<br />

Negli anni diversi interventi sulla materia hanno lim<strong>it</strong>ato la<br />

perequazione a favore dei pensionati dovuta all’aumento<br />

del costo della v<strong>it</strong>a, causando quindi una diminuzione del<br />

potere d’acquisto degli stessi, con un impatto che non è solo<br />

temporaneo lim<strong>it</strong>ato alla durata del provvedimento ma che<br />

si trascina per tutta la v<strong>it</strong>a del pensionato ed anche sulla<br />

pensione del coniuge superst<strong>it</strong>e.<br />

Ebbene la Legge n. 111/2011, tra gli altri interventi di contenimento<br />

della spesa pubblica, ha previsto una perequazione<br />

lim<strong>it</strong>ata per tutte le <strong>pensioni</strong> lorde superiori a 3 volte<br />

la pensione minima con una differenziazione in relazione<br />

al livello di pensione lorda percep<strong>it</strong>a che vado a sintetizzare<br />

nel riquadro che segue.<br />

I dati riportati sono stimati ipotizzando per il prossimo bi-<br />

ennio che l’indice ISTAT rimanga lo stesso di quello tendenziale<br />

attuale del 2,30% e che il livello di pensione minima<br />

INPS sia pari a quello attuale pari ad g 468,35; nella<br />

realtà i dati potranno essere un po’ differenti, ma lo scopo è<br />

quello di dare una indicazione di un ordine di grandezza<br />

stimata.<br />

Come si può vedere dalla tabella in calce, le <strong>pensioni</strong> ricomprese<br />

nella seconda fascia vedono lim<strong>it</strong>ata la parte eccedente<br />

i 1.406 g ed avranno come massimo un incremento<br />

di g 51,70 mentre è la terza fascia quella più penalizzata<br />

ed in sostanza, escluse le poche posizioni <strong>pensioni</strong>stiche<br />

comprese nella fascia da g 2.341 ad g 2.374, per le<br />

quali una così detta clausola di salvaguardia riserva un<br />

incremento superiore a quanto indicato nel prospetto, l’incremento<br />

delle <strong>pensioni</strong> della terza fascia per il biennio<br />

2012 – 2013 sarà lim<strong>it</strong>ato ad g 22,62 (sempre ipotizzando<br />

l’indice Istat tendenziale ed il livello di pensione minima<br />

Inps sopra indicati).<br />

Come al sol<strong>it</strong>o questo tipo di provvedimenti prevede qualche<br />

deroga ben illustrata da un articolo di Franco Panzolini<br />

sulla rivista “Esperienza” ove scrive:<br />

“Il meccanismo dei tagli è stato ideato solo per esigenze di<br />

cassa; ma non riguarda i pingui v<strong>it</strong>alizi dei nostri 2.200<br />

parlamentari, che vanno da un minimo di 2.300 g ad un<br />

massimo di 7.000 g mensili netti, ...con decorrenza dalla<br />

data di usc<strong>it</strong>a dal Parlamento e non dai 65 anni come i<br />

comuni mortali: per costoro un’alta autor<strong>it</strong>à ist<strong>it</strong>uzionale<br />

(si omette il nome per car<strong>it</strong>à di Patria) ha detto che non si<br />

possono toccare perchè sono dir<strong>it</strong>ti acquis<strong>it</strong>i; per i pensionati<br />

invece, che hanno lavorato una v<strong>it</strong>a, i dir<strong>it</strong>ti non sono<br />

mai acquis<strong>it</strong>i!”<br />

PEREQUAZIONE AUTOMATICA DA APPLICARE NEL BIENNIO 2012 - 2013<br />

Decorrenza 1° gennaio 2012<br />

Fasce di importo lordo<br />

Pensione mensile<br />

Percentuali dell’indice da applicare Importo perequazione<br />

Fino a g 1.405<br />

(pari a 3 volte il minimo)<br />

100% 2,30% g 32,32<br />

Da g 1.406 a g 2.341<br />

(pari a 5 volte il minimo)<br />

100% sull’importo della 1ª fascia<br />

90% sull’importo ricadente nella 2ª fascia<br />

2,30%<br />

2,07%<br />

g 51,70 (32,32 + 19,38)<br />

Oltre g 2.341<br />

(oltre 5 volte il minimo)<br />

70% sull’importo ricadente nella 1ª fascia<br />

0% sull’importo eccedente la 1ª fascia<br />

1,61%<br />

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