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28 28 Franco Uberti L’appuntamento era sul piccolo parcheggio, a una manciata di metri dall’ingresso del Parco. Arrivarono tutti in orario sulle loro belle automobili lavate di fresco. Sul cofano di una di quelle, stesero le mappe e per un po’ le studiarono con attenzione. Poi, ad un cenno, due si avviarono nella radura seguiti da tre operai; gli altri rimasero in gruppo, chiacchierando e fumando. Gli operai piantarono nel terreno i paletti con la punta dipinta di rosso seguendo le indicazioni dei geometri: l’operazione durò una buona ora. Quando tutti se ne andarono, non restarono tracce del loro passaggio, se non un po’ di erba pestata… e quei paletti. Da tempo si sapeva in paese di quel progetto che prevedeva la costruzione di un villaggio-albergo di diverse centinaia di posti letto su quei prati che erano l’anticamera del Parco Naturale. Gli abitanti si divisero subito in due fazioni: i favorevoli (la maggioranza) ad un intervento che avrebbe procurato posti di lavoro e dato nuovo impulso al turismo da sempre un po’ fiacco, a causa della vicinanza con più rinomate stazioni sciistiche; e poi i contrari (la minoranza) preoccupati per un’ulteriore ed importante ferita alla montagna, convinti inoltre che il villaggio non avrebbe avuto vita lunga. Quei paletti segnarono però l’inizio di un qualcosa di concreto e conseguentemente si rinfocolarono energiche polemiche di fronte all’eventualità di lavori imminenti. Anche la stampa locale fece la sua parte pubblicando foto ed articoli a tutta pagina. Puntuali, come sempre in questi casi, arrivarono anche gli esposti all’Autorità Giudiziaria. Alla Procura della Repubblica, giù in pianura, fu aperto un fascicolo. Beltrami era un giovane magistrato e quella pratica che gli arrivò sulla scrivania rappresentava il suo primo incarico serio; un foglietto adesivo giallo del suo capo lo preoccupò: “ è una brutta faccenda… prudenza.”. Studiò tutte le carte con scrupolo, maturando la convinzione che un sopralluogo sarebbe stato indispensabile. Secondo procedura, si fece accompagnare da un carabiniere in abiti civili e su un’auto anonima. Era una stupenda mattina di inizio giugno; arrivarono verso le 7,30. “Mi aspetti, faccio un giro a piedi” disse Beltrami imboccando il sentiero che si addentrava nell’immenso prato. Certo che era un posto stupendo per farci un villaggio, vista impareggiabile sulle montagne, a qualche passo da due impianti di risalita; ma anche un posto stupendo… e basta. Camminò fino a quando il sentiero si interruppe e poi continuò nell’erba alta seguendo la linea ideale che univa i paletti di segnalazione. Quando decise di tornare sui suoi passi, si accorse di qualcosa poco avanti a lui: si avvicinò con circo- Strategie “la montagna racconta…” spezione e… affondato nel verde e nei fiori, un cucciolo accovacciato, forse un capriolo, che lo guardava con due occhioni scuri e timorosi. Rimase immobile ad ammirarlo, preoccupato per la sua sorte e per non sapere cosa fare. Ma poi gli vennero in soccorso le letture fatte in età giovanile, nei tanti anni di militanza nelle associazioni protezionistiche: “Nei mesi di maggio e giugno nascono i piccoli caprioli e non è inusuale incontrarne nell’erba alta: la madre si allontana in cerca di cibo o acqua anche per alcune ore e li nasconde ai predatori mimetizzandoli nell’ambiente e con emanazioni odorose notevolmente ridotte. Non bisogna assolutamente toccarli né tanto meno portarli via credendoli abbandonati. E’ opportuno allontanarsi senza fare rumore. Verranno recuperati dalla madre al momento opportuno.” Tornato all’auto, prese appunti frettolosi su un blocco di fogli alzando di tanto in tanto la testa per guardare il grande prato. “Possiamo andare, ho visto abbastanza” disse al carabiniere; l’auto proseguì sulla strada fino al piccolo parcheggio, fece inversione e lentamente si allontanò verso la statale. Non vi furono blocchi stradali e cortei, né violente manifestazioni; dopo qualche settimana arrivarono degli uomini in divisa. Quando se ne andarono, la radura era delimitata da centinaia di metri di nastro bianco e rosso e da cartelli plastificati. “AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO GIUDIZIARIO”. All’inizio dell’inverno il nastro bianco e rosso che fremeva freneticamente al vento della valle era immobile: la neve l’aveva imprigionato al suo interno e se ne scorgevano soltanto dei pezzi qua e là. “Forse è tutto finito” azzardò qualcuno. Io sapevo che non era vero, lo scontro era solo all’inizio. Sapevo che ci sarebbero stati ricorsi e controricorsi, perizie e controperizie, carte bollate, udienze in tribunale, articoli sui giornali. La guerra, tutte le guerre, sono fatte di battaglie ed una cosa era certa: la montagna aveva vinto la prima; senza violenza, usando la cosa più innocente e indifesa a sua disposizione… un cucciolo… un’arma psicologicamente devastante! Il racconto finisce qui; gli accadimenti narrati si riferiscono a molti anni fa. A beneficio delle lettrici e dei lettori più curiosi aggiungo alcune note di aggiornamento. Il villaggio-albergo è stato poi costruito; la proprietà e la gestione sono passate di mano più di una volta, c’è stato un fallimento, lunghi periodi di chiusura e brevi periodi di apertura. Sembra che il prossimo anno, o forse quello successivo, avverrà il rilancio, che non ci saranno più problemi; staremo a vedere… Guerra finita? Guerra persa? Non credo, la montagna ha
solo cambiato strategia. Lentamente le erbacce lo stanno assalendo da più parti; il sole, la neve, il gelo, la pioggia ed il vento lentamente logorano il legno delle costruzioni prive di manutenzione, le Utilizza la nostra e-mail: aspenscrt@tiscali.it Hai qualcosa da comunicarci, una domanda da farci, un consiglio da chiederci o da darci, oppure un articolo, una lettera, una poesia, una fotografia, un disegno o altro che vuoi far pubblicare su NUOVI INCONTRI? inviaceli per posta elettronica e noi saremo ben lieti di accontentarti e di metterci in contatto con te rispondendoti altrettanto rapidamente! Se hai un indirizzo e-mail (e non ce lo hai ancora comunicato) trasmettilo con un messaggio 29 29 insegne scoloriscono. Tra poco sarà Natale, la neve lo coprirà, quasi a volerlo integrare nell’ambiente … forse per nasconderlo. La montagna non ha fretta, sa aspettare; ha il tempo dalla sua. e noi lo inseriremo in una “mailing list” che useremo per inviarti, praticamente in tempo reale, le nostre comunicazioni. Inoltre, per esaudire il desiderio di alcuni iscritti, gli indirizzi e-mail saranno messi, per il nostro tramite, a disposizione di tutti i soci “internauti” che vorranno comunicare tra loro. Si invitano i Soci a inviare fotografie digitali di Torino da scegliere per le copertine di Nuovi Incontri
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