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Pordenone, piazza San Marco - Ente Friuli nel Mondo

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Il Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici in Fvg presenta:<br />

Il Castello di Strassoldo<br />

In una radura posta ai margini dell'antica<br />

via romana che da Aquileia conduceva al<br />

Norico (regione storica che corrisponde<br />

all'odierna Austria centrale, ad una parte della<br />

Baviera - Germania, alla Slovenia nordoccidentale<br />

e ad una parte dell'arco alpino<br />

dell'Italia nord-orientale), <strong>nel</strong>la foresta<br />

acquitrinosa che durante l'Alto Medioevo<br />

ricopriva la Bassa Friulana, in epoca<br />

imprecisata, ma probabilmente durante la<br />

dominazione longobarda protrattasi dal 569 al<br />

776, od al più tardi <strong>nel</strong> periodo ottoniano (dal<br />

962 al 1024), venne costruito un castello.<br />

In origine, questo maniero era costituito da<br />

due semplici torri collocate sulle due sponde<br />

del fiume di risorgiva, allora chiamato<br />

Imburino, oggi Taglio.<br />

La località viene citata per la prima volta in un<br />

documento del 1188, dove Artuico de Straso<br />

compare come testimone. Nel 1190 un altro<br />

atto stilato a Gagliano ricorda un Bernardus de<br />

Straso. Poi, per un intero secolo, il nome del<br />

castello oscilla tra varie espressioni per<br />

stabilizzarsi solo verso la fine del Duecento in<br />

quella attuale, sia friulana (Strassolt), sia<br />

latino-italiana (Strassoldo).<br />

Le ipotesi sulle origini del castello e della<br />

famiglia, che peraltro non si escludono a<br />

vicenda, sono varie; certamente, il complesso<br />

può essere stato costruito od ampliato su<br />

preesistenti fortificazioni longobarde; ed è<br />

altrettanto sicuro che si tratta di un complesso<br />

edificato prima della costituzione dello Stato<br />

patriarcale e quindi quanto meno in epoca<br />

32 FRIULI NEL MONDO<br />

ottoniana, ad opera di una famiglia di origine<br />

germanica che, appartenendo alla feudalità<br />

libera, si era insediata in <strong>Friuli</strong> prima del 1077,<br />

provenendo dall'area bavarocarinziana od,<br />

ancor prima, da una fara o da un'arimannia<br />

longobarda.<br />

La storia del Castello di Strassoldo è-in<br />

epoche antiche come oggi - strettamente legata<br />

a quella della famiglia che ne tenne fin dalle<br />

origini il possesso e ne fece il centro dei propri<br />

interessi e la base del proprio potere.<br />

La posizione geografica particolarmente<br />

favorevole, in quanto consentiva il controllo di<br />

un importante nodo di vie di comunicazione<br />

quali la Stradalta che da Aquileia portava alla<br />

Carinzia ed il fiume di risorgiva che proprio a<br />

Strassoldo cessava di essere navigabile;<br />

l'accorta politica di equilibrio tra le maggiori<br />

forze che nei secoli si disputeranno il<br />

predominio della regione (dapprima<br />

Patriarchi, Trevigiani e Conti di Gorizia, poi la<br />

Serenissima Repubblica di Venezia e Casa<br />

d'Austria poi) e la presenza di personaggi di<br />

rilievo della famiglia, contribuirono a fare dei<br />

Signori di Strassoldo una delle famiglie più<br />

importanti della Patria del <strong>Friuli</strong>, tale da<br />

occupare una posizione di primo piano sia <strong>nel</strong><br />

periodo patriarcale, sia in quelli successivi di<br />

segno veneto ed asburgico.<br />

Non esistono fonti iconografiche che ci<br />

possano informare sulle caratteristiche e sulla<br />

configurazione del castello negli anni della<br />

costruzione e dell' ampliamento.<br />

Le caratteristiche architettoniche del<br />

complesso fortificato e le varie fasi del suo<br />

sviluppo possono pertanto essere ricostruite<br />

solo sulla base di un esame della<br />

conformazione topografica del centro e dei<br />

manufatti medioevali sopravvissuti alle<br />

molteplici distruzioni e trasformazioni<br />

avvenute nei secoli, cui può aggiungersi<br />

un'analisi delle poche e sommarie descrizioni<br />

contenute in documenti di epoche diverse.<br />

SEGUE A PAGINA 33

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