Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
•<br />
Rosalba non trovò ostacoli alla propria vocazione, ma fu, anzi, incoraggiata dall'amatissimo padre (nutrì grande<br />
amore non solo per il padre, morto nel 1719, che l'avviò alla pittura, sotto la guida dei migliori artisti del tempo,<br />
come il Lazzari e il Diamantini, e gli affermati Balestra e Steve, che l'iniziarono all'arte della miniatura, ma per tutta<br />
la famiglia, per le sorelle Giovanna, pure pittrice, mancata nel 1737, e Angela, sposata col pittore Giovanni Antonio<br />
Pellegrini).<br />
Ben presto la sua fama cominciò a diffondersi, e Rosalba, finissima ritrattista, dotata di tecnica sciolta e tocco<br />
delicato, virtuosa del pastello (tecnica a lungo abbandonata e ritornata in auge proprio ai suoi tempi, ben adatta<br />
alla grazia leziosa del nuovo clima culturale, al quale approdò come folgorata e che finì per rendere disciplina<br />
esclusiva), delicata ed elegante nelle miniature (con le quali continuò a farsi strada, imponendosi<br />
prepotentemente sulla scena artistico- mondana italiana ed internazionale, contesa da nobili e borghesi, richiesta<br />
sia dai galanti e spensierati signori veneziani che dagli stranieri, che divennero i suoi migliori clienti, unendo<br />
ai successi culturali ed artistici(celebrata, come ci testimonia una lettera, nel 1703, da Giuseppe Maria Crespi,<br />
come una sorta di sposa ideale di Guido Reni, e lodata, quando due anni dopo inviò una Fanciulla con colomba<br />
come saggio all’Accademia di San Luca a Roma, dall’inglese Christian Cole, che così scrisse: “bianco su bianco:<br />
meglio, luce su luce…”) anche quelli mondani poiché, raffinata conversatrice e, come scrisse uno dei suoi biografi:<br />
“Donna, e delle più seducenti, sotto molti aspetti..”<br />
Ritratti e miniature le furono richiesti dal duca di Mecklemburgo, da Federico IV di Danimarca, dal principe<br />
Augusto di Sassonia, dai duchi di Modena, dalla corte di Vienna, dove eseguì tra l'altro il ritratto del Metastasio.<br />
• Molto ricercata fu alla corte di Dresda, da dove si allontanò, poi, nel 1720, in compagnia delle sorelle e del cognato<br />
pittore, per trasferirsi a Parigi, dove soggiornò diversi mesi, ospitata, così come raccontato nel suo diario, dal<br />
collezionista parigino Crozat, in un edificio con un grande giardino (del parco divenne, poi, proprietario il marito<br />
della Pompadour, Le Normant d’Etioles)e dove rimase fino al 1721, ritraendo Crozat, i nobili più autorevoli del<br />
tempo e persino il re Luigi XV che, allora in età giovanissima, regnava sotto la reggenza di Filippo d’Orléans e del<br />
cardinale Guillaume Dubois.<br />
• La sua fama era all'apice e scriveva di lei il Sensier: “Si può dire che tutti i signori del tempo si misero ai suoi piedi.<br />
I suoi pastelli facevano furore...Luigi XV, allora bambino, fu uno dei primi a posare per lei.”