lezione 8 - Uni3 Ivrea

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29.05.2013 Views

• Ripercorrerne il percorso attraverso le opere, in sostanza, seguendo unica pista in grado di donare identità a un artista, si tratti dello Zanchi o di qualsiasi altro pittore, che come strumento principe ha scelto e si avvale del colore e del segno per dialogare col mondo. • Così, anche la presentazione di due sole opere per quanto esemplificativa di precisi momenti nel corso di un tragitto ben più vasto e variegato, può già di per sé essere sufficiente a incentrare il discorso sulla forma della pittura, sulla forma-sostanza di un linguaggio che nel suo costituirsi — pur avvalendosi ogni volta di un'elaborazione creativa capace di tessere relazioni articolate e complesse, difficili da dipanarsi totalmente — non può celare completamente, né tanto meno recidere, il legame dell'artefice con l'esperienza percepita e vissuta.

• In questo senso, le due tele che qui si presentano, raffiguranti Isacco ed Esaù e Loth e le figlie, penso siano al contempo ben comprensive della qualità, della venezianità e della singolarità espressiva raggiunte da Antonio Zanchi nel solco di una tradizione figurativa che, per affermarsi nel corso del Seicento, ha dovuto trovare il modo e la forza di lacerare il proprio tessuto e di trasformarsi, per sopravvivere appunto nella continuità con altrettanto splendore. • Un vecchio cieco, un giovane bardato di corazza, una donna con in braccio un bambino e un altro giovinetto. Quest'ultimo, dalla penombra, osserva i due personaggi in primo piano cercando di afferrarne il dialogo, attraverso la cadenzata solennità di gesti che sembrano infrangere il silenzio.

• Ripercorrerne il percorso attraverso le opere, in<br />

sostanza, seguendo unica pista in grado di donare<br />

identità a un artista, si tratti dello Zanchi o di qualsiasi<br />

altro pittore, che come strumento principe ha scelto e<br />

si avvale del colore e del segno per dialogare col<br />

mondo.<br />

• Così, anche la presentazione di due sole opere per<br />

quanto esemplificativa di precisi momenti nel corso di<br />

un tragitto ben più vasto e variegato, può già di per sé<br />

essere sufficiente a incentrare il discorso sulla forma<br />

della pittura, sulla forma-sostanza di un linguaggio che<br />

nel suo costituirsi — pur avvalendosi ogni volta di<br />

un'elaborazione creativa capace di tessere relazioni<br />

articolate e complesse, difficili da dipanarsi totalmente<br />

— non può celare completamente, né tanto meno<br />

recidere, il legame dell'artefice con l'esperienza<br />

percepita e vissuta.

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