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• L'attenzione degli artigiani muranesi viene attratta anche dai vetri<br />
paleocristiani a foglia d'oro, che vengono abilmente imitati ed esposti<br />
all'Esposizione Universale di Parigi del 1878, e dai vetri smaltati per i quali<br />
la coppa detta "Barovier", tutt'oggi conservata al Museo, costituisce il<br />
modello principale.<br />
Nell'ambito della tecnica volta a riprodurre nella forma e nell'effetto<br />
ceramiche di scavo vanno ricordati i vetri "Corinti" in paste opache<br />
screziate, su fondo scuro, in oro, argento o verde; i "Fenici" prodotti dalla<br />
"Compagnia di Venezia e Murano", da "Salviati" e dalla "Fratelli Toso",ad<br />
imitazione dei vetri a nucleo friabile preromani e, infine, i vasi vitrei a<br />
"cammeo".<br />
Verso gli anni Novanta stava finendo in tutta Europa l'epoca dei revivals e<br />
nascevano movimenti innovatori che propugnavano l'abbandono dei<br />
modelli storici mentre Murano continuava a produrre tipi ottocenteschi.<br />
Solo gli Artisti Barovier avevano realizzato nel 1895, in concomitanza con<br />
la Prima Biennale di Venezia, calici leggerissimi con gambo a spirale di<br />
evidente spirito Art Nouveau.<br />
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