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E così io guarderò te con i tuoi occhi e tu guarderai me con i miei

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Avevo sei anni quando la mia famiglia decise di emigrare in Italia. Prima partì il m<strong>io</strong> caro papà, da<br />

solo. Mi mancava molto il m<strong>io</strong> papà. Spesso pensavo se era cambiato, se era lo s<strong>te</strong>sso. Quando<br />

pensavo all’Italia immaginavo una grande e bella città. Quando ho avuto 11 anni, la mia famiglia<br />

decise che anch’<strong>io</strong> dovevo partire per l’Italia. Ero felice, avevo voglia di vedere il papà, ma ero anche<br />

tris<strong>te</strong> e infelice. Non po<strong>te</strong>vo portare i <strong>miei</strong> amici, i <strong>miei</strong> parenti, i <strong>miei</strong> libri. I libri erano una vita per<br />

<strong>me</strong>. All’aeroporto di Malpensa ci aspettava m<strong>io</strong> padre. Era molto <strong>te</strong>mpo che non vedevo il papà. Era<br />

il <strong>me</strong>se di set<strong>te</strong>mbre. Usciti dall’aeroporto sento la voce di papà, vedo com’era, com’era cambiato, ma<br />

non era cambiato, era lo s<strong>te</strong>sso papà.<br />

(Kelly, 1^B)<br />

Prima partirono il papà e la mia mamma. Io pensavo che ero rimasta da sola. Pensavo spesso ai <strong>miei</strong><br />

genitori. Quando pensavo all’Italia immaginavo che c’era la neve. Pensavo: in Italia non avrò le<br />

mie amiche vicino.<br />

(Doaa, 1^E)<br />

M<strong>io</strong> padre ci spediva delle foto dall’Italia. Pensavo che c’era freddo, che c’era la neve.<br />

(Amandeep, 1^E)

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