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QF33 - Così fan tutte - Fondazione Donizetti

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04. Carta d'identità - <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong>_Layout 2 29/10/2012 17.07 Pagina 38<br />

Carta d’identità dell’opera<br />

Hoffmann, che in un dialogo immaginario parlò di <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> come<br />

di una «magnifica opera», capace di dare espressione a una «dilettevolissima<br />

ironia». E Hugo von Hofmannstahl, un secolo più tardi, nel 1916,<br />

riprese il tema, ritenendo al contrario l’ironia un ostacolo al pieno successo<br />

dell’opera: «In tutta la pièce pochissime frasi sono da prendersi sul<br />

serio. Tutto è ironia, illusione, menzogna; questo la musica non può<br />

esprimerlo (tranne eccezioni), e il pubblico non lo sopporta». Secondo<br />

Ste<strong>fan</strong> Kunze, tra i maggiori studiosi del teatro mozartiano, il punto non<br />

è l’ironia e il peso che le viene dato, quanto il fatto che l’ultima opera<br />

buffa di Mozart mette a nudo fatti e misfatti dell’età borghese all’epoca<br />

del suo stato nascente: <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> «offendeva con impietosa e quasi<br />

crudele noncuranza tanto l’identità quanto la coscienza della nuova classe,<br />

che aveva cominciato a costituirsi già molto tempo prima della rivoluzione<br />

[...] Alla frivolezza e alla libertà di costumi dell’aristocrazia si<br />

contrapponevano la purezza dei sentimenti, le cose commoventi e non<br />

da ultimo la morale intesa come virtù borghese» (Ste<strong>fan</strong> Kunze, Il teatro<br />

di Mozart, Venezia, Marsilio, 1990, p. 530). Da Ponte ha provato a smascherare<br />

i capisaldi di quel mondo in formazione, non soltanto col<br />

distacco ironico. E Mozart, più che divertirsi alle spalle dei personaggi,<br />

sembra prenderne sul serio i sentimenti conflittuali, puntando a conferire<br />

alle situazioni un’aura di verità e di profondità.<br />

Il minor successo che <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> raccolse nell’Ottocento, se posta a<br />

confronto con le altre due opere dapontiane, Le nozze di Figaro e Don<br />

Giovanni, è allora da attribuire ad una sua possibile ‘inattualità’, al fatto<br />

cioè di essere fuori tempo rispetto alle aspettative del pubblico al quale<br />

era destinato, e al fatto di indagare, senza troppe cautele, zone ‘rischiose’<br />

dell’orizzonte sentimentale e morale della cultura borghese.<br />

Non a caso, la definitiva consacrazione di <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> tra i capolavori<br />

della musica europea si dovrà a due ‘grandi inattuali’: Gustav Mahler, che<br />

la diresse a Vienna nel 1900 e nel 1905, e Richard Strauss che vi si<br />

cimentò nel 1920; furono loro ad aprire la strada all’interpretazione di<br />

Fritz Busch, che diresse una memorabile rappresentazione di <strong>Così</strong> <strong>fan</strong><br />

<strong>tutte</strong> a Glyndebourne, nel 1935.<br />

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