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QF33 - Così fan tutte - Fondazione Donizetti

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04. Carta d'identità - <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong>_Layout 2 29/10/2012 17.07 Pagina 37<br />

Carta d’identità dell’opera<br />

Titolo: <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> o sia La scuola degli amanti<br />

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart<br />

Libretto: Lorenzo Da Ponte<br />

Personaggi e voci: Fiordiligi (soprano), Dorabella (soprano), dame ferraresi<br />

e sorelle abitanti in Napoli; Guglielmo (baritono), Ferrando (tenore),<br />

amanti delle medesime; Despina (soprano), cameriera; Don Alfonso<br />

(basso), vecchio filosofo<br />

Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater, 26 gennaio 1790<br />

Notizie storiche: Andata in scena la prima volta a Vienna, e voluta fortemente<br />

– parrebbe – proprio da Giuseppe II, <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> venne ritirata<br />

dopo sole quattro repliche a causa della morte dell’imperatore. Le rappresentazioni<br />

ripresero nell’estate dello stesso anno, con tale successo che<br />

il lavoro raggiunse nel breve volgere di un ventennio <strong>tutte</strong> le piazze<br />

europee. Ciononostante l’opera fu accompagnata nel corso dell’Ottocento<br />

da una cattiva fama, dovuta soprattutto al giudizio sul libretto di Da<br />

Ponte. Tutto quel che di negativo si disse di <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong> è già riassunto<br />

in forma lapidaria in un articolo del 1791, apparso a Berlino negli<br />

«Annalen des Theaters»: «Uno scadente prodotto italiano con la musica<br />

possente e sublime di Mozart». Il tono polemico verso l’elemento «italiano»<br />

venne poi ripreso in termini analoghi fino a Wagner. Perfino il<br />

primo biografo di Mozart, Franz Xaver Niemetschek, pur non avendo<br />

nulla di concreto da rimproverare al compositore, cercò lo stesso di assolverlo<br />

dalla scelta del soggetto: «tutti si stupiscono di come il grande<br />

genio abbia potuto abbassarsi a sprecare la celestiale dolcezza delle sue<br />

melodie per un testo così abborracciato e scadente. Non era in suo potere<br />

rifiutare la commissione, che prevedeva espressamente quel libretto».<br />

Inevitabile, a lungo andare, che la svalutazione del libretto contagiasse in<br />

parte anche il giudizio sulla musica. Un’unica voce, tra le grandi, si levò<br />

per difendere il valore letterario del lavoro di Da Ponte, quella di E. T. A.<br />

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