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QF33 - Così fan tutte - Fondazione Donizetti

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03. Bellotto - <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong>_Layout 2 29/10/2012 11.19 Pagina 27<br />

Un esperimento sentimentale distruttivo?<br />

In poche parole, segnalata la matrice accademica, illuminista, da<br />

parte di Flimm, mi pare che nessuno abbia messo in scena la crudele<br />

posizione di chi è soggetto e oggetto di un gioco speculativo. La posizione<br />

dei tre uomini, se considerata freddamente, è orrenda: Alfonso è un<br />

materialista, ma peggio di lui sono Guglielmo e Ferrando. I due giovani,<br />

pur innamorati delle rispettive, le ingannano facendo leva sulla fragilità<br />

dei sentimenti e sulle pulsioni erotiche. Le due saranno pure leggere<br />

ed infedeli, ma il trio di maschi è una congrega di insopportabili sessisti.<br />

Usano il loro potere (danaro e circostanza) per costringere Fiordiligi e<br />

Dorabella a comportamenti preordinati. Il fatto stesso di accettare la<br />

scommessa (in un bar!) è già un atto di superiorità ed un’implicita<br />

ammissione del fatto che le donne si sarebbero rivelate infedeli. Sarà pur<br />

vero, ma negare il principio di libero arbitrio è atto di brutalità. La questione<br />

è che Don Alfonso non esce vincitore della scommessa: trionfa<br />

una razionalità astratta e crudele; perde l’atto di ingenua fiducia indispensabile<br />

perché gli uomini e le donne possano accettare di amarsi reciprocamente.<br />

Senza tale pulsione illusoria, senza questo dolcissimo inganno,<br />

l’amore prende una china amara, spesso distruttiva. È per questo che<br />

il finaletto pacificatorio non risarcisce davvero lo spettatore: nessuno può<br />

credere che le coppie possano continuare facendo finta di nulla. Li aspetta<br />

un cammino in salita, probabilmente la separazione. Don Alfonso lo sa<br />

benissimo: è riluttante nel trascinare i due amici nella tenzone. Se facciamo<br />

caso, il vecchio filosofo, nonostante sia il motore dell’azione, canta<br />

poco da solo, e quando si esprime è sempre un cantare per citazioni,<br />

sovente rabbioso e un po’ luciferino. Clamoroso è il caso di «Nel mare<br />

solca», in cui l’ottava egloga dell’Arcadia di Jacopo Sannazzaro diventa<br />

nella partitura di Mozart una vera e propria invettiva. Mi chiedo quale<br />

sia la storia di Alfonso, e perché il personaggio viva in questa rabbia rancorosa.<br />

Né Da Ponte né Mozart ci lasciano indizi per scoprirlo.<br />

Nel melting pot che sobbolle nella testa d’un uomo del ventunesimo<br />

secolo, le sollecitazioni sono infinite, e di natura fortemente eterogenea.<br />

<strong>Così</strong>, riguardando un film che amo immensamente – Rope di Alfred<br />

Hitchcock – ho trovato alcune analogie con <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong>. La trama è la<br />

cieca dimostrazione di come un gruppo di intelletti brillanti (maschili)<br />

sorretto da puro cinismo possa diventare mostruoso. James Stewart è un<br />

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