QF33 - Così fan tutte - Fondazione Donizetti
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02. Mellace - <strong>Così</strong> <strong>fan</strong> <strong>tutte</strong>_Layout 2 29/10/2012 11.22 Pagina 16<br />
MELLACE<br />
ragazze, che nell’atto I si esibiscono in un’aria di furore («Smanie implacabili»)<br />
e in un’altra, altrettanto topica, di paragone («Come scoglio<br />
immoto resta»), così come il ricorso a una sentenza del Metastasio («È la<br />
fede delle femmine», citazione non letterale dal Demetrio), bollata come<br />
«Scioccherie di poeti!»; contigua alla sensibilità melodrammatica è anche<br />
la parafrasi dall’Arcadia del Sannazaro per l’arioso di Don Alfonso «Nel<br />
mare solca e nell’arena semina». Degli ingranaggi dell’opera buffa, già<br />
ben oliati dal magistero goldoniano e praticati dallo stesso Da Ponte in<br />
congegni assai efficaci come L’arbore di Diana scritto per Martín y Soler<br />
in contemporanea al Don Giovanni, quasi un cartone preparatorio di <strong>Così</strong><br />
<strong>fan</strong> <strong>tutte</strong>, quest’ultimo titolo rappresenta l’apoteosi e al tempo stesso una<br />
grottesca parodia, tra gli espedienti inveterati dei travestimenti buffoneschi<br />
(derivanti dalla commedia dell’arte, frequentatissimi dagli intermezzi<br />
nella prima metà del Settecento: ancora Goldoni li considerava nei<br />
Mémoires un ingrediente imprescindibile nella cucina del teatro comico<br />
italiano) e il linguaggio erotico caricato, con tanto di «coricini» che «battono<br />
qui» e «balzano lì». Chi scrive ha argomentato la derivazione diretta<br />
dell’aria di Guglielmo «Donne mie, la fate a tanti» e di altri luoghi del<br />
libretto da una specifica tradizione del dramma giocoso appena precedente,<br />
che coinvolge i nomi di Giovanni Bertati e Antonio Galuppi,<br />
repertorio che lo stesso Da Ponte ammetteva candidamente di frequentare<br />
(celebre l’episodio delle Memorie in cui racconta d’aver compulsato,<br />
evidentemente non così inutilmente come vorrebbe far credere, la cospicua<br />
raccolta di libretti d’un tale Varese).<br />
Ma ancora una volta risale ad anni recenti, e agli studi di Kurt<br />
Kramer e Carlo Caruso, la scoperta d’un modello segreto nell’Orlando<br />
furioso di Ludovico Ariosto: classico amatissimo nel Settecento e frequentissimo<br />
sulle scene musicali, ma non in questa accezione, per così<br />
dire obliqua. Da Ponte, infatti, piuttosto che attingere al repertorio del<br />
meraviglioso e del cavalleresco, trae dal poema lo spunto novellistico<br />
della scommessa sulla fedeltà femminile dalle novellette di Fiammetta<br />
(canto XXVIII) e del nappo (XLIII), la cui morale («Dunque possiamo<br />
creder che più felle | non sien le nostre, o men de l’altre caste: | e se son<br />
come <strong>tutte</strong> l’altre sono, | che torniamo a godercele fia buono») coincide<br />
con quella alfonsiana. Persino l’onomastica si rivela di stretta osser-<br />
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