GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati
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camion, l’ingente patrimonio <strong>del</strong>la biblioteca e tutte le opere preziose<br />
trasportabili. Fu una saggia decisione e un merito per il comando<br />
tedesco.<br />
A Vallerotonda, l’esistenza cambiò decisamente in peggio quando<br />
i raid aerei alleati sul paese s’intensificarono. Avevo stabilito un<br />
feeling con il contadino che ci aveva dato ospitalità e, ogni volta che<br />
i bombardieri si avvicinavano all’agglomerato urbano, facendo un<br />
rumore terribile, scappavo dal vano dove mia madre era intenta a<br />
impastare farina e a cuocere nel forno pagnotte di pane e mi rifugiavo<br />
da quest’uomo vestito di nero che mi dava fiducia.<br />
Si diffuse il timore, tra gli abitanti rimasti e i profughi, che Vallerotonda<br />
potesse conoscere lo stesso destino di Cassino e si discusse<br />
l’idea di abbandonare il paese. Le montagne d’intorno erano<br />
innevate e faceva freddo. Traversare a piedi il complesso montuoso<br />
<strong>del</strong>le Mainarde per raggiungere zone più lontane, al sicuro dal<br />
fronte, era giudicata un’impresa molto rischiosa. Tuttavia, se ne<br />
parlava con animazione, anche tra i miei parenti, ma poi si soprassedeva<br />
da ogni decisione in attesa degli eventi.<br />
Le truppe tedesche che si erano trincerate a Vallerotonda si abbandonarono<br />
ad atti di predazione. Fecero <strong>del</strong>le requisizioni forzate<br />
per i loro bisogni di cibo e ciò generò malcontento. Una sera, gli ufficiali<br />
ordinarono che le donne fossero condotte al comando coattivamente<br />
per cucinare alcuni polli che i soldati avevano requisito.<br />
Mia madre, le mie zie e altre donne furono costrette a uccidere i volatili,<br />
spennarli e cuocerli. Mia madre, come faceva sempre, mi<br />
aveva portato con sé ed io giravo per le stanze guardando gli ufficiali<br />
che, in attesa <strong>del</strong> desinare, fumavano, bevevano vino, scherzavano<br />
e ridevano rumorosamente.<br />
Quando la cena fu servita, mangiarono con soddisfazione facendo<br />
complimenti alle donne che avevano cucinato. «Gut, gut!»,<br />
ripetevano e le donne fingevano di sorridere, ma covavano la segreta<br />
preoccupazione che, sotto l’effetto <strong>del</strong> vino, gli ufficiali potessero<br />
comportarsi male nei loro confronti.<br />
Zia Carmela fece capire al militare più alto in grado che, data<br />
l’ora tardi, le donne desideravano tornare dai loro figli. Costui<br />
annuì, chiamò un attendente e ordinò di scortarle fino alle abitazioni.<br />
L’attendente fu molto gentile e, più tardi, si rivelò prezioso.<br />
<strong>Quel</strong>la sera tutto si era risolto senza eccessivi patemi d’animo,<br />
ma il timore che gli episodi si ripetessero e che avessero un ben diverso<br />
finale aveva creato uno stato d’animo d’apprensione. Esso si<br />
tramutò in paura quando apparvero a Vallerotonda le Waffen SS,<br />
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