GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

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29.05.2013 Views

86 I protagonisti del fronte di Cassino: il Gen. tedesco Kesserling. Il Gen. inglese Alexander; il Gen. americano Clark; il Gen. francese Juin.

Fuga a Vallerotonda Mio zio, temendo l’arrivo delle piogge novembrine, decise di traslocare a Vallerotonda. Partirono dapprima i miei parenti, portando con loro i miei due fratelli. Un carrettiere, che abitava lungo via Sferracavalli, dopo il quartiere carceri, li aiutò a raggiungere il paese di montagna, dietro compenso. Mia madre ed io li raggiungemmo con lo stesso mezzo di trasporto, un paio di giorni dopo. Mia madre portò con sé lo stretto necessario, a causa del tragitto da fare a piedi fino alla casa del carrettiere. Traversammo la città in direzione delle carceri. Zone urbane, una volta animate, come quelle del Ponte, della Chiesa Madre e del Foro, presentavano uno spettacolo deprimente. Numerose abitazioni erano ridotte a vani senza più pareti; di altre erano rimaste solo mura pericolanti o scale in bilico. Le strade erano ingombre di detriti e macerie e si camminava facendo attenzione a evitare gli ostacoli. Gli edifici ancora in piedi erano desolatamente vuoti, perché gli abitanti li avevano abbandonati cercando rifugio altrove. I soldati tedeschi stavano trasformando le macerie in difese e le torrette dei carri armati interrati spuntavano minacciose qua e là, mimetizzate in quell’ammasso di rovine. Nel dopoguerra fu trovato uno di questi carri armati interrati sotto un grosso cumulo di macerie. Era intatto e con ancora i carristi dentro, morti asfissiati. Altre famiglie facevano la nostra stessa strada. Erano donne, anziani e bambini. Le donne tenevano fagotti di biancheria sulla testa o, in mano, valigie serrate con lo spago. Camminavano in fila, con i bambini accanto e i vecchi dietro. Avevano abiti consunti e sgualciti e visi tristi e stanchi. Di tanto in tanto gli anziani si fermavano a contemplare le case crollate. Borbottavano i nomi dei loro proprietari, scuotevano il capo e riprendevano il cammino. Quelle famiglie lasciavano la città come noi. La psicosi dei bombardamenti quotidiani aveva eroso la resistenza anche dei più riluttanti e indotto alla fuga per salvarsi la vita. Oggi, ripensando a quello spettacolo di distruzione, a quelle case sventrate, frantumate o ridotte in polvere, a quello scenario da incubo, mi chiedo che razza di follia abita gli uomini, quale morbo li acceca se sono destinati a rinsavire solo dopo aver percorso tutto il cammino dell’irrazionalità. Presso le carceri le altre famiglie presero una diversa direzione. 87

86<br />

I protagonisti <strong>del</strong> fronte di Cassino:<br />

il Gen. tedesco Kesserling.<br />

Il Gen. inglese Alexander; il Gen.<br />

americano Clark; il Gen. francese<br />

Juin.

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